Campobasso

Apicoltori in difficoltà, Coldiretti: “Bene i 131mila euro a sostegno del settore”

Coldiretti Molise accoglie positivamente lo stanziamento di oltre 131mila euro a sostegno del settore apistico regionale.

Ben otto sono le azioni coperte dalla dotazione finanziaria che spaziano dalla formazione degli apicoltori, con corsi di aggiornamento e di formazione, seminari e convegni, all’assistenza tecnica e consulenza, fino alla lotta a parassiti e malattie; non manca il sostegno per l’acquisto e distribuzione di prodotti veterinari e attività di formazione e informazione finalizzate ad aumentare la sensibilità dei Consumatori. Infine, aiuti sono previsti anche per la razionalizzazione della transumanza, l’acquisto di arnie, attrezzature e sistemi di gestione oltre che di materiali vari per l’esercizio del nomadismo.

Possono partecipare al bando, la cui data di scadenza di presentazione delle domande di sostegno è fissata al 28 febbraio 2024, tutti gli apicoltori, titolari di Partita Iva con codice ateco 01.49.30 e che detengono almeno 30 alveari, sia in forma singola che in forma associata.

“Lo stanziamento – afferma il direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese –  consente una vasta gamma di interventi che di certo potranno apportare benefici al comparto apistico che ormai da anni si trova ad affrontare gravi difficoltà dettate non solo dal mutamento dei mercati ma anche dai cambiamenti climatici in atto che ci stanno abituando ad estati sempre più torride e secche accompagnate da eventi atmosferici estremi”.

Le insistenti piogge primaverili, il vento e il crollo repentino delle temperature, seguite da estati secche che hanno caratterizzato gli ultimi anni – spiega Giovanna Cuomo, produttrice apistica molisana di Coldiretti e presidente dell’associazione Agrimercato di Campagna Amica del Molise – danneggiano i fiori, facendo così crollare le produzioni, come lo scorso anno quando la mancata produzione è arrivata fino all 19;80% per alcune tipologie di miele”.

Un grosso problema per gli apicoltori – prosegue la Cuomo – è, inoltre, rappresentato dalla necessità di alimentare le arnie, in quanto le api non producendo miele a sufficienza si trovano senza nutrimento e dunque rischiano di morire. Un’operazione, questa della loro nutrizione – aggiunge l’apicoltrice – che richiede non solo lavoro aggiuntivo ma spese notevoli che necessariamente si ripercuotono sul prezzo finale del prodotto”.

Non va poi dimenticato che le difficoltà delle api costituiscono un grave pericolo per la biodiversità, considerato che quelle domestiche e quelle selvatiche sono responsabili del 70% della riproduzione di tutte le specie vegetali, sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori.

Ben 3 colture alimentari su 4 dipendono, infatti, in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api; tra queste ci sono: le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni. Inoltre, il calo delle produzioni nazionali di miele sta lasciando spazio alle importazioni dall’estero che nel 2022 sono cresciute del +12% per un quantitativo di oltre 26,5 milioni di chili, provenienti anche da Paesi che non sempre brillano per trasparenza e sicurezza alimentare.

A tutela del consumatore Coldiretti ricorda che il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene in altri paesi, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale.

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