Pm10

Venafro, polveri sottili di nuovo oltre la media, 9 sforamenti da inizio anno. “Ma il cementificio è fermo dal 6 gennaio”

Si fa sentire la Colacem, società che gestisce un cementificio a Sesto Campano più volte finito sotto accusa quando si parla di inquinamento della Piana di Venafro.

Gli sforamenti di PM10 a Venafro, come rileva la centralina Venafro2 installata dall’Arpa Molise, ci sono stati ancora rispetto a quanto riferito in un nostro articolo il 16 gennaio scorso. Ai 6 sforamenti certificati nell’arco dei primi 15 giorni dell’anno (ricordiamo che i mesi invernali sono sempre quelli più critici, ndr) se ne sono aggiunti altri e precisamente il 16, il 22 e il 24 gennaio.

venafro 2 pm10

Ricordiamo che il valore limite della media giornaliera è pari a 50 µg/m3, da non superare per più di 35 volte in un anno. Ma alla data del 24 gennaio (ultimo dato disponibile) la centralina Venafro2, per il monitoraggio della qualità dell’aria, risultava avere una media di 58 µg/m3.

arpa venafro pm10

 

Il cementificio di Sesto Campano a tal proposito fa notare che l’inquinamento da polveri a Venafro è di nuovo, sì, oltre i limiti, “ma la Colacem è ferma”. Lo comunica in una nota il direttore dello stabilimento di Sesto Campano, Giovanni Vincenti. “Nel periodo invernale, le polveri fini nell’aria a Venafro registrano valori molto elevati, come nelle giornate del 15, 16 e 22 gennaio 2024, andando oltre i limiti di norma. Questo accade mentre lo stabilimento Colacem di Sesto Campano è fermo per manutenzioni ordinarie dal 6 gennaio scorso.

Sono oltre dieci anni che immancabilmente si verifica tale situazione: stabilimento fermo e sforamenti del PM10. L’impianto Colacem, controllato 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, non ha alcuna correlazione significativa con le polveri fini della Piana di Venafro. Questo è ormai evidente”.

Auspichiamo – conclude il direttore – che tutti si adoperino per affrontare seriamente il problema, evitando strumentalizzazioni fuorvianti. Colacem resta aperta al dialogo con il territorio, perché solo attraverso ragione e scienza si potranno individuare soluzioni utili ed efficaci alla comunità”.

 

Va registrato, d’altra parte e a onor del vero, che il cementificio – più volte citato nel rapporto Ispra&Arpa – non è l’unico ‘imputato’ relativamente all’inquinamento della Piana. Nelle conclusioni del rapporto si rileva che “i livelli delle varie specie determinate risultano in generale maggiori presso il sito di Venafro, rispetto al sito di Sesto Campano. Presso il sito di Pozzilli sono stati rilevati livelli sistematicamente e significativamente  inferiori.

In questo senso si può ipotizzare che nel comune di Venafro, ai livelli di fondo già piuttosto alti dovuti ai meccanismi che determinano la formazione di particolato secondario, si aggiunge la maggiore rilevanza delle sorgenti locali in relazione alla maggiore popolazione/densità di popolazione rispetto agli altri siti e alla rilevanza del traffico veicolare locale, che risente dei flussi di transito da e per la Campania che percorrono il paese attraverso la strada statale Venafrana”.

 

Più informazioni
commenta