Termoli

Vibac, investimenti mancati e cassa integrazione: sindacati minacciano blocco della produzione

Nell’azienda che produce nastri adesivi al Nucleo industriale di Termoli erano attesi miglioramenti per 1,5 milioni di euro ma al momento ci sono stati solo tagli

I sindacati sono pronti a fermare la produzione alla Vibac, azienda del Nucleo industriale di Termoli che produce nastri adesivi. Lo annunciano le segreterie e le Rsu di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Failc Confail a causa della cassa integrazione e del taglio dei lavoratori interinali, dopo che i vertici aziendali avevano annunciato invece corposi investimenti.

Le sigle sindacali ricordano infatti che “a gennaio la Vibac ha aperto una cassa integrazione guadagni ordinaria per 13 settimane per calo di commesse”.

Al tempo stesso l’azienda aveva fatto importanti annunci, fra cui “la revisione dell’impianto di recupero; l’efficientamento dell’impianto Hotmelt; la ricapitalizzazione della società con 8 milioni di euro; l’implementazione di una serie di magazzini negli Stati Uniti per far lavorare di più l’Italia; la riduzione delle commesse e la necessità di produrre a costi inferiori a quelli attuali, per tornare ad essere competitivi; un investimento per riorganizzare lo stabilimento di Termoli, di 1,5 milioni di euro; la fermata dello stabilimento per 8/10 mesi per la sostituzione delle caldaie e il revamping degli impianti”.

Un quadro di speranza per il futuro in mezzo a una difficile situazione attuale. “Le belle notizie degli investimenti – proseguono i sindacati – compensavano quelle brutte della crisi, ma Vibac ha chiesto anche di azzerare tutta la contrattazione di secondo livello con una moratoria per tre anni, fatto concretizzatosi con la disdetta unilaterale di tutti gli accordi aziendali, con comunicazione del 24 febbraio 2022”.

Vibac

Ora però i problemi si susseguono, a cominciare dalla sicurezza. “Nel frattempo la Cigo è cominciata, ma stanno già lavorando 60 lavoratori su 150 con tantissime inefficienze di produzione che il titolare dell’azienda ha definito in videoconferenza “pericolose per gli addetti” in una delle linee di produzione. Degli investimenti annunciati previsti nemmeno l’ombra. Intanto sono stati “dismessi” i lavoratori interinali, come fossero carta straccia e addirittura pagando delle penali”.

Per questi motivi i sindacati si dicono pronti a una lotta che potrebbe portare a fermare la produzione. “Vogliamo aiutare la ripresa della Vibac, con il coinvolgimento delle istituzioni molisane, dell’A.R.P.A. e della ASL per la risoluzione dei problemi ostativi alla produzione e alla conservazione dei livelli occupazionali, ma l’azienda è silente e non dice, come dovrebbe nel rispetto dei sindacati, delle istituzioni e del territorio, quale direzione vuole prendere per il prossimo futuro. L’assemblea di ieri intanto ha deciso di intraprendere una lotta dura, ma non immediata, vista anche la brusca interruzione delle relazioni sindacali con la RSU, per dare all’azienda il tempo di riflettere su queste nostre considerazioni. Si passerà quindi, nel corso della prossima settimana, ad una protesta con astensioni progressive dal lavoro, fino ad arrivare al fermo produttivo dello stabilimento di Termoli, se non dovessero arrivare riscontri risolutivi dei problemi di produzione, sicurezza e diritti dei lavoratori”.

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