Cinquecento metri al secondo piano della facoltà di Economia sono stati destinati, fino a giugno, per le aule dei bambini della scuola elementare “Don Milani”: lo stop ai doppi turni, per gli alunni di via Leopardi costretti a fare lezione di pomeriggio nella vicina “Petrone” da tre mesi, è previsto per lunedì 20 febbraio. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, durante la conferenza stampa con il rettore dell’Ateneo molisano Gianmaria Palmieri.
Nove aule, con accesso diretto al parcheggio, sono state messe a disposizione dell’Università, altre tre sono state ricavate dal liceo artistico Manzù e altre sei dalle media di via Alfieri.
«Si tratta di una soluzione temporanea, nel frattempo – ha subito spiegato il primo cittadino – i lavori alla D’Ovidio di via Gorizia procedono». L’ala non utilizzata della scuola di Piazza della Repubblica sarà adeguata «entro 20 o 30 giorni. E nel frattempo è intenzione di questa Amministrazione aprore i cantieri per i poli scolastici per i quali ci sono complessivamente circa 20 milioni di euro».
Ma c’è anche un’altra novità importante per il plesso di via Leopardi: è stato consegnato lo studio sulla vulnerabilità, commissionato all’ingegnere Carlo Callari, coordinatore della divisione di ingegneria dell’Ateneo, il quale ha indicato come soluzione «ottimale» per la scuola del quartiere Vazzieri la sua ricostruzione.
«Criticità strutturali importanti c’erano già in partenza, esse non sono legate a errori o negligenza dei costruttori quanto al fatto che parliamo di un edificio risalente alla fine degli anni Settanta. La Don Milani non è in grado di soddisfare i requisiti richiesti dalle normative sulla sicurezza più recenti, anzi, è ben al di sotto dei criteri minimi. Mi rendo conto che l’impatto emotivo di un terremoto, soprattutto qui in Molise, è molto forte e comprendo anche la paura dei genitori, per questo ritengo che la soluzione ottimale sia quella di ricostruire da zero un edificio che avrebbe anche altri vantaggi, non solo per la sicurezza ma anche da un punto di vista dell’efficienza energetica».
L’altra opzione indicata dallo studio dell’ingegnere Callari riguarda l’adeguamento «diverso dal miglioramento sismico, per il quale servirebbe fare prima un’analisi sui costi-benefici e i tempi di realizzazione».
Undici sono ancora le scuole del Comune da ‘ispezionare’. «I risultati saranno pronti entro giugno». Le prossime relazioni in calendario saranno sulla Enrico D’Ovidio e la Montini.
Per la convenzione sottoscritta tra Unimol e Comune sono stati stanziati 200 mila euro relativi al progetto di ricerca legato al contesto idrogeologico e orografico delle aree appeniniche. Di questi 50 mila euro saranno utilizzati per attività di ricerca e valutazione in tema di edilizia scolastica. Mentre il Comune contribuirà con altri 30 mila euro.
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