Termoli

San Timoteo alla deriva, l’affondo delle opposizioni al sindaco: “Cosa aspetta a far sentire la sua voce?”

Le opposizioni congiuntamente chiedono al primo cittadino di fare pressioni affinchè l'ospedale termolese non muoia nell'indifferenza. "Siamo costretti a chiedere conto del silenzio dell’amministrazione su questo che dovrebbe essere il tema primario in cima all’agenda politica"

I consiglieri di opposizione – tutti – del Comune di Termoli chiedono al sindaco Roberti di farsi sentire in merito a ciò che sta accadendo all’ospedale cittadino, sempre più depauperato e in difficoltà.

“I recenti drammatici resoconti dei media locali sul precipitare della situazione al San Timoteo di Termoli ci obbligano, come rappresentanti eletti dei cittadini, ad intervenire su ciò che sta accadendo, o meglio su ciò che NON sta accadendo.
Riassumiamo in breve: pronto soccorso al collasso, reparto di ortopedia di fatto bloccato, emodinamica funzionante più che a singhiozzo, ostetricia e ginecologia prive del responsabile in seguito alle dimissioni del dottor Molinari, reparto analisi in affanno, chirurgia condizionata dalla mancanza di un numero adeguato di anestesisti… e potremmo aggiungere altro.

In questo quadro già di per sé insopportabile si inseriscono l’aumento enorme di presenze in città, con il conseguente potenziale aumento di richieste per pronto soccorso e 118, la scarsità ormai patologica di personale e ambulanze e il carico insopportabile di turni di lavoro assurdi per medici, infermieri e OSS”.

Gli esponenti politici di Rete della Sinistra (Marcella Stumpo), Movimento 5 Stelle, Pd e Vota per Te arrivano dunque alla cronaca di questi giorni, da noi raccontata. “Le ultime incredibili notizie arrivate da giornali e telegiornali locali (il tampone molecolare da 12 ore richiesto a Campobasso per prendere in carico i pazienti trasferiti da Termoli, e i ferri chirurgici sterilizzati a Campobasso e poi rimandati al san Timoteo) completano un quadro allucinante. Culminato ieri (la sera tra il 27 e il 28 luglio, ndr) nella morte dell’ottantenne nel pronto soccorso del nostro ormai ex ospedale”.

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Dunque l’affondo al primo cittadino: “Come cittadini, prima ancora che come consiglieri comunali, ci chiediamo cosa aspetti il Sindaco Roberti a far sentire la sua voce, nella triplice veste appunto di rappresentante delle istituzioni comunali, di tutore ufficiale della salute pubblica e di Presidente della Provincia. Non una parola è finora arrivata da Palazzo di Città sull’oggettiva situazione di pericolo costante nella quale gli abitanti (e i turisti) si trovano a vivere, privati di fatto delle cure a cui hanno diritto per costituzione.

Non è la prima volta (e temiamo, non sarà l’ultima) che siamo costretti a chiedere conto del silenzio dell’amministrazione su questo che dovrebbe essere il tema primario in cima all’agenda politica: mozioni, interpellanze, interrogazioni non hanno avuto effetto, se non la generica giustificazione di mancato potere di intervento da parte del sindaco.

E’ certamente vero – proseguono i consiglieri delle minoranze – che non c’è possibilità diretta di prendere decisioni, ma come tutore della salute pubblica il sindaco può e deve parlare, e parlare con forza, in difesa dei suoi cittadini; può e deve esercitare pressioni sulla Regione, il cui presidente è tra l’altro dello stesso schieramento politico, nonché commissario straordinario alla sanità; può e deve chiedere conto al responsabile dell’ASReM di scelte cervellotiche e pericolose come il tampone molecolare da 12 ore e la sterilizzazione dei ferri a Campobasso.

Come consiglieri di opposizione è nostro dovere dare voce alle richieste angosciate che ci sono pervenute in questi giorni; come cittadini aspettiamo risposte credibili, e soprattutto interventi immediati perché il nostro ospedale non venga lasciato morire nell’indifferenza, e soprattutto non succeda più a nessuno di sentirsi abbandonato là dove dovrebbe trovare assistenza e cura.
Signor Sindaco, se non ora quando?”

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