Tutti candidati

Michele Iorio, dal 1990 in Regione. “Ci sarò anche questa volta. Patriciello? Non condividiamo tutto, ma mi auguro entri in FDI per le Europee 2024”

Michele Iorio 75 anni medico più volte presidente della Regione Molise e parlamentare della Repubblica, consigliere regionale uscente e oggi candidato nella lista di Fratelli d'Italia per Francesco Roberti.

Patriciello, Toma, Meloni, Gravina, Roberti, sentenze della magistratura. Nel dialogo con Antonello Barone nel format Tutti Candidati l’ex presidente della Regione Molise non si è sottratto ad un dialogo serrato.

Perché ha rinunciato alla candidatura a Presidente?

“Non ho ritenuto vincente la mia candidatura solitaria, quella cioè di un polo di centro che poteva solo significare un danno per il centrodestra. A quel punto ho rinunciato a quella ipotesi e ho accettato di fare il candidato consigliere con Roberti”.

Come può coniugare l’idea di un polo di centro e l’essere parte della lista più a destra della coalizione?

“Sono in una lista che è a destra, ma in piena evoluzione e lavora per diventare una partito conservatore moderno che sicuramente sarà fondamentale anche per il futuro dell’Europa, non solo dell’Italia. Quindi è un’area politica che mi vede partecipe senza nessun tipo di imbarazzo. Mi trovo abbastanza comodo”.

Toma?

“Ho perso presto fiducia in lui. Legislatura improduttiva”.

Michele Iorio

Sentenza della Corte dei Conti sul caso Termoli Jet?

“Una sentenza del tutto parziale, del tutto impugnabile. Ci sono delle opportunità successive in Cassazione perché ritengo che ci sia un difetto di legittimità e di competenza”.

L’acquisto della nave Termoli Jet è stato uno sbaglio?

“Assolutamente no, perché credo che quella del collegamento con la Croazia rimane una prospettiva”.

Ha fiducia nella magistratura?

“Ma sì, ho fiducia nella magistratura, quando però si arriva a più gradi di giudizio perché, insomma, sulle indagini qualche cosa l’avrei da dire”.

Sarà il vicepresidente di Roberti?

“In politica la sicurezza dipende dai risultati elettorali. Contano i voti e le competenze, perché, insomma, solo coi voti si rischia di fare qualche pateracchio”.

Un giudizio su Gravina?

“È espressione di una coalizione conflittuale al massimo, proprio in evidente contraddizione con se stessa”.

Vuole fare autocritica per come ha trattato il basso Molise da Presidente?

“No, perché io ho avuto nei confronti di questo territorio un’attenzione molto, ma molto particolare. Le cose fondamentali che sono state fatte in termini sia di lavori pubblici, ma anche come possibilità di sviluppo e di crescita portano il mio nome: università, infrastrutture urbane, porto”.

Il basso Molise è pronto per una eventuale nuova alluvione come nel 2003?

“Il territorio del basso Molise non è ancora stato messo in sicurezza perché da quando me ne sono andato i miei successori non hanno attuato nulla.”

Si può rinunciare all’autonomia regionale?

“L’autonomia regionale è l’unico paracadute e l’unico antidoto allo spopolamento di quest’area territoriale; se perdessimo l’autonomia istituzionale il Molise già non esisterebbe più.

L’autonomia differenziata è un pericolo?

“Fatta con criteri giusti e senza ledere naturalmente gli interessi delle regioni più deboli è una scelta prevista dalla Costituzione. La sinistra da sola ha approvato una riforma costituzionale che lo prevede e adesso quando si deve realizzare fa le barricate? Si tratta naturalmente di farla in maniera tale che si possa dare a chi ha la possibilità di marciare a diversa velocità di farlo, ma senza lasciare indietro nessuno”.

Un giudizio sul senatore Della Porta?

“Non dò giudizi, è presto, ma credo che possa fare bene”.

Rapporto in Molise tra sanità pubblica e sanità privata, tra impresa e politica?

“Il mio giudizio è che si può fare l’una e l’altra cosa. La via giusta è quella di trovare un’intesa tra le possibilità dei convenzionati e quella del pubblico”.

Il rapporto politico con Aldo Patriciello?

“Non stiamo proprio dalla stessa parte, nel senso che non condividiamo proprio tutto. Però, insomma, è un rapporto assolutamente amichevole ecco. Io penso, spero, che entri in FDI, perché è giusto che il partito cresca. Anzi me lo auguro”.

Quando è entrato per la prima volta in consiglio regionale?

“Nel 1990, e credo di farcela anche questa volta”.

Michele Iorio
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