La forza delle parole

Cinzia, infermiera poetessa che dedica versi a pazienti e colleghi. “Non vedete il nostro sorriso, ma parliamo con gli occhi”

"Ho scritto una poesia che è stata recitata anche da una mia amica attrice a Roma. Mi ha emozionato sentire le mie parole nella capitale, sono arrivate anche ai colleghi e ai pazienti lì"

I versi che ha composto “ce li ho cuciti addosso, in questo momento mi rappresentano, sono miei e mi appartengono”. Sono forti le sue parole, come forte è la sua voce, la sua tempra, che riesce a trasmettere anche al telefono, e non potrebbe essere altrimenti, dopo un turno di lavoro impegnativo, ancora di più nei giorni dell’emergenza sanitaria. Quando le giornate si fanno intense, quando l’attenzione deve essere massima e quando è costretta anche a dover rinunciare all’abbraccio dei suoi figli. “Soprattutto il piccolo – rivela con un filo di amaro in bocca – ci resta malissimo e ne soffre, ma gli ho spiegato il perchè, il motivo e ha capito. Certo è difficile – aggiunge poi, e la sua voce torna ad essere ferma e chiara –  ma ce la faremo“.

Cinzia Pescara è una infermiera, una mamma e una poetessa. Le sue giornate iniziano nel reparto del day ospital di oncologia del San Timoteo di Termoli, poi a fine turno si torna a casa. Dove non solo ritrova la sua famiglia, “con cui vivo, da cui mi sono anche isolata e sono stata attentissima a tutto, come ancora oggi continuo a fare e come farò”, ma anche la sua passione più grande: la poesia. Scrivere non è solo un passatempo, è una passione profonda che le permette di esprimere ciò che sente, ciò che prova, che nel tempo l’ha portata anche a girare l’Italia e a vincere premi, come quando nel maggio del 2017 era stata premiata dal figlio di Quasimodo e da Mogol.

“E inevitabilmente in questo periodo al rientro a casa non posso far altro che pensare alle mie giornate in ospedale, con le tute che ci lasciano scoperti solo gli occhi e i pazienti che ci guardano. Nel nostro reparto io e le mie colleghe abbiamo sempre cercato di far sorridere i pazienti, di portare una battuta anche, ma ora il nostro viso è coperto, la nostra bocca non si vede e i nostri pazienti non possono vedere il nostro sorriso. Per questo ho composto dei versi, perchè ho pensato a come sia cambiato velocemente il nostro rapporto con i pazienti e la nostra comunicazione con loro: ora gli occhi sono fondamentali, parliamo con quelli e il nostro sorriso passa da lì“.

Proprio dopo aver incontrato i pazienti, è nata la sua poesia “Proteggerò il tuo sguardo”. “Le mie due pazienti – rivela, dopo che è finito il turno, dopo essere rientrata a casa e aver fatto una doccia – hanno pianto, ho visto le loro lacrime scendere sul viso e mi hanno fatto uno strano effetto. Mi sono messa nei loro panni, è già difficile fare le cure, poi in questo momento la paura è tanta e si fa sentire e loro la manifestano così. Mi sono commossa anche io.

“Poi sono tornata a casa e ho composto la poesia, mossa da quell’emozione, in realtà ho buttato giù i versi di getto. Devo far sentire il mio sorriso con gli occhi, è l’unico modo che ho per comunicare con loro, a questo ho pensato”. Con un linguaggio semplice e diretto, ma profondo e sincero, raccontano il contatto, la vicinanza, la condivisione, la forza da trasmettere l’uno all’altro, la difficoltà nell’affrontare tutto e anche la speranza di poterlo superare, la fiducia per l’uscita dall’emergenza. “Nell’ultimo verso parlo della lanterna, mi sono ispirata all’infermiera inglese Florence Nightingale che durante la Guerra di Crimea girava di notte con la lanterna per verificare come stessero i suoi pazienti. Ecco, io voglio essere vicino a colleghi e a pazienti allo stesso modo, siamo uniti in questa battaglia”.

E i suoi versi sono arrivati anche nella capitale, dove l’attrice Gaia Riposati che nei giorni scorsi ha proiettato sulle pareti del palazzo di fronte a casa sua il ballo tratto dal film “Ginger e Fred”, ha letto la sua poesia a gran voce dal balcone di casa nel quartiere San Lorenzo. “L’ha interpretata, l’ha fatta sentire a tutti, ha condiviso anche con i cittadini romani il mio pensiero, la mia vicinanza a tutti coloro che combattono questo virus. Mi conosce perchè mensilmente mi reco da lei per le lezioni di dizione. Mi ha emozionato sentirla leggere davanti ai suoi vicini, ha dato voce alle mie parole e alle mie emozioni, ha portato anche lì il mio sostegno ai colleghi e ai pazienti. Insieme ce la faremo“.

E allora eccole le sue parole, i suoi versi che dedica a colleghi e pazienti.

Infermiera Cinzia Pescara

Proteggerò il tuo sguardo.

È da un po che voglio dirtelo…
dietro questa visiera ho imparato a parlarti con gli occhi.
E dietro questa mascherina, ora, farti sentire il mio sorriso.
Ieri ti è cascata una lacrima, l’ho vista!
Nel palmo del mio guanto l’ho consolata.
Sentiti al sicuro! Non tremare nel temere, noi infermieri con te in prima linea affrontiamo le paure.
Proteggerò il tuo sguardo,
lanterna nei tuoi occhi è il mio che riflesso mi accarezza e mi culla quando anche io come te ho paura.

Ai pazienti,
ai colleghi
in tempi di Covid.

Cinzia Pescara

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