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Stipendi sindaci, maxi aumenti da gennaio: quello di un capoluogo di regione guadagnerà 11 mila euro lordi al mese

Dal 1 gennaio scattano gli aumenti delle indennità di funzione decretati dalla legge di Bilancio 2022 voluta da Mario Draghi per convincere gli aspiranti sindaci a farsi avanti specie nei comuni più piccoli dove le elezioni sono difficili per una scarsità di candidati. Dai paesi alle città ci guadagneranno tutti: la fascia tricolore di Campobasso, per esempio, arriverà a 11 mila euro lordi al mese, quella di Termoli a quasi 5 mila euro.

Sono aumenti di stipendio consistenti quelli decisi dall’ex governo Draghi per tutti i sindaci d’Italia: la sua Legge di Bilancio 2022, infatti, ha decretato una impennata delle indennità di funzione che saranno elevate soprattutto per le fasce tricolore delle Città metropolitane. A loro andranno, dal primo gennaio del 2024, quasi 14 mila euro lordi al mese. Niente male neppure lo stipendio di un sindaco di capoluogo di regione che dal prossimo anno arriverà a prendere 11 mila euro al mese. Lordi.

E con le elezioni alle porte  a Campobasso, dove si voterà la prossima primavera, è evidente che da questo momento in avanti la carica farà ancora più gola.  Era, del resto, proprio questo l’obiettivo del governo di Mario Draghi: aumentare l’appeal di un ruolo che, specie nei territori più piccoli, fatica a emergere a causa di elezioni difficili in cui pochi se la sentono di candidarsi.

A rendere effettivi i maxi aumenti di stipendio che dal prossimo anno somiglierà un po’ più a quello dei presidenti di Regione ma “in relazione alla popolazione del Comune in cui prestano servizio”, come e ha spiegato bene Il Messaggero oggi, sarà una deliberazione delle giunte comunali che proprio in queste settimane si apprestano ad approvare la tabella con le nuove indennità mensili di sindaci, vicesindaci e assessori.

IL CASO LARINO

Lo hanno già fatto a Larino, per esempio, innescando una ridda di polemiche velenose tra maggioranza e minoranza. Pino Puchetti, il primo cittadino del centro frentano, ha replicato proprio ieri al gruppo (di opposizione) Insieme per Larino che aveva condannato questi aumenti “immorali” invitando la giunta municipale a utilizzare quei soldi per dar vita a un “fondo sociale destinato ai cittadini in difficoltà”.

Tutto in un post successivo all’approvazione della delibera di giunta comunale 130 dell’11 settembre scorso. Puchetti e il gruppo di maggioranza Siamo Larino è intervenuto per chiarire che gli aumenti “non sono una scelta arbitraria della Giunta comunale, bensì un preciso disposto dell’art. 1, commi 583 e 584, della L. 30 dicembre 2021, n. 234 (la legge di bilancio 2022), col quale il governo Draghi ha predisposto un adeguamento dell’indennità di funzione dei sindaci e degli amministratori, riportando per i Comuni con popolazioni tra i 5.001 e i 10.000 abitanti un aumento del 29%. È inoltre da considerare che le relative indennità sono ridotte del 50% per chi è lavoratore dipendente”.

Pino Puchetti sindaco Larino

Puchetti, rieletto a maggio i quest’anno, ha anche fatto notare come “per poter usufruire totalmente dell’aumento, l’Amministrazione comunale di Larino ha dovuto provvedere a rimuovere la riduzione del 20% degli importi vigente fin dal 2012, quando l’allora Amministrazione comunale, non rispettando il patto di stabilità, fu costretta per legge, e non per arbitrio, a ridursi le indennità previste.
Va chiarito dunque che gli aumenti, previsti per gli anni dal 2022 al 2024 dalla Legge 234/2021, sono interamente a carico dello Stato, e che nel caso specifico del Comune di Larino, solo e soltanto a causa della precedente riduzione forzata, pesano sulle casse comunali per il 20% dell’aumento deliberato. Va inoltre sottolineato che il Comune di Larino ha adeguato totalmente queste indennità a decorrere dal primo ottobre 2023. Non adeguando le indennità dal primo gennaio 2022, come la legge consentiva, il Comune di Larino ha dovuto restituire allo Stato circa 9.500 euro per l’anno 2022 e circa 5.000 euro dovrà restituirli per l’anno 2023”.

Insomma, quelli dell’aumenti di indennità ai sindaco sono soldi vincolati “che non possono in alcun modo essere utilizzate per altri scopi, e quindi costituire un fondo sociale come proposto dal gruppo di minoranza”.

ECCO COME CAMBIERANNO LE INDENNITA’

Ma vediamo nel dettaglio questi aumenti che, va detto, non sono esattamente un fulmine a ciel sereno per gli amministratori che già nel 2022 e nel 2023 hanno potuto beneficiare di un graduale innalzamento dei compensi.

Chi è a capo di una Città metropolitana, tipo Roma o Milano, arriverà fino a 14 mila euro al mese (lordi) dal primo gennaio 2024. Tre anni fa il loro importo era la metà (col nuovo anno guadagneranno 6.800 euro in più rispetto al 2021). Per i sindaci che amministrano i capoluoghi di Regione come Campobasso l’indennità di questo 2023 era già arrivata a 9.753 euro lordi mensili. L’anno prossimo sarà di 11 mila euro. Che è anche la cifra a cui arriveranno i sindaci di quei capoluoghi di provincia con oltre 100 mila abitanti.

Nei Comuni con un numero di abitanti compreso da 30 e 50 mila, ed è il caso di Termoli dove pure in primavera ci sarà il rinnovo del Consiglio comunale, l’aumento per i sindaci si attesterà a 1700 euro lordi al mese in più rispetto a due anni fa: lo stipendio per loro passerà da circa 3100 euro del 2021 a 4830 del 2024.

E non va male neppure per le fasce tricolore dei Comuni piccoli e piccolissimi: 4 mila euro lordi al mese per chi amministra territori tra 5 e 10 mila unità, (1500 euro in più rispetto al 2021). Poco più di 2200 euro al mese per i sindaci con territori fino a 3 mila abitanti di cui proprio il Molise è ricco.

Anche il Corriere della Sera oggi ha parlato degli aumenti di stipendio dei sindaci evidenziando come, anche se sembrano ingenti, “è necessario ricordare che quelli risalenti al 2021 erano livelli fermi dal 2000, con un ritocco al ribasso del 10% nel 2006. Solo i compensi dei primi cittadini dei Comuni con meno di 3 mila abitanti sono stati rialzati già nel 2019, proprio per motivare nuovi possibili candidati. Nel 2022 la misura è costata allo Stato circa 100 milioni di euro, l’anno successivo 150, mentre si stima che per il 2024 possa arrivare a richiedere risorse per 220 milioni”.   (ad)

 

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