La commemorazione

Tavenna e Colletorto ricordano la strage nazista del 13 ottobre 1943

Si ricorda oggi una delle fucilazioni più efferate del basso Molise. Accaduta nel pomeriggio del 13 ottobre 1943 presso Fontanella Canaparo. Dopo il convegno, che ha celebrato l’80esimo anniversario della Liberazione, una ricorrenza decisamente importante, da cui trarre non poche lezioni. La memoria di avvenimenti così crudeli non deve mai essere spenta. Lo ricorda il Comune di Tavenna e lo ricorda il Comune di Colletorto che insieme hanno pagato col sangue la perdita dei figli più cari.

Alla ricorrenza interverranno le massime autorità dell’Arma dei Carabinieri, l’ANPI, l’Associazione Carabinieri di Termoli, le autorità dei due Comuni interessati e i parenti delle vittime. Il triste episodio all’epoca fece soffrire duramente due comunità. Sotto l’occupazione di Kesserling, Colletorto e Tavenna hanno patito non pochi dolori, nel momento in cui a Termoli gli Alleati era già sbarcati.

Nell’occasione della rappresaglia, a Tavenna, il dolore salì pesantemente dalla periferia alla piazza del paese. Tanta l’angoscia. Tanti i momenti terribili. Oggi si ricordano presso Fontanella Canaparo, adiacente ad un vecchio fabbricato rurale, a partire dalle ore 16.30, lungo la strada provinciale 163. Qui, alle porte di Tavenna, vennero fucilati per rappresaglia tra persone prese in ostaggio a seguito del ferimento di un soldato tedesco da parte di un falegname del posto, accorso in aiuto di un vicino di casa minacciato. Dei tre fucilati due erano dell’Arma dei Carabinieri, provenienti da Lanciano. Quel giorno caddero sotto i colpi della fucilazione Giuseppe Di Lena, contadino di 50 anni, Vincenzo Simone, carabiniere di Colletorto all’età di 27 anni e Giovanni Iuliano, giovanissimo carabiniere di 18 anni di Tavenna.

 

Il destino salvò quest’ultimo. Era stato, infatti, creduto morto dopo aver raggiunto tutto insanguinato il vicino canneto, ancora visibile oggi nel luogo della strage. Sappiamo pertanto ogni particolare della strage grazie alle lettere che Giovanni Iuliano inviò ai suoi dopo aver raggiunto l’Argentina nel dopoguerra. Dai suoi rapporti epistolari viene fuori un racconto che desta non poche curiosità su un evento che diversamente sarebbe rimasto completamente sconosciuto nel suo svolgimento e nei suoi dettagli. La deportazione a Fontanella Canaparo fu forzata tra fucili spianati. Sappiamo pure cosa si dissero i fucilati prima di essere raggiunti dai colpi mortali.

Vincenzo Simone  carabinieri tavenna strage nazista

Vincenzo Simone (foto sopra), il carabiniere di Colletorto, era sfuggito alla morte sul fronte greco. Prima di cadere, riferendosi ai suoi compagni fucilati disse: “La fossa che i tedeschi ci hanno fatto scavare è soltanto per noi”. Non serviva affatto alla costruzione di una trincea come si era pensato. La narrazione colpisce. Rafforza il valore dei ricordi. Mette insieme due comunità. Trasmettendo una lezione di storia umana di alto profilo. Alla cerimonia sarà presente un gruppo di parenti provenienti da Colletorto che abbracciano, tra non poche emozioni, questi ricordi. Sempre.

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