46 anni fa la strage

Acca Larenzia, a Montagano fiori sulla tomba di Francesco Ciavatta e della madre Angiolina

Una delegazione del gruppo politico Casa Pound in visita ieri, domenica 28 gennaio, al cimitero del piccolo centro molisano: “Il loro ricordo non svanirà mai”. 

Una pagina triste, profondamente dolorosa della nostra storia. Una ferita dalle radici molisane. Perché la strage di Acca Larenzia – avvenuta a Roma il 7 gennaio del 1978 – vide tra le vittime proprio Francesco Ciavatta, allora giovane esponente del Fronte della Gioventu, originario di Montagano. 

È proprio lì, nel cimitero del piccolo centro alla periferia di Campobasso, ieri mattina (domenica 28 gennaio) i militanti di CasaPound hanno reso omaggio a quel ragazzo brutalmente assassinato quarantasei anni fa, ponendo dei fiori sulla sua tomba e su quella della madre Angiolina, scomparsa nell’ottobre del 2022. 

“Passeranno gli anni, cambieranno i volti, i simboli e le generazioni – si legge nella nota diffusa dal gruppo politico -ma il loro ricordo non svanirà mai. È una promessa”.

L.A.

acca larenzia tomba

 

La strage di Acca Larentia è un capitolo doloroso della storia italiana, cch ha radici anche nel Molise. Il 7 gennaio 1978, un commando armato attaccò la sede del Movimento Sociale Italiano nel quartiere Tuscolano a Roma, uccidendo due giovani militanti del partito: Franco Bigonzetti, ventenne, e Francesco Ciavatta, diciottenne e originario di Montagano, in provincia di Campobasso.

La manifestazione di protesta che seguì vide la morte di un altro attivista di destra, Stefano Recchioni, freddato da un colpo di pistola. I dettagli dell’attacco mostrano l’efferatezza dell’evento, con Ciavatta inizialmente ferito e poi freddato sulla scalinata accanto alla sezione del partito.

L’attentato fu rivendicato dalla sedicente organizzazione terroristica di sinistra ‘Nuclei armati per il Contropotere Territoriale’, ma le indagini non portarono mai a una condanna definitiva. Nel 1987 furono arrestati, e poi prosciolti, cinque militanti di Lotta Continua. Una delle armi utilizzate per l’eccidio fu ritrovata nel 1988 in un covo delle Brigate Rosse a Milano.

Da quel tragico giorno del 1978, i militanti di estrema destra si riuniscono annualmente ad Acca Larentia per commemorare le vittime. Queste commemorazioni sono spesso caratterizzate da alta tensione. Nel 1979, un militante del Fronte della Gioventù, Alberto Giaquinto, fu ucciso da un proiettile sparato da un poliziotto durante una di queste celebrazioni.

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