Venerdì 29 dicembre

‘Una luce per gli invisibili’, a un mese dall’incendio mortale una fiaccolata da Pozzo Dolce

L'associazione 'La città invisibile' organizza una fiaccolata silenziosa contro l’emarginazione e l’invisibilità fino a Piazza Monumento

A un mese dalla morte di un senzatetto in un incendio scoppiato a Pozzo Dolce, in un’area degradata in pieno centro a Termoli, l’associazione La Città Invisibile organizza la manifestazione “Una luce per gli invisibili”, una fiaccolata che si terrà venerdì 29 dicembre a partire dalle 18 proprio partendo da Pozzo Dolce. Per ricordare la vittima, ma anche per riflettere sui cosiddetti ‘invisibili’ e aprire una riflessione, una luce per l’appunto, su chi vive ai margini della società.

Questa la riflessione dell’associazione.

 

La morte atroce di un giovane uomo

Volti, nomi, vissuti: le persone senza dimora sono, prima di tutto, persone, portatrici di una storia degna di rispetto e dignità.

Quando, mercoledì 29 novembre, abbiamo appreso la tragica notizia del rogo di Pozzo dolce, il cuore ci è salito in gola: abbiamo ripercorso velocemente i nomi di chi sappiamo che dorme in zona. Con alcuni di loro abbiamo un legame anche affettivo: il nostro è un lavoro straordinario, forse per molti incomprensibile, inconcepibile … Quando siamo arrivati a Pozzo dolce per capire meglio, per aiutare e collaborare in qualche modo, per esserci, semplicemente, è trapelato che il corpo della persona carbonizzata era irriconoscibile. Che non si escludeva nessuna pista, neppure quella di un omicidio efferato. Siamo rimasti sgomenti, impietriti.

Forse conoscevamo il giovane uomo deceduto. Forse era una delle persone che passano a Termoli un periodo più o meno lungo: in molti si spostano per lavoro e riportare qualche soldo a casa. In Italia magari si adattano a vivere in condizioni difficili; o restano incastrati in qualche strettoia della vita. Forse lui era uno di loro. Forse. Di certo aveva le sue fragilità, le sue debolezze, le sue povertà. Proprio come tutti noi.

Di certo sappiamo che quell’uomo è morto di una morte atroce.

L’invisibilità sotto gli occhi tutti

L’invisibilità sotto gli occhi di tutti oggi ha il volto e il corpo carbonizzati di quel ragazzo.

Oltre che di una morte atroce e violenta, è morto di incuria, di abbandono, di indifferenza; di solitudine. Forse, ci siamo detti, se avessimo avuto maggiori contatti con lui avremmo potuto aiutarlo. Chissà se si sentiva in pericolo, chissà se voleva provare ad entrare in dormitorio, chissà … Il suo nome si aggiungerà a quello di tante altre persone senza dimora morte in questi anni in Italia: sono 379 sino ad ora (22 dicembre), nel 2023; sono state 399 nel 2022 (più di un morto al giorno). La chiamano la strage invisibile e si consuma nelle strade delle nostre città. Anche a Termoli: come Angelo, morto in una traversa del corso alcuni anni fa o Emil, che se n’è andato una mattina presto sotto al ponte nel parco comunale. O Roberto, morto da solo per una dose forse tagliata male.

Termoli e la marginalità sociale estrema

Al nostro centro di via delle Acacie (ora) e nei locali della chiesa di Sant’Antonio (prima, proprio a due passi da Pozzo dolce), sono passate negli ultimi 16 mesi circa 150 persone. Sono almeno 35 le persone senza dimora presenti a Termoli con una certa stabilità. Che ci piaccia o no, abitiamo la stessa città, le stesse vie, le stesse piazze, gli stessi mercati. Questo giovane uomo è morto in uno dei luoghi dell’abbandono della città, nel pieno centro cittadino, in fondo sotto gli occhi di tutti. Eppure lontano dagli occhi di tutti.

La città infatti fatica a rendersi conto, ad interrogarsi, forse non riesce a vedere, non ha gli strumenti per farlo. O non vuole. Sicuramente ha altre priorità. Siamo così abituati all’orrore nelle nostre vite, alle guerre, alle persone migranti che muoiono in terra e in mare per passare i confini, ai disastri ambientali, ora alle epidemie e alle pandemie: nulla più sembra destare davvero scalpore, indignazione. Nessun moto etico, nessun movimento. Sembra così ovunque, e con maggior forza qui, dalle nostre parti, dove imperano conservatorismo ed ignoranza.

Il tempo del lutto e della riflessione

Ora è il tempo del lutto e della riflessione. Del rispetto per una giovane vita che muore.

Ma ci attende di nuovo il tempo dell’impegno: da parte nostra, che come tante persone volontarie stiamo vicino a chi finisce ai margini della società, stiamo lavorando (in collaborazione con alcune istituzioni pubbliche) per sperimentare progetti di accesso alla casa e di supporto all’abitare per persone senza dimora. Il principio è che la casa è un diritto umano di base e universale. Tuttavia bisogna fare molto meglio e di più: a Termoli sono troppo frammentati gli interventi per il contrasto al grave disagio adulto, e spesso addirittura incoerenti tra loro. Manca una visione che connetta, che metta insieme i pezzi dando senso e prospettiva: la grande assente, come al solito da queste parti e di questi tempi, è la politica.

No, vivere in strada non è una scelta. Si contano sulla punta delle dita le persone che hanno scelto la strada come loro casa. Vivere in strada è sofferenza. È violenza: più precisamente, è una forma di violenza che una parte della società fa nei confronti di un’altra parte, più debole. Ed è una violenza che cresce ogni giorno di più, alimentata da cinismo, egoismo, ignoranza e indifferenza. Di cui le morti quotidiane non sono che, purtroppo, la punta di un iceberg molto profondo.

La violenza di ogni giorno

La violenza è presente spesso nelle relazioni tra le persone in strada: matura ed evolve proprio dentro gli spazi della marginalità, quegli stessi lasciati bui, a marcire nell’abbandono e nell’esclusione. È una violenza che ci sforziamo di comprendere, non per giustificarla, ma perché è l’altra faccia della società in cui viviamo. Girarci dall’altra parte, incolpare della violenza solo l’altro, il povero, il migrante, il drogato non ci renderà immuni all’imbruttimento. Non diciamo (anche se, come si ipotizza, quello di Pozzo dolce fosse un omicidio): «si ammazzano tra di loro». No! Noi tutti, anche se ci riteniamo estranei e distanti, siamo lo stesso coinvolti.

Una marcia contro l’emarginazione

Vorremmo allora che si aprisse in città uno spazio di condivisione e di riflessione: vorremmo ritrovarci, venerdì 29 dicembre, ad un mese esatto dai tragici fatti, di nuovo a Pozzo dolce, e da lì, con una fiaccolata silenziosa contro l’emarginazione e l’invisibilità, camminare da quel luogo buio e perduto fino a piazza Monumento, per le vie scintillanti del centro. Sono i due volti inseparabili della stessa città, che simbolicamente vorremmo riconnettere, ritrovandoci come comunità intorno ad una ferita aperta che ci riguarda tutte e tutti. Per chi, associazioni ed altri soggetti, volesse aderire alla marcia, è possibile comunicarlo con una email all’indirizzo: termoliinvisibile@gmail.com

 

locandina fiaccolata pozzo dolce
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