Commissari ad acta e regione

La Rete oncologica regionale e i ‘team tumori’: 5 milioni di euro, Carta dei Servizi entro l’anno

Pubblicato il decreto della struttura commissariale he prevede un approccio multidisciplinare per fornire cure e assistenza, dall’ospedale al territorio. Coinvolte le strutture RR Hospitale e Ircss Neuromd. In ogni unità operativa ci sarà il ‘case manager oncologico’

Progressivamente e a grandi passi il Molise si svuota. Diminuisce la popolazione, con una perdita complessiva media per anno di 1.077 abitanti. Più donne che uomini (763 versus 314) lasciano la regione. E, di contro, aumenta l’età di chi continua ad abitare i suoi paesini delle aree interne e le cittadine medio grandi della regione. Un andamento demografico che si ripercuote anche sullo stato di salute.
Mediamente le neoplasie oncologiche – i tumori – diagnosticati in Molise sono 1801 l’anno. In regione, quelli maschili hanno percentuali più elevate (il 56%, 1003 casi) rispetto ai femminili (44%, cioè in numero di 798). Ma, muoiono più donne.

La crescita dei tumori femminili si delinea dopo i 25 anni, l’aumento delle patologie neoplastiche negli uomini si comincia a registrare verso i 40-44 anni. Il maggior peso dell’incidenza delle neoplasie si colloca nelle classi d’età comprese tra i 35 e i 59 anni e dopo i 60. Nel 2021 i decessi per neoplasie sono stati 4mila 241. Duemila e 133 donne, 2mila e 108 uomini.
La diagnosi di cancro e le conseguenze sulle vite di chi si ammala e delle famiglie richiedono approcci che si preoccupino anche dell’aspetto umano della patologia oncologica, della dimensione psicologica, sociale, comportamentale, etica e spirituale e, ovviamente, di quel complesso di cure e interventi che sono il primo passo.

Un approccio integrato al malato e alle cure simultanee. Una metodologia che è messa nero su bianco nel provvedimento della struttura commissariale che istituisce la Rete Oncologica Regionale e che ‘parte’ con i dati del Registro Tumori che raccoglie i casi di neoplasia della popolazione con il compito anche di descrivere le variazioni territoriali e temporali attraverso misure di incidenza e di mortalità. Dati che sono utili per valutare nel tempo l’efficacia degli interventi di prevenzione primaria e secondaria, per verificare la qualità delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche, per programmare i servizi. Quelli che devono essere previsti nella Rete Oncologica, indispensabile per la complessità dei bisogni sanitari dei pazienti oncologici: per questo uno dei requisiti per il funzionamento della Rete è proprio il modello organizzativo, che prevede un approccio multidisciplinare con l’integrazione delle differenti specialità ad un ‘team tumore specifico’ per la gestione clinica dei pazienti, che assicuri l’equità di accesso alle cure e la precoce presa in carico con la condivisione dei percorsi di cura. Un network di professionisti coinvolti nella gestione clinica dei pazienti oncologici  che delineeranno i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali migliori per lil tipo di patologia.
Proprio per promuovere la qualità dell’assistenza, la sicurezza delle cure, l’uso appropriato delle risorse e con l’obiettivo di ridurre il peso della malattia sulla popolazione residente, la Regione ha deciso di dotarsi della Rete oncologica che, quindi, intende assicurare la qualità dell’assistenza ospedaliera e forme alternative al ricovero nei casi in cui siano maggiormente rispondenti ai bisogni del malato.

“Il Commissario ad Acta per la Sanità del Molise Marco Bonamico, d’intesa con il Sub Commissario Ulisse Di Giacomo e con il supporto del Direttore Regionale della Salute Lolita Gallo, ha approvato, con DCA n. 82 del 6 maggio 2024, la Rete Oncologica Regionale del Molise, atto fondamentale per assicurare qualità dell’assistenza ospedaliera e forme alternative al ricovero in tutti i casi in cui queste ultime rispondano più efficacemente ai bisogni dei malati” si legge nella comunicazione del sub Di Giacomo.  Obiettivo dichiarato: “intercettare la domanda e prendere in carico il singolo caso il più tempestivamente possibile dall’inizio del percorso di cura, rendendo disponibili accessi diffusi su tutto il territorio regionale il più vicino possibile all’abitazione dei pazienti”.

Alla Rete contribuirannoo le strutture ospedaliere e territoriali dell’Asrem e per alcuni ambiti gli erogatori privati accreditati: al Responsible Research Hospital le discipline di Radioterapia (unica unità operativa operante in Molise), Oncoematologia, Chirurgica e Ginecologia oncologica, Oncologia e all’Irccs Neuromed la chirurgia della patologia neoplastica del Sistema nervoso centrale.
Il Cardarelli, il Veneziale e il San Timoeto rappresenteranno quindi le strutture ospedaliere pubbliche per la Rete Asrem che lavoreranno in network per la gestione dei malati oncologici.

Ciascuna delle unità operative oncologiche sarà dotata di un case manager oncologico, un infermiere esperto con formazione specifica e competenze nella gestione del malato che rappresenta il fulcro dell’organizzazione della rete.
In campo anche le strutture sanitarie territoriali (le 13 case di comunità e i due ospedali di comunità di Larino e Venafro) che rappresentano il valore aggiunto nell’ottica di una medicina di prossimità, promossa e caldeggiata anche dal Piano oncologico 2023-2027 che rileva il peso strategico della presenza per ogni territorio di sedi che siano in grado di garantire l’integrazione fra assistenza primaria, specialistica, riabilitativa, palliativa e professionalità infermieristiche in particolare per la quota di popolazione ‘fragile’ affetta da patologia neoplastica.
La rete delle cure palliative, residenziali, domiciliari e ospedaliere, che vede al centro l’Hospice di Larino, sarà ulteriormente implementata attraverso un percorso di cure simultanee oncologiche a domicilio per favorire la continuità terapeutica tra ospedale e territorio.

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La Rete Oncologica, quindi, avrà il compito di unificare e far condividere tutte le informazioni e gli standard assistenziali per tutti i pazienti affetti da neoplasie ma, si legge nel documento, è necessario che l’insieme dei servizi preveda anche un’azione di tipo preventivo, l’informatizzazione delle informazioni, la gestione del rischio, la formazione continua e la gestione della rete che deve essere in grado di intercettare la domanda e prendere in carico ogni singolo caso il più tempestivamente possibile dall’inizio del percorso di cura, rendendo disponibili accessi diffuso sul territorio il più possibile vicino all’abitazione dei pazienti.

E saranno fondamentali, in tutte le strutture coinvolte, i programmi di screening, le aree P.O.R.T.O. (porta oncologica regionale territorio ospedale) che offriranno informazioni, accoglienza e disbrigo di problematiche burocratiche, le Ventrali operative territoriali (Cot) riferimento per le cure di transizione, i G.O.M (gruppi oncologici multidisciplinari) che sono veri e propri team che consentono riduzione dei tempi decisionali e migliore appropriatezza nei trattamenti, la telemedicina che rappresenta un approccio innovativo e già consolidato in diversi ambiti sanitari.

L’impatto economico delle attività della Rete Oncologica è stimato in oltre 5 milioni e 200mila euro. Il cronoprogramma per la sua ‘messa a terra’ prevede l’insediamento del coordinamento regionale entro due mesi, il Piano di Rete entro la fine di novembre (entrambe in carico alla Direzione generale per la salute della Regione), la Carta dei servizi entro la fine dell’anno (in capo alla direzione generale dell’Asrem).

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