Natale e tradizioni

Torna il rito degli zampognari ma molti hanno lasciato il Molise per suonare melodie dove “c’è più richiesta”

Il clima opprimente della paura legata al covid traspare ancora ma quest'anno la voglia di rispolverare la tradizione è stata più forte dell’emergenza. Nicola è uno degli zampognari in giro per la città che confessa: "Siamo pochi, molti hanno scelto di andare nelle grandi città"

Appena dopo pranzo, un suono di zampogna si diffonde lungo le scale del palazzo. Ecco la melodia che scende dalle montagne del Molise, torna anche lei provando a riaccendere l’atmosfera del Natale dopo quasi due anni di cupezza e malinconia causati dal covid.

Nicola, lo zampognaro, arriva da San Polo e porta in città la musica del Natale. Di sottofondo a quell’ora c’è il suono del vocio delle famiglie che si sono appena alzate da tavola e di chi si sta preparando per rientrare al lavoro o per accompagnare i figli in piscina, a calcio o alla British.

Lui è lì, fermo sul pianerottolo e riporta il canto della zampogna, riuscendo a stimolare anche l’attenzione dei ragazzi più giovani che – prima dietro lo spioncino, poi sull’uscio della porta – si cimentano nell’ascolto di musiche perlopiù a loro sconosciute ma che contagiano per fascino e magia.

Nicola suona e si ferma a raccontare. Non è figlio di arte, a differenza di molti che suonano l’antico strumento. Ha iniziato quasi per caso insieme a degli amici “Soltanto che quest’anno sono solo – dice – Non sono con il compagno con il quale spesso negli anni passati venivamo a Campobasso perché molti, anche in queste occasioni, hanno scelto di esibire il suono della zampogna in altre città dove c’è più risposta: Roma, Napoli, qualcuno è anche a Milano“.

“Io invece – continua – preferisco restare in Molise perché non voglio che il suono della zampogna si perda. L’idea di allietare i miei concittadini mi fa stare bene nonostante le difficoltà”.

Ed eccolo, nei palazzi del capoluogo, suona al citofono e risponde “sono lo zampagnaro”. Eccolo salire le scale unendo fede e tradizione. Secondo alcuni studiosi, infatti, sarebbe stato san Francesco d’Assisi in persona ad accostare il suono della zampogna al periodo natalizio.

Attento alle misure di sicurezza, quando va nelle case chiede di “indossare la mascherina” e di attendere sull’uscio mentre accorda i brani della tradizione a cominciare da “Tu scendi dalle stelle”. Tiene stretta la zampogna tra le mani, appesa al collo, strimpellando deliziose melodie girellando per ogni dove per annunciare l’arrivo del Natale.

Alla fine dell’esibizione ognuno dà un’offerta. Qualcuno si raccomanda che il prossimo anno torni a ancora a suonare per rafforzare una tradizione che “non deve essere persa – conclude Nicola – perchè ci appartiene. Al di là delle offerte questo è un modo per essere più vicini, ancor più oggi che siamo costretti a restare lontani”. “Buon Natale a tutti”.

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