Sanità regionale

La guerra degli infermieri in mobilità: “Senza graduatoria non possiamo tornare. Vogliono stabilizzare i precari e beffare noi”

Il comitato Infermieri che lottano protesta contro l'Asrem che non ha ancora pubblicato la graduatoria del bando sulla mobilità interregionale la cui procedura sarebbe conclusa e permetterebbe a 140 professionisti molisani 'emigrati' in altre regioni di rientrare in Molise. "Vogliono stabilizzare i contratti precari in essere"

Non solo medici, anche gli infermieri nelle strutture sanitarie della regione sono carenti e quelli che vorrebbero tornare in Molise sono sul piede di guerra. Il comitato “Infermieri che lottano”, nato per rivendicare i diritti degli infermieri molisani emigrati nelle altre regioni d’Italia, esprime tutto il proprio dissenso contro l’Asrem che, nonostante una selezione per mobilità interregionale – conclusa – non pubblica la graduatoria. Il risultato è che molti dei professionisti molisani ‘emigrati’ in altre aziende sanitarie di altre regioni non possono tornare nella loro regione di origine.

“Il comitato – spiegano – si vede, ancora una volta, costretto ad esprimere pubblicamente rammarico e delusione per l’atteggiamento tenuto dall’Asrem che, nonostante la dichiarata e tanto pubblicizzata carenza di personale nelle corsie e nonostante una selezione per mobilità interregionale, già conclusa, continua a non pubblicarne la graduatoria con il risultato che sarà costretta a rinnovare tutti i contratti a tempo determinato in essere”. Una condotta che, a parere del comitato, non solo non ridurrebbe l’uso del lavoro precario ma che determinerebbe altresì appunto il prolungarsi della permanenza fuori regione degli infermieri molisani.

Si tratta, spiegano sempre dal comitato, di 140 professionisti “che già si sono guadagnati, attraverso l’espletamento di concorso pubblico, il diritto di tornare a lavorare presso le loro famiglie e per la loro comunità”. Le perplessità del comitato partono a fine 2017 quando (il 31 ottobre) venne prima emanato un bando Asrem per mobilità interregionale per 140 infermieri e poco dopo (a novembre) uno per la stabilizzazione di ulteriori 140 infermieri attraverso un Concorso Pubblico riservato al personale precario.

Poi l’affondo sui contratti in essere. “Va premesso che i contratti a tempo determinato attualmente in vigore nella sanità molisana sono tutti, a nostro avviso, abusivi se si considera che, con la Sentenza n. 14 del 19/01/2017, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la Legge Regionale n.3 del 26/03/2015, con la quale il Governo Frattura li aveva prolungati oltre i termini previsti dalla legge nonostante nel 2013 si sarebbe potuto procedere alla stipula di nuovi contratti grazie ad un avviso pubblico poi, dalla stessa Asrem, inspiegabilmente ritirato”.

È noto che i vertici Asrem e la Struttura Commissariale stiano attendendo la conversione in legge del Decreto Calabria che consentirebbe alle Regioni in Piano di rientro, come il Molise, di assumere il personale sanitario necessario a garantire i Livelli essenziali di assistenza. “Peccato che, a parer nostro, tutto questo si poteva facilmente evitare e troppe scelte aziendali e troppi interventi ‘esterni’ hanno fatto sì che si arrivasse a questo punto senza che un solo professionista Infermiere potesse rientrare, cosa che, peraltro, non è successa per molti altri sanitari che in questi mesi sono rientrati per mobilità”.

Il j’accuse degli infermieri è che gli interessi di altri loro colleghi vengano presi maggiormente in considerazione rispetto ai loro e che ci sia “un progetto per arrivare alla definitiva stabilizzazione di tutto il personale precario a danno della mobilità interregionale”. E quindi loro rimarrebbero fuori dai giochi.

Risalgono a gennaio del 2018 numerosi ricorsi, presso il Tar Molise, da parte di diversi infermieri aspiranti alla stabilizzazione che “hanno fatto sì che l’Asrem bloccasse entrambe le procedure (bando per mobilità interregionale e concorso per stabilizzazione precari, ndr), senza neanche procedere all’apertura delle domande di partecipazione che, in questo modo, sono rimaste chiuse fino a quando, nel giugno del 2018, il Tribunale Amministrativo, dopo aver già negato la sospensiva, ha emesso sentenza di inammissibilità di tutti i ricorsi. Sei mesi completamenti e, secondo noi che aspettiamo da anni di rientrare, colpevolmente persi. Basti pensare che il vicino Abruzzo, nel frattempo, ha svolto le stesse procedure, compresa l’immissione in ruolo dei vincitori in soli 3 mesi”.

“Quando poi, faticosamente, si era giunti – proseguono dal comitato – alla definizione della commissione esaminatrice e si aveva, quindi, la sensazione di essere sui nastri di partenza, alcuni Sindacati, evidentemente preoccupati più degli interessi loro personali o da quelli dei colleghi precari  che dai nostri, hanno determinato un ulteriore e prolungato ritardo presentando una diffida all’Azienda affinché ne rimuovesse uno dei membri che, a loro dire, era incompatibile in quanto ricopriva una carica importante nell’ambito della nostra professione e l’Asrem, naturalmente, non si è lasciata sfuggire l’occasione per far trascorrere, inutilmente, altri mesi senza che si avanzasse di un solo passo.

Il resto è storia attuale: la mobilità è finita ma la graduatoria è ben conservata nei cassetti aziendali e la stabilizzazione, guarda caso, notizia di queste ore, non può terminare prima di luglio (ma i contratti scadono a giugno) perchè la seduta di esame prevista per oggi (11 giugno) è slittata al 7, appunto, di luglio. Che sia una scusa per rinnovarli tutti? Compresi quelli che, nelle sedute fin qui svolte, sono risultati inidonei?”.

Di qui la richiesta: “Noi non vogliamo restare a guardare, sappiamo di avere il diritto di rientrare e sappiamo di essere professionisti validi che possono dare qualità alla sanità molisana. Chiediamo che venga resa pubblica, quanto prima, la graduatoria della nostra mobilità o ci vedremo costretti, a nostra volta, a rivolgerci a tutte le sedi, amministrative e giudiziarie, che ci possano consentire di ottenere sia il meritato rientro a casa che il ristoro di tutti i danni, in tutti questi mesi, subiti”.

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