Campobasso

Reddito di cittadinanza addio, coi nuovi sostegni regna la confusione. “Problema anche per gli operatori”

Il direttore dell’Ambito territoriale sociale De Marco: “La problematica esiste, anche per gli operatori. Per fortuna i nostri sono numeri ridotti”. L’importo del Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) è di 350 euro mensili, erogati per tutta la durata dei progetti formativi e per un massimo di dodici mensilità. L’assegno di inclusione (Adi) è un sostegno economico e di inclusione sociale e professionale ai nuclei familiari con un Isee non superiore ai 9.360 euro.

Sembra passata un’era geologica da quando Luigi Di Maio si affacciò al balcone di Palazzo Chigi per annunciare: “Ce l’abbiamo fatta, abbiamo abolito la povertà”. Si parlava di Reddito di cittadinanza, per la prima volta entrato nel vocabolario degli italiani. Esattamente cinque anni dopo la misura è stata abolita dal governo Meloni. Ma come ci si districa ora in quella che molti hanno definito una “jungla complessa”?

Se n’è parlato a Campobasso, Sala della Costituzione della Provincia, assieme agli esperti del settore e ai dirigenti del Comune. “La problematica esiste, anche per gli operatori – spiega il direttore dell’Ambito Territoriale Sociale di Campobasso, Vincenzo De Marco –. Come sappiamo l’ormai ex Reddito di cittadinanza è sfociato nell’Adi, l’assegno di inclusione che prevede una parte assistenziale di sostegno al reddito per coloro che ne avranno diritto, e un altro canale che riguarda le politiche attive del lavoro (Sfl) al quale si potrà accedere attraverso le piattaforme ad attività di istruzione, formazione, progetti utili alla collettività per rafforzare le proprie capacità lavorative e avere chance di inserimento nel mondo del lavoro”.

Vincenzo De Marco

I dubbi ci sono, come l’interazione tra le piattaforme ancora ferma al palo e gli specifici aspetti organizzativi. Per essere più precisi possibile, il Decreto Lavoro 2023 ha introdotto nuove misure di inclusione sociale e lavorativa. Dal 1 settembre è stato attivato il Supporto per la Formazione e il Lavoro (cosiddetto Sfl), misura nata – come detto – per “favorire l’inserimento nel mondo del lavoro dei cittadini che si trovano a rischio di esclusione sociale”, almeno negli obiettivi programmati.

L’importo del Sfl è di 350 euro mensili, erogati per tutta la durata dei progetti formativi e, comunque, per un massimo di dodici mensilità. I destinatari sono componenti di nuclei familiari che abbiano tra i 18 e i 59 anni di età, un valore Isee che non superi i 6mila euro e che non rientrano nella nuova misura dell’Assegno di Inclusione (Adi). Quest’ultimo entrerà in vigore dal gennaio del 2024 come misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, ai nuclei familiari con un Isee non superiore ai 9.360 euro e che abbiano almeno un componente disabile, minorenne, con almeno 60 anni di età, oppure in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali.

“A Campobasso, ad essere onesti, ci salvano i numeri – prosegue De Marco –. Non siamo una grande città, stiamo cercando di ovviare alle difficoltà tecniche attraverso modalità informali. Per esempio il nostro gruppo di lavoro che si occupa dell’assegno di inclusione periodicamente si vede con i rappresentanti del Centro per l’impiego per un passaggio di informazioni manuale visto che le piattaforme non riescono ancora a comunicare tra loro. Le dimensioni ridotte ci consentono un approccio artigianale, diciamo, ma che nel nostro contesto funziona”.

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