Voi li comprate i giornali?

Quotidiani, riviste, libri, giochi e ‘socialità’: se le edicole muoiono ci perdiamo tuttisondaggio

Lo chiediamo ai lettori con un sondaggio, dopo aver pubblicato i dati relativi alla distribuzione dei prodotti editoriali nelle provincie di Campobasso e Isernia: sulla carta sono oltre 135 i punti vendita autorizzati a vendere giornali, nella realtà moltissime edicole hanno chiuso e altre attività che potrebbero offrire il servizio non lo fanno perché non è sostenibile. Ecco l’elenco dei comuni dove è possibile acquistare un quotidiano o una rivista: non arrivano a 70.

“Il covid ha cambiato le nostre abitudini: già prima era difficile vendere giornali, ma adesso per carità. E che ne parliamo a fare: qui entrano solo per acquistare Gratta&Vinci e fare le fotocopie”. Un edicolante molisano, sconsolato alla fine dell’ennesima giornata in cui deve restituire, rispedendo al mittente, interi pacchi di quotidiani invenduti, alza le mani. “Io resisto perché offro altri servizi. Se dovessi vivere di questo – aggiunge indicando le pile intonse – farei meglio a chiudere”.

Che le edicole siano in crisi nera, e da un pezzo, non è una novità. Secondo le stime del Sinagi (Sindacato Nazionale Giornalai Italiani) riportate dal giornale (testata web) Il Post, quindici anni fa erano circa 40mila “ma fino alla fine del 2019 chiudevano a ritmo di quasi 4mila l’anno”. La causa principale è proprio il calo progressivo della vendita dei quotidiani cartacei, che venti anni fa si vendevano tra le cinque e le nove volte più di oggi. “La sproporzione tra costi di stampa e distribuzione e ricavi dalle vendite – ricostruisce sempre Il Post – ha inoltre iniziato a spingere diverse testate nazionali a non far arrivare più le copie in diverse regioni d’Italia, causando così un’ulteriore diminuzione delle vendite in edicola”. È il caso della nostra regione: sulla carta sono 136 i punti vendita del Molise dove è possibile rifornirsi dei cosiddetti ‘prodotti editoriali’, considerando in questa lista (dato della Camera di Commercio del Molise) non ci sono solo le edicole pure, i negozi di rivendita esclusiva di giornali, riviste e affini, ma anche attività di Sali e Tabacchi, cartolibrerie, finanche bar e chioschi di somministrazione cibo e bevande autorizzati a vendere i giornali.

Alla prova dei fatti però non arrivano a un centinaio, fra le province di Campobasso e Isernia, i punti vendita giornali. Giornali che arrivano in meno di settanta comuni dei complessivi 136 centri molisani. Molte edicole negli ultimi anni hanno chiuso, specialmente una volta passato il periodo peggiore della pandemia, quando sono cessati gli aiuti straordinari per arginare la crisi economiche. Durante il covid le edicole esclusive sono rimaste aperte perché sono state incluse tra gli esercizi commerciali ritenuti necessari, fornitori di servizi essenziali. Poi, tra il 2021 e il 2022, molte attività hanno abbassato la saracinesca. È accaduto in numerosi comuni italiani, dalle grandi città ai piccoli centri. Ed è stata una morìa che si è sommata a un fenomeno che

A Termoli, per fare un esempio, dovrebbero esistere cinque “edicole pure”, cioè quelle con il codice Ateco prioritario di vendita di giornali, quotidiani, riviste e illustrati. Nella realtà però ne sono rimaste soltanto due: una si trova in centro, in piazza Monumento (foto in home), ed è la storica edicola Tundo. L’altra è quella davanti l’ospedale di Colle Macchiuzzo, che è aperta quasi esclusivamente al mattino. Il resto dei punti vendita giornali sono attività diversificate. “Avere vicino casa una edicola è un valore aggiunto, perché posso andare a piedi a comprare la settimana enigmistica” racconta una donna che passeggia col suo cane in via Firenze, e che indica la saracinesca abbassata. “Qui c’era una edicola che ha chiuso tempo fa, mi spostavo in quella di via Tevere, a San Pietro, ma poi ha chiuso anche quella. Ora se voglio un giornale devo andare in centro”.

