Teatro 'nordico' a guglionesi

L’idillio che si fa tragedia e l’infanzia interrotta. Il Boschetto ‘ipnotizza’ il Fulvio

Potevano essere 12 ‘sweet children’ ma la vita ha tracciato per loro un percorso diverso. La storia, drammatica e poetica a un tempo, raccontata ne Il Boschetto, andato in scena ieri 17 marzo al Teatro Comunale Fulvio, ha squarciato il velo delle ipocrisie sull’idilliaca condizione dell’infanzia e della giovinezza. Il tempo dell’innocenza, in quest’opera del drammaturgo norvegese Jesper Halle, si fa tragedia, talvolta orrore.

Sul palco del teatro di Guglionesi 12 giovanissimi e brillanti attori che hanno dato corpo, con i loro energici corpi e le loro candide voci, a questo dramma poetico che intreccia misteriosamente il bene e il male e che ha l’effetto di distruggere l’immagine di una società perfetta, che si prende cura dei suoi piccoli. Piccoli impersonati da Clara Addari, Luca Andrea Alfonsetti, Ilaria Ballantini, Daniele Castoria, Edoardo D’Antonio, Giovanna Giardina, Giuseppe Latrofa, Paolo Leccisotto, Benedetta Margheriti, Giulia Massimini, Pietro Scarnati, Veronica Toscanelli.

Gianluca Iumiento, per anni curatore di festival in Norvegia e oggi co-direttore delle stagioni teatrali del Loto e del Fulvio insieme a Stefano Sabelli, è il regista di quest’opera ‘disturbante’ e dura a dispetto di ciò che quegli allegri ragazzini in calzoncini corti e colorati farebbero pensare.

Il gioco iniziale, certo non scevro di quelle che sono le tipiche crudeltà di quell’età della vita, si fa man mano sempre più spietato e angosciante. Intorno alla figura di Julie Nilsen, la ragazza presa in giro per le sue verruche, si infittisce sempre più, nella prima parte dello spettacolo, il mistero. Come in un thriller, pezzo dopo pezzo, la verità – cruda – finisce per disvelarsi, a tutti, e diventa impossibile allora riannodare i fili del gioco ormai perduto.

Il Boschetto

Il re, personaggio misterioso e inquietante di questa pièce, sul finale dismette il suo cappello e si dice morto perchè non è riuscito a proteggere i ‘suoi’ bambini.
Sullo sfondo – ma oltremodo presenti anche se invisibili – gli adulti, carnefici dell’innocenza di questi ragazzi che hanno infranto il divieto di andare in quel bosco, continuamente evocato quale scenario di nefandezze mai del tutto esplicitate. “Non mi ricordo niente” è la frase più ricorrente quando uno dei protagonisti a mo’ di investigatore interroga, a distanza di anni, i partecipanti di quell’esperienza che ha interrotto bruscamente la loro ingenuità. A poco a poco però i frammenti della verità vengono fuori e ricompongono il puzzle.

Vivido e intenso il racconto di quella notte di fuoco, con l’incendio nel bosco e la scomparsa di Julie, che segnerà per sempre un prima e un dopo, netto, nelle loro vite. Qualcuno sa, qualcuno ha capito qualcosa, qualcuno ha visto che fine ha fatto la loro compagna che non faceva che piangere? E il tormento individuale e collettivo è servito.

Il Boschetto

A scandirlo il frenetico intervallarsi dei tempi del racconto, condito da frequenti liti e scambi di offese, così come l’alternarsi del silenzio e della musica sul palco, con note che creano continui rivolgimenti emotivi. Si passa infatti dal suono martellante dello xilofono al rock dei Deep Purple di ‘Child in time’ fino alle nenie di struggente dolcezza intonate dagli attori. Che fine ha fatto Julie? Il suo corpo è arso vivo in quell’incendio? È sul fondo del lago ormai ghiacciato? È stata sotterrata da cataste di legno nella cantina dalla porta d’acciaio? E com’erano i suoi occhi? Aperti, chiusi, uno aperto e uno chiuso? Forse meglio pensare che sia in Africa, dove sognava di andare, o nel cielo coi diamanti, come la canzone finale dei Beatles fa immaginare.

Il Boschetto

Dopo il successo della tre giorni al Loto, l’esordio al Fulvio di Guglionesi per questa enigmatica opera prodotta da TeatriMolisani con il Centro Internazionale La Cometa. Il prossimo appuntamento con la stagione teatrale 2022 di Guglionesi sarà venerdì 25 marzo con lo spettacolo ‘Certi di esistere’ di e con Alessandro Benvenuti.

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