La nota del senatore

Autonomia Differenziata… questa (s)conosciuta

il senatore molisano di FdI Costanzo della Porta, relatore del disegno di legge, chiarisce il contesto in cui si sta muovendo la proposta che è stata uno dei tempi cruciali della campagna elettorale per la Regione

Sull’autonomia differenziata, alla luce delle ultime considerazioni di esponenti del centrosinistra durante la campagna elettorale, ritengo sia doverosa qualche seppur sintetica precisazione.
Innanzitutto il disegno di legge all’esame del Senato è diretta conseguenza della riforma costituzionale del titolo V della Costituzione approvata nel 2001, con legge 3/2001, proprio dal centrosinistra che oggi la avversa, o almeno sembra farlo in questa fase, per fini puramente elettorali.

Dico questo perché Conte, Schlein e l’allegra brigata fanno finta di non sapere che èincardinato al Senato, insieme al DDL Calderoli, un altro disegno di legge a firma del Sen. Martella, esponente del Partito Democratico, molto convergente con quello del Governo e che comunque sostiene parimenti il principio del regionalismo differenziato.

D’altra parte, solo qualche giorno fa, in Commissione Affari Costituzionali, il Capogruppo del PD ha chiaramente affermato che il suo gruppo “non è pregiudizievolmente contrario all’autonomia differenziata”. Ciò posto, il provvedimento è solo all’inizio del percorso, che prevede una lunga fase
istruttoria, anche emendativa, che potrà migliorare il testo se ciò risulterà necessario.

In ogni caso l’autonomia, per come è intesa nel ddl, non comporta alcuna imposizione dello Stato verso le Regioni. Si attua, infatti, attraverso una INTESA tra Stato e Regione interessata, in u procedimento partecipato secondo il quale si stabilisce, una volta quantificati i LEP (livelli essenziali delle prestazioni per ogni materia da attribuire), quanto occorre a una data Regione per garantire ai suoi cittadini servizi adeguati.

Ergo, se la Regione non propone l’intesa con lo Stato, non sarà delegata a gestire ulteriore materie e funzioni rispetto alla situazione esistente. Se, di contro, propone l’intesa e all’esito del procedimento il Parlamento la approva, potrà gestire in autonomia le ulteriori materie richieste.
In sintesi, la Regione potrà accedere alle ulteriori forme di autonomia differenziata se lo vorrà, chiedendo allo Stato la delega sulle 23 materie indicate dall’art. 117 della Costituzione, ovvero solo su alcune di esse, ovvero su nessuna di esse non proponendo alcuna intesa.

Ecco perché la discussione di questi giorni sull’autonomia differenziata appare davvero
surreale. Anzi è strumentale al gioco di chi, Conte, Gravina,Schlein e loro compagni di viaggio,
la usa in campagna elettorale, come detto, per fini meramente elettorali, cercando di incutere paure e timori nei cittadini in maniera davvero indegna.

Ad ogni buon conto, per il sottoscritto e per Fratelli d’Italia, mai si potrebbe approvare una norma che incida negativamente sui diritti degli italiani e sui servizi che devono ad essi essere garantiti, certamente in misura migliore rispetto a quanto accade oggi. E questo con buona pace dei detrattori, che non riescono neppure a condividere un comizio assieme, rifugiandosi furtivamente in un bar, per non scatenare le ire dei loro rispettivi sostenitori.

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