25 aprile

Antifascismo, chi lo dice e chi lo teme. Le celebrazioni per la Liberazione in Molise

Letto il monologo censurato di Scurati a Villa Musenga a Campobasso, deposizione di corona d'alloro a Termoli, reso onore al partigiano Pintor sul Monte Marrone. E il presidente della Provincia di Isernia Daniele Saia dice: "Antifascismo non è una parola che fa paura, eppure in molti fanno ancora fatica a pronunciarla. Tra le strade, in tv, tra rigurgiti oscurantisti e scelte editoriali discutibili, alcune persone tentano di mettere un segno nero su questa parola. Ecco, allora lo dico anche per loro. Oggi e sempre sono fiero di essere antifascista".

Da Campobasso a Termoli a Isernia, diversi gli appuntamenti oggi per celebrare la liberazione dal nazifascismo che hanno coinvolto amministratori e cittadini in una data simbolo della fondazione della Repubblica.

A TERMOLI CORONA D’ALORA AI CADUTI, BALICE: RICORDIAMO CHI CI HA LIBERATO DALL’OPPRESSIONE

Termoli 25 aprile
Termoli 25 aprile

A Termoli partecipata la cerimonia che si è svolta in piazza Monumento, dove il vicesindaco Nico Balice ha ricordato “il sacrificio dei nostri concittadini, ma anche quanto sta accadendo nel mondo di oggi. La liberazione – ha detto Balice davanti a molti cittadini, rappresentanti delle forze dell’Ordine, associazioni, giunta comunale e consiglieri – è un concetto importante perché anticipa quello di libertà”. Sul Monumento ai caduti in Piazza Vittorio Veneto è stata deposta una corona di alloro.

“Oggi ricordiamo il sacrificio delle tante persone che hanno lottato per liberare il Paese dall’oppressione, anche molti molisani – ha continuato Balice, candidato sindaco della coalizione di centrodestra per le Amministrative di Termoli – Ci hanno ridato la libertà. Non ci sarebbe stata libertà senza la Liberazione. Un momento storico importante in cui tutti dovremmo avere la consapevolezza che la pace è il primo valore da rispettare. Lo scorso anno abbiamo parlato di venti di guerra che stanno tuttora lacerando il ventre e il cuore dell’Europa. Oggi ci ritroviamo davanti ad altri venti di guerra a noi vicini dove tanti bambini stanno perdendo la vita. Non giriamoci dall’altra parte, non siamo omertosi. Cerchiamo di stare vicino a queste persone anche con la preghiera”.

Termoli 25 aprile

 

CAMPOBASSO, FESTA DI LIBERAZIONE A VILLA MUSENGA – Celebrazioni anche a Campobasso, con una Festa di Liberazione che si è svolta nella bella cornice di Villa Musenga, dove la candidata alla carica di sindaco del centrosinistra Marialuisa Forte ha festeggiato  con i cittadini il settantanovesimo anniversario  della Liberazione d’Italia dalla tirannia nazifascista.

Villa musenga

 

“Il 25 aprile è una grande responsabilità collettiva: consapevolezza che libertà e democrazia non sono “doni”, ma conquiste raggiunte con la lotta, patrimonio collettivo da presidiare. Festeggiare il 25 aprile non è vuota retorica, ma rispetto e difesa di queste grandi premesse della nostra Repubblica e dei diritti sanciti dalla Costituzione, quei diritti e  quei valori che sono alla base della nostra azione politica e della nostra visione di città” le parole di Maria Luisa Forte.

“Oggi è un giorno simbolico – ha detto ancora –  scelto perché in questa data cominciò la ritirata dei  tedeschi e dei  soldati  della Repubblica di Salò da Milano e Torino, in seguito allo sfondamento della Linea Gotica da parte degli alleati e all’azione della Resistenza.  Il 25 aprile 1945 fu Sandro Pertini  a parlare da Radio Milano Libera, mentre i nazisti e i fascisti si davano alla fuga.  Con voce ferma Pertini disse: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”.

“Ma il 25 aprile fu solo l’ultimo atto della lotta al fascismo iniziata già dagli anni Venti, con il sacrificio della loro vita, da Giacomo Matteotti, da don Minzoni, da Giovanni Amendola, dai fratelli Rosselli, da Piero Gobetti e da Antonio Gramsci, da cui si sviluppò la Resistenza, come ricordò lo stesso Pertini  il 23 aprile  1970, in un discorso alla Camera. Pertanto, festeggiare la nostra liberazione dal fascismo e dal nazismo, come italiani, significa certamente meditare, custodire la memoria dei partigiani e di tutti gli antifascisti che hanno riconquistato le nostre città alla civiltà e al rispetto dell’uomo sull’uomo; assicurarsi che questa memoria giunga ai giovani, nelle scuole, nelle famiglie, nei luoghi di aggregazione e di vita.  Celebrare il 25 aprile serva anche a ritrovare la radice della democrazia rappresentativa, dei partiti democratici, del Parlamento, delle libere elezioni. Infatti, senza il 25 aprile non ci sarebbe stato il 2 giugno. Senza la Liberazione dal nazifascismo non ci sarebbe stata la Repubblