L'indagine della procura di larino

I ladri, i mediatori e il ricettatore, così colpiva la banda dei cavi di rame. “Economia green da proteggere”

L'associazione a delinquere era composta da 11 cittadini di nazionalità rumena, 1 albanese e 6 italiani, tra cui tre donne (due rumene e una italiana), tutti stanziali in Puglia

Secondo la Procura di Larino e per il Gip che ha firmate le ordinanze cautelari da cui nasce l’operazione ‘Vento Rosso’, quella che è stata smantellata stamattina era una associazione a delinquere su tre livelli con base a San Ferdinando di Puglia. La prima, quella dei ‘manovali’, gli esecutori materiali dei furti, tutti cittadini romeni. Poi un’altra squadra di ricettatori, una sorta di mediatori fra i ladri e il ricettatore finale, livello ultimo dell’associazione, colui che si occupava di smerciare i cavi di rame rubati dai parchi eolici e fotovoltaici di quattro regioni: Molise, Puglia, Campania e Basilicata.

Durante la conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione, stamane nella caserma dei carabinieri di Larino, la procuratrice capo Elvira Antonelli, la pm Marianna Meo e il comandante Luigi Delle Grazie hanno fornito alcuni dettagli importanti.

Gli indagati sono in tutto 18. Per 11 di loro il Giudice per le indagini preliminari ha emesso delle ordinanze di custodia cautelare, 9 in carcere, 1 ai domiciliari e 1 con obbligo di dimora. Tuttavia 4 di loro sono attualmente irreperibili. Un componente della banda è stato arrestato anche per porto abusivo di una pistola clandestina che teneva nascosta sotto il materasso della culla della figlia. Arresti e perquisizioni scattati a Bari, San Ferdinando di Puglia, Barletta, Bitonto e Cerignola. La banda era composta da 11 cittadini di nazionalità rumena, 1 albanese e 6 italiani, tra cui tre donne (due rumene e una italiana), tutti stanziali in Puglia.

All’operazione hanno preso parte circa 100 militari dell’Arma dei Carabinieri dei Comandi Provinciali di Campobasso, Bari, Barletta-Andria-Trani e Cerignola e dei Nuclei Cinofili di Chieti e Modugno.

delle grazie antonelli vento rosso

Tredici i furti accertati dagli inquirenti in quasi un anno di indagini, partite proprio da un colpo messo a segno in Molise, al parco eolico di San Martino in Pensilis nel febbraio 2022, mentre l’altro che ha riguardato il Molise è avvenuto a Ururi. Sono invece 10 i casi di ricettazione di rame accertati, mentre sono 6 le tonnellate di rame rubate. Di queste, 615 kg sono stati recuperati e sequestrati. Al mercato nero il rame era venduto a un prezzo oscillante fra i 4 e i 5 euro al kg.

I danni sono stati ingentissimi: un milione di euro quello quantificato materialmente, addirittura tre milioni di valore commerciale per la mancata produzione di energia elettrica pari a circa novemila Mwh.

“Questa associazione andava a colpire l’economia green, che è un’economia da proteggere. Oltre al furto, portano a danni gravissimi” ha dichiarato la procuratrice capo di Larino, Elvira Antonelli, evidenziando i meriti dei carabinieri e della collega Marianna Meo, sostituto procuratore che ha coordinato l’indagine.

“Nel primo furto, quello di San Martino, abbiamo individuato alcuni indizi fondamentali che sono stati poi sviluppati con una intensa attività tecnica – ha spiegato Meo -. Siamo riusciti a individuare l’esistenza di un’associazione a delinquere che non è facile da dimostrare, oltre ai reati satellite di furti aggravati e ricettazione”.

Secondo la pm, “il promotore dell’associazione coordinava i furti. Inoltre erano coordinati anche il trasporto, la pulizia del rame e il profitto, sul quale c’erano delle discussioni. Questa notte – ha aggiunto Meo – abbiamo avuto un ulteriore riscontro, avendo trovato durante le perquisizioni elementi legati al reato”.

Operazione vento rosso carabinieri

Il riferimento, come ha chiarito il colonnello dei carabinieri Luigi Delle Grazie, è a una macchina che sguaina i cavi permettendo quindi di poterne ricavare il rame. “L’energia green è difficile da tutelare, basta tagliare un cavo e creiamo un danno anche all’immissione sulla rete elettrica nazionale” ha commentato il comandante provinciale dell’Arma, affiancato dal comandante della Compagnia di Larino, Cristian Petruzzella. “Abbiamo bloccato soggetti pericolosi – ha detto ancora Delle Grazie insistendo inoltre sull’importanza della collaborazione dei cittadini -. Occorre segnalare movimenti sospetti. Il Molise è terra di conquista”.

La procuratrice capo Antonelli ha aggiunto: “Per fortuna in Molise la gente è sana, non ci sono gruppi delinquenziali autoctoni. La nostra è una Procura di frontiera e con un’operazione come questa rendiamo un servizio alla collettività”.

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