Campobasso

Scalata al Municipio, Cefaratti torna in campo: “In questi anni ho maturato idee e competenze e voglio mettermi al servizio della città”

Già assessore con la giunta di Gino Di Bartolomeo, dopo dieci anni in cui ha osservato le politiche realizzate per Campobasso, in questa tornata elettorale l'ingegnere Nicola Cefaratti ha deciso di concretizzare le sue idee politiche e amministrative mettendosi "al servizio della popolazione". In corsa con Forza Italia, non teme l'astensionismo perchè "i cittadini hanno voglia di esprimere le loro opinioni per meglio amministrare questa città"

Ha vissuto l’amministrazione Battista e quella Gravina, stando a guardare. Come ogni cittadino.

Da buon osservatore ha utilizzato gli ultimi dieci anni per studiare, capire e tirare le somme che oggi gli suggeriscono di mettersi nuovamente in discussione, perché forte di una competenza e di una conoscenza che potrebbe consentirgli di “fare soltanto del bene a questa città assieme ad una squadra che viaggia in un’unica direzione”.

Nicola Cefaratti, ingegnere e assessore con l’amministrazione di Gino Di Bartolomeo, ha scelto di ricandidarsi. Da sempre nell’area moderata, il suo partito è Forza Italia e corre in questa elezione per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale di Campobasso, per sostenere l’elezione di Aldo De Benedittis sindaco.

Innovazione e concretezza sono le parole che utilizza con frequenza per sintetizzare il leit motiv della sua candidatura.

Lei ha già frequentato Palazzo San Giorgio, è stato assessore con Gino Di Bartolomeo, poi la scelta di fermarsi per quasi dieci anni. Oggi cosa l’ha spinta a rimettersi in campo?

“Sì. Ho avuto la mia esperienza con Gino Di Bartolomeo e la fortuna si svolgere con lui l’incarico di assessore e torno perché dopo dieci anni di lontananza dalla politica seppure quella passione sia destinata a restare per sempre in chi la vive concretamente, ritengo sia giusto per me, per una serie di aspetti come per esempio maturità ed esperienza, di dare un contributo alla città di Campobasso. Anche per restituire al capoluogo quanto mi ha dato in questi anni in termini di lavoro, professione, affetti”.

Lei in questi anni ha scelto di restare ad osservare la crescita di Campobasso. Ecco: quali sono le sue valutazioni al riguardo.

“Le critiche sono facili da fare e spesso restano fini a loro stesse. Posso però affermare che penso siano mancate essenzialmente due cose. Una, è una visione integrata della città. La seconda, invece, riguarda i temi reali della mobilità sostenibile”.

Che significa “visione integrata della città”?

“Una visione di sviluppo uniforme fra centro urbano e periferia. Si è fatto poco in questi dieci anni, nonostante negli ultimi anni ci sia stata la possibilità del Pnrr. Alcuni finanziamenti sono arrivati, c’è da rivederne la destinazione per altri, perché molti hanno già una destinazione vincolata e spero possano andare effettivamente in porto”.

E “mobilità sostenibile”?

“Quando parlo di questo parlo di temi reali che riguardano il settore e non spot elettorali che raccontano di piste ciclopedonali. Di esempi potrei farne molti ma resterebbero chiacchiere, c’è uno studio a monte che va valutato e progettato ad iniziare, per esempio, dalla mobilità nel centro storico”.

Perché Forza Italia?

“Perché mi appartiene un’idea politica moderata. Veniva data per spacciata quando è venuto a mancare il presidente Berlusconi e invece ha ottenuto ottimi risultati in tutte le tornate elettorali perché moderato e capace di fare da cerniera con le altre anime del centrodestra e in tutto questo rivedo le mie attitudini politiche, penso dunque che sia un partito da votare peer tornare a vedere la politica con la giusta attenzione la giusta umiltà”.

Campobasso ha una storia che racconta più di centrosinistra che di centrodestra. Perché in questa tornata elettorale si auspica un risultato diverso?

“Ci sono tutte le basi perché la gente ha capito soprattutto negli ultimi anni che la scelta dei candidati il cambiamento deve essere fatto non soltanto scegliendo un partito diverso ma le persone giuste con comprovata esperienza. Cambiare tanto per cambiare, i cittadini hanno capito che non serve a nulla. I cittadini faranno una valutazione molto più attenta e sono certo che il centrodestra con il programma attento e concreto che ha portato a compimento, riuscirà a convincere l’elettorato”.

Spauracchio astensionismo?

“Con tanti candidati non penso ci sarà la paura dell’astensionismo, se così fosse ci dovremmo preoccupare perché starebbe a significare che il cittadino si è completamente distaccato dalla politica e dai temi che lo riguardano. Tuttavia non penso siamo arrivati a questo punto. Credo, al contrario, che il cittadino abbia voglia di esprimere la propria valutazione su chi c’è stato e su chi, adesso, vuole amministri per i prossimi anni la propria città”.

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