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Basso Molise flagellato da vento e fuoco: bruciano i rifiuti della camorra, pericolo diossina

Aria irrespirabile a ridosso della Bifernina per plastica, gomma e scarti speciali andati a fuoco in una giornata funestata da venti che hanno sfiorato i 90 km/h. Vigili del fuoco impegnati dal mattino per domare i roghi, di presumibile matrice dolosa. Le ecoballe scaricate dalla criminalità organizzata campana durante il lockdown sono andate a fuoco, sprigionando diossina oltre i limiti. L'emergenza focolai, a sera, è ancora in corso.

Giornata di emergenza in basso Molise a causa di numerosi incendi che hanno richiesto l’intervento di decine di squadre del 115, impegnate dalla mattina per lo spegnimento dei roghi che hanno devastato centinaia di ettari di vegetazione soprattutto in agro di Guglionesi, San Martino in Pensilis e Larino. Il più grave a ridosso della Statale 647, rimasta chiusa dalle 9 circa fino alle 13 per visibilità azzerata dal fumo denso e nero, alimentato dal vento di libeccio che ha spirato con raffiche fino a 90 km/h, causando anche crolli di alberi e rami, segnaletica divelta, pioggia di calcinacci in alcuni centri già compromessi dai venti di uragano dell’altra notte.

Incendio diossina rifiuti 5 novembre 2023

Proprio il vento, che con brevi tregue sta segnando anche il pomeriggio di domenica 5 novembre, è stato complice del vastissimo rogo di probabile origine dolosa che ha carbonizzato le ecoballe scaricate durante il lockdown in territorio di San Martino in Pensilis. Sono andati a fuoco i rifiuti speciali che erano stati scaricati a ridosso della strada statale Bifernina, tra San Martino e Guglionesi. Si tratta di rifiuti speciali, tra i quali plastica e gomma, la cui combustione ha sprigionato nell’aria quantitativi importantissimi di diossina. L’aria è irrespirabile e si avverte un odore di plastica bruciata persistente lungo chilometri.

Incendio diossina rifiuti 5 novembre 2023

Nei cumuli di rifiuti che erano stati accatastati dalla criminalità organizzata nel piazzale davanti la ex Calcestruzzi, stabilimento dismesso da decenni, erano finite anche lastre di catrame, gomma, scarti di cappotto del superbonus 110, polistirolo, vecchi elettrodomestici e cumuli di spazzatura domestica, stavolta di responsabilità di cittadini e imprese locali che hanno di fatto trasformato quell’area in una discarica illegale.

Il sindaco di San Martino in Pensilis Gianni Di Matteo ricorda di avere più volte chiesto, ma invano, la bonifica dell’area. Un’area privata, dove non ci sono stati interventi di pulizia, con il risultato odierno. Singolare inoltre che anche gli altri due punti di scarico delle 200 tonnellate di rifiuti speciali, che secondo un’inchiesta della magistratura molisana sarebbero addebitabili ai Casalesi, nei mesi scorsi siano stati coinvolti da incendi, anche questi di matrice dolosa. Saranno i vigili del fuoco che stanno lavorando con l’ausilio anche della protezione civile dei comuni limitrofi, tra cui RGPT di Portocannone, a fare chiarezza sulla eventuale responsabilità dolosa e sul punto di origine.

Per ora resta un vero disastro naturale, con un elevato pericolo diossina che investe appezzamenti coltivati e arriva direttamente ad alcune abitazioni poste dietro la linea del fronte del fuoco. Altri roghi inoltre stanno interessando altri punti del basso Molise, come l’area compresa tra San Giacomo degli Schiavoni e Termoli.

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