La diffusione omicron in Italia allo stato attuale si attesta intorno al 28,2%. Lo ha comunicato la Cabina di regia a Palazzo Chigi in tarda mattinata alla luce dei primi dati della flash survey svolta dall’Istituto superiore di sanità lunedì scorso, contestualmente in tutte le regioni italiane.
In Molise, secondo i numeri che erano stati diramati dalle autorità sanitarie nella immediatezza della indagine rapida, sono sei i casi omicron identificati sui tamponi sequenziati perchè ai 5 rilevati lunedì, appunto durante la flash survey, nelle ultime ore se n’è aggiunto un altro. Si tratta di una persona rientrata dalla Gran Bretagna. Ma lo screening sta andando avanti e il numero potrebbe presto aumentare.
Significa che potrebbero essere di più e verosimilmente sono anche di più, ma la incidenza sulla indagine a campione per ora ha messo in evidenza questi casi, in prima battuta 5 riferiti a 3 persone della provincia di Campobasso e a 2 persone di Isernia. Ora questo nuovo caso, relativo a una persona rientrata in Molise dall’estero. “Il sequenziamento – ha spiegato il direttore del laboratorio di Biologia Molecolare Massimiliano Scutellà – ha previsto i contagi in tutti i comuni del Molise in maniera da coprire il territorio e comporre una mappa di trasmissione”.
Vale la pena segnalare anche la posizione del noto infettivologo Guido Silvestri che si basa sugli studi aggiornati relativi all’impatto omicron. “La letalità calcolata, cioè il rapporto tra numero di decessi e numero dei casi osservati sembrerebbe essere molto più bassa di quelle delle varianti precedenti”. Secondo i dati del Sudafrica, dove omicron è stata scoperta, “su 400.000 casi si parla di 0,26% di letalità, paragonata al 2,5%-4% delle ondate precedenti. Il rischio di ospedalizzazione nei pazienti che hanno contratto omicron – aggiunge l’infettivologo – è il 20% di quello osservato nei pazienti che avevano contratto delta”.
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