Molise costiero

Fermo pesca, il dissenso degli armatori molisani. “Scelte calate dall’alto”

Armatori molisani in disaccordo con il decreto pesca per il 2020, firmato pochi giorni fa dal ministro Teresa Bellanova. I membri dell’Associazione Armatori Pesca del Molise, l’unica associazione armatori esistente, esprime il proprio pieno dissenso alle parole di soddisfazione espresse in merito all’ultimo decreto emesso dal Ministero per la regolamentazione dell’attività di pesca nell’anno 2020.

Ricordiamo che, per quanto riguarda la zona che va da San Benedetto del Tronto a Termoli, il fermo biologico sarà dal 17 agosto al 15 settembre ma durante l’anno ci saranno ulteriori giorni di interruzione. Una disposizione normativa in linea con quanto espresso dall’Unione Europea che intende salvaguardare la risorsa marina attraverso un periodo inferiore per l’attività di pesca.

“Nel corso dell’assemblea soci odierna – scrivono gli armatori molisani – è stato analizzato il testo del decreto oggetto di discussione e molti sono i punti che suscitano perplessità, tra i più eclatanti la ‘postilla’ in cui si paventa addirittura la possibilità di non avere risorse per corrispondere il premio di arresto temporaneo obbligatori alle imbarcazioni. Quindi c’è l’obbligo ma senza la garanzia dell’indennizzo. Inoltre le restrizioni previste per Mar Mediterraneo Occidentale ‘spaventano’ per ciò che potrà ‘calare d’alto’ anche per l’Adriatico”.

I soci dell’Associazione Armatori Pesca del Molise si dicono ben consapevoli della necessità di dover attuare delle misure di salvaguardia del mare e della risorsa ittica perché è l’unico modo per tutelare, oltretutto, il mestiere del pescatore. Da anni l’Associazione Armatori collabora con la Regione Molise e l’istituto di ricerca scientifica riconosciuto presente sul territorio per la redazione di un piano locale di gestione dell’attività di pesca che prevede reali misure di salvaguardia della risorsa ittica e dell’ambiente marino che garantirebbero un futuro migliore sia per la risorsa che per le imprese ittiche.

Ma, dicono, “un diverso e miglior modo di gestione della risorsa marina è possibile in alternativa al fermo tecnico attuale, attuando delle semplici misure di ‘minor costo’ non imposte dall’alto ma concertate e decise con i pescatori che più di chiunque altro conoscono la realtà della pesca, vivendo sulla propria pelle le varie problematiche”.

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