edicola chiusa

Ma chi compra un giornale? “Sempre meno – risponde un rivenditore del Basso Molise –. Ormai nemmeno le riviste di gossip come ‘Chi’ o i settimanali come ‘Gente’ si vendono tanto. Il fatto è che con lo smartphone uno può leggere tutto quello che vuole, di qualunque genere”. Eppure nella percezione comune dei cittadini l’assenza delle edicole è avvertita come un venir meno di un servizio importante. Prima di tutto perché le persone hanno perso un’occasione per fare due chiacchiere e comprare magari anche un giornale, e poi perché in edicola non si vendono solo i quotidiani ma anche riviste specializzate con approfondimenti introvabili (per esempio da quando è scoppiata la guerra in Ucraina è diventato molto richiesto Limes di Lucio Caracciolo, divenuto un personaggio di riferimento grazie a 8 e mezzo di Lilli Gruber su La7), si vendono libri (in un territorio in cui le librerie sono pressoché sparite) e si vendono giochi soprattutto per bambini.

 

In Molise all’agonia delle edicole si aggiunge la difficoltà degli attuali canali di distribuzione di raggiungere tutti i comuni. Su 136 comuni centri tra le provincie di Campobasso e Isernia, i giornali arrivano tramite distributore in 70 comuni, alcuni dei quali offrono il servizio di vendita quotidiani da poche settimane in forza della convenzione tra l’Associazione nazionale della stampa del Molise e il Gruppo Editoriale salernitano Di Canto che mira, entro la fine della primavera 2023, a gestire l’80% della distribuzione di prodotti editoriali in Molise. Il presidente dell’Assostampa Giuseppe di Pietro parla di “un problema che ha rilevanza sociale e democratica” e di una soluzione, quella della distribuzione con un nuovo gruppo (campano) che fa consegne in maniera più capillare “per contrastare l’abbandono dei piccoli centri e quindi di gran parte del territorio e della popolazione. Oggi, questo è possibile”. L’Associazione della stampa ha spedito una lettera a tutti i sindaci molisani per metterli al corrente dell’iniziativa e attivarsi in tal senso. “Ogni edicola esistente può avviare, senza alcun onere, la collaborazione. Non è vero che l’editoria cartacea è finita. In Giappone si vendono ancora 44 milioni copie di quotidiani, contro i 2,5 milioni dell’Italia, anche grazie alla consegna capillare, porta a porta. Ma al di là di ogni aspetto, non è giusto e civile precludere alle piccole comunità l’accesso ai prodotti editoriali cartacei, che rappresentano anche l’unico mezzo per approfondire fatti e notizie”.

Per il momento in provincia di Campobasso i giornali arrivano, oltre che nella città capoluogo e a Termoli, nei comuni di Baranello, Bojano, Bonefro, Campolieto, Campomarino, Casacalenda, Castelmauro, Cercemaggiore, Colletorto, Duronia, Fossalto, Gambatesa, Guglionesi, Jelsi, Larino, Matrice, Mirabello Sannitico, Macchia Valfortore, Montecilfone, Montefalcone nel Sannio, Montenero di Bisaccia, Oratino, Palata, Petrella Tifernina, Portocannone, Riccia, Ripalimosani, Rotello, Salcito, San Giacomo degli Schiavoni, San Giuliano del Sannio, San Giuliano di Puglia, San Martino in Pensilis, Santa Croce di Magliano, Sant’Angelo Limosano, Sant’Elia a Pianisi, Torella, Trivento, Ururi, Vinchiaturo. In provincia di Isernia i distributori al momento riforniscono, oltre a Isernia città, i comuni di Agnone, Bagnoli del Trigno, Cantalupo, Capracotta, Carovilli, Castel del Giudice, Castel San Vincenzo, Cerro al Volturno, Civitanova del Sannio, Colli a Volturno, Forlì del Sannio, Indiprete, Macchiagodena, Miranda, Montaquila, Monteroduni, Pescolanciano, Pozzilli, Rionero, Roccamandolfi, Sesto Campano e Venafro.

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