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Caos scuole, genitori in fuga dalla città al paese: “Ho portato le mie figlie a Ferrazzano”

Giuseppe, papà campobassano di due bambine che frequentavano la scuola di via Leopardi, racconta perché, ad anno scolastico iniziato, ha preferito trasferire le figlie nel polo di Ferrazzano. "I doppi turni non c’entrano, l’ho fatto per non dover subire il caos che ancora regna sull’argomento e per la loro sicurezza. Dopo la tragedia di San Giuliano di Puglia non possiamo più starcene con le mani in mano". Entro il 6 febbraio, intanto, bisogna segnare i bimbi al nuovo anno scolastico: alla "Don Milani" il calo è consistente e si rischia di non formare più la prima elementare.

A pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni al prossimo anno scolastico 2017/2018 (scadono il 6 febbraio), la scuola “Don Milani” di via Leopardi ha totalizzato un solo nuovo iscritto. La prima elementare del plesso diretto dalla preside Maria Cristina Battista difficilmente si formerà. Molti genitori in queste ore stanno vagliando soluzioni alternative per evitare di far finire i loro figli nell’istituto chiuso il 27 ottobre dal sindaco di Campobasso per ragioni di sicurezza. E poiché a due mesi da quella decisione “temporanea” – come disse il primo cittadino nella sua ordinanza – continua a regnare la confusione, le mamme e i papà del quartiere Vazzieri stanno optando per altre scuole un po’ come accaduto l’anno scorso per gli alunni della “Guerrizio” di via D’Amato.

Tra questi genitori c’è Giuseppe, papà di due bambine di 6 e 8 anni, entrambe iscritte alla “Don Milani” lo scorso anno e poi trasferite, ad anno scolastico iniziato, nel polo di Ferrazzano.

Ha preferito mandare le sue figlie in un paese piuttosto che accettare i doppi turni alla “Petrone”, perché?
«I doppi turni non c’entrano nulla, se la soluzione delle lezioni pomeridiane fosse stata attuata subito probabilmente avrei anche accettato di subire, e far subire alle mia ragazze, il disagio di entrare a scuola alle 14. Il mio è stato un ragionamento diverso».

Può spiegarsi meglio?
«Sono un fotografo professionista e sono stato anche uno dei primi ad arrivare a San Giuliano di Puglia il 31 ottobre del 2002. Ho vissuto quasi “direttamente” quella tragedia e da allora per me molte cose sono cambiate. Come potevo mandare le mie figlie in una scuola che, è stato accertato, non è sicura? E lo è diventata ancora meno dopo la ristrutturazione dell’asilo?

Insomma, quella paura l’ha profondamente segnata…
«Sì, ma in un modo positivo. Poco tempo fa ho parlato col papà di Pompeo, quell’ex bambino della scuola Jovine rimasto su una sedia a rotelle. Anche lui non riusciva a capacitarsi di come ci potesse essere ancora gente che accettasse di mandare i propri figli alla “Don Milani” nonostante quanto fosse già emerso dalla documentazione tecnica redatta a lavori eseguiti. Quella relazione, chiusa in un cassetto per quattro anni, descrive uno scenario drammatico. Come mai non si è mosso nessuno? Perché solo ora abbiamo saputo di quello studio? Sono queste le domande che dovremmo porci».

Oggi che siamo a ridosso delle iscrizioni altri genitori stanno seguendo il suo esempio. C’è chi preferirebbe arrivare persino a Baranello, Castellino sul Biferno, Campodipietra e Bojano pur di non mandare i bambini in via Leopardi. E’ in atto un cambio di mentalità generale sul tema della sicurezza scolastica secondo lei?
«Guardi, onestamente non so se è ancora una questione di convenienza per evitare il disagio dei doppi turni anche l’anno prossimo o se qualcosa sia davvero cambiato. Sta di fatto che ora adesso il discorso “comodità” è passato in secondo piano. Sempre più persone non scelgono una scuola perché vicino a casa, al lavoro o all’abitazione dei nonni, oggi nella scelta incidono altri criteri. Certo che quando, lo scorso ottobre, ho annunciato la mia decisione chiedendo il nulla osta per il trasferimento delle mie bambine a Ferrazzano, molti genitori non hanno capito».

Ma lei è andato dritto per la sua strada ugualmente…
«Per forza, l’anniversario di San Giuliano era alle porte e c’era stata anche un’altra piccola scossa con epicentro contrada Tappino. Pubblicai sul gruppo della classe delle mie figlie alcuni scatti drammatici del terremoto per sensibilizzare i miei “colleghi” (i genitori, ndr) ma qualcuno mi ha accusato di fare terrorismo psicologico. A quel punto ho preso la mia decisione».

La scuola di Ferrazzano è a norma?
«No, non lo è ma mi sento tranquillo perché conosco personalmente chi ha fatto gli interventi di ristrutturazione, in quel plesso in cui c’è asilo, elementari e medie, hanno investito 800 mila euro per la sicurezza, le foto dei lavori sono pubblicate anche dentro i corridoi della scuola e poi ho parlato a lungo col sindaco che mi ha dato garanzie. Non sarà un caso se anche lì stanno arrivando richieste di iscrizione per l’anno prossimo di bambini campobassani».

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