Larino

Puchetti: in Molise una filiera agricola per un “cibo pubblico” buono e sano. La Fiera di Ottobre col Fuori Fiera scommette sul futuro

Il messaggio del sindaco di Larino Giuseppe Puchetti. "Il Palazzo Ducale il 12 e 13 ottobre si trasformerà in un laboratorio di idee e di proposte, di dialoghi e suggestioni" e l'obiettivo è quello di "candidare Larino e la Fiera di Ottobre a divenire il contenitore nazionale nel quale ogni anno si possa affrontare il tema del cibo pubblico"

Quando questo pomeriggio taglierò il nastro della 280esima edizione della Fiera di Ottobre di Larino sentirò certamente un sentimento di orgoglio e di gratitudine. L’orgoglio di appartenere ad una comunità antica e forte, la gratitudine per tutti coloro che si sono impegnati per non far perdere di senso un così importante evento. Allo stesso tempo sono consapevole che oggi inizia un lungo viaggio di trasformazione e cambiamento per questo evento che ha segnato la storia della nostra comunità. E che desidero segni anche il suo futuro. Insieme a tutta la mia amministrazione e con l’assessore Vitiello in particolare abbiamo deciso con determinazione di assumerci la responsabilità di trovare un momento nuovo e diverso dove progettare il futuro della Fiera di Ottobre.

Fuori Fiera
Fuori Fiera
Fuori Fiera

Insieme al Festival del Sarà – Dialoghi sul futuro abbiamo immaginato di offrire alla comunità il Fuori Fiera. Oggi e domani (12 e 13 ottobre, ndr) il Palazzo Ducale si trasformerà in un laboratorio di idee e di proposte, di dialoghi e suggestioni. Ascolteremo voci diverse, voci competenti per farci contaminare dalla contemporaneità e per darci la forza di definire una nuova identità della Fiera di Ottobre.

 

Già dalla scelta del titolo del primo panel di questa sera e dagli ospiti invitati quello che ci proponiamo è di coinvolgere tutti gli attori della filiera agricola, insieme alle istituzioni nazionali e regionali, per candidare Larino e la Fiera di Ottobre a divenire il contenitore nazionale nel quale ogni anno si possa affrontare il tema del cibo pubblico. Il cibo pubblico, quello che lo Stato si fa carico di dare ai propri cittadini, sta entrando prepotentemente nel dibattito politico e mediatico nazionale. Il governo e lo Stato hanno la responsabilità di garantire ai bambini, alle donne e agli uomini un cibo buono, di qualità e salubre. Una responsabilità che si rafforza proprio quanto è lo Stato ad offrirlo ai propri cittadini negli ospedali, nelle scuole, nelle mense.

La filiera agricola molisana si può candidare ad essere un laboratorio dove sperimentare le iniziative per migliorare questo processo. Possiamo farlo insieme alle organizzazioni dei produttori, insieme alla filiera agro-industriale, coinvolgendo le imprese di ristorazione collettiva che poi trasformano il cibo. Possiamo farlo sensibilizzando i cittadini a una consapevole alimentazione, dimostrando nel concreto come la dieta mediterranea porti benefici in termini di salute e di longevità. Possiamo coinvolgere le associazioni dei consumatori per verificare la qualità delle proposte e delle loro concretizzazioni. Possiamo dedicare luoghi e momenti per formare i nuovi operatori dell’agro-alimentare collaborando con le università a partire da quella del Molise e coinvolgendo chi già altrove sta dimostrando che rendere un luogo una nuova destinazione dandole una identità è possibile.

Creare un nuovo futuro, incrociando formazione agroalimentare per un pubblico di studenti internazionali, sperimentazione sociale e promozione del territorio e dei suoi prodotti e paesaggi non è utopia. Possiamo mettere a disposizione i terreni dove nuovi insediamenti produttivi nel campo agro-industriale e la logistica ad essi legata trovino casa, utilizzando al meglio le opportunità delle ZES.

 

Per questo spero che in tanti in queste due sere affollino l’atrio del Palazzo Ducale. Un luogo che per due giorni può divenire il campo neutro dove tutti i protagonisti di questo nuovo inizio della Fiera di Ottobre si liberino delle loro casacche di parte e indossino solo quella del Molise. Abbiamo una possibilità di creare vero valore attorno ad un elemento della nostra identità e tradizione: il cibo. Dobbiamo avere il coraggio di rendere questa visione di futuro un evento contemporaneo capace di accendere i fari dell’attenzione nazionale sul nostro Molise. Insieme, istituzioni, imprese e comunità possiamo riuscirci.

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