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Dalla moda alle mascherine protettive per il Covid-19: la nuova vita dell’ex Ittierre

C’è sempre il rovescio della medaglia, come in ogni cosa. Anche in questo momento difficile legato all’emergenza sanitaria in atto i primi segnali in tal senso stanno arrivando, giorno dopo giorno. Noi di Primonumero, a cadenza quotidiana, vi proporremo una di queste iniziative di resilienza. Sono anche queste le storie da raccontare, quelle che davvero costituiscono un ‘antivirus’, appunto. Antidoti, intrisi di positività e – in molti casi – di creatività che ci aiuteranno a superare questo terribile incubo

Dalle giacche con pailette e lustrini alle mascherine dotate di filtro da mettere a disposizione a chi sta fronteggiando tra le corsie degli ospedali il terribile coronavirus. Anche l’azienda molisana Modaimpresa srl converte una parte delle linee della sua produzione per ‘calarsi’ nell’emergenza e per rifornire di dispositivi protettivi, che ora scarseggiano a fronte delle numerose richieste, il personale sanitario. Lo stanno facendo tante ditte del tessile made in Italy, soprattutto delle regioni del Nord, le più colpite dalla pandemia nata in Cina.

Lo stabilimento di Miranda, paese della provincia di Isernia, è nato sulle ceneri dell’ex Ittierre fallita nel 2018 dopo aver prodotto per Dolce e Gabbana, Versace, Dolce e Gabbana, Ferrè. Dopo il fasto degli anni d’oro, il crack.

L’esperienza del tessile molisano non è andato disperso: un gruppo di ex dipendenti ha fondato Modaimpresa srl che nel 2019 ha raddoppiato il fatturato e assunto nuovo personale. La produzione è stata avviata con Costume National, poi John Richmond e Atos Lombardini. Infine, la ditta ha iniziato a produrre pezzi di abbigliamento con il proprio marchio esposti negli showroom oppure sulle passerelle. Prospettive rosee, fatturato calcolato in espansione.

moda impresa

Poi lo tsunami coronavirus che ha scombussolato anche la programmazione di Modaimpresa. “Dato il momento di emergenza nazionale per la diffusione del virus covid-19, abbiamo deciso di affiancare alle nostre collezioni per i vari brand la produzione di mascherine protettive per bocca/naso”, ha annunciato l’amministratore delegato Romolo d’Orazio, ex direttore commerciale di Ferré e di Carpisa Yamamay.

In questo modo, ha spiegato, “cerchiamo di dare il nostro contributo per contrastare l’esplosione di casi di speculazione su materiali di prima necessità che devono essere disponibili a tutti in questo delicato momento che sta attraversando l’Italia, a prezzi contenuti”.

L’intera produzione verrà realizzata da 75 sarte, tra interni ed indotto locale, che utilizzerà cotone lavabile con un filtro interno estraibile e riutilizzabile a seguito di disinfezione con alcool o altro disinfettante.

Saranno prodotte 10mila mascherine al giorno (ma la quantità potrebbe aumentare) distribuite in lotti di 500 pezzi ciascuno. Infine saranno distribuite su tutto il territorio nazionale.

 

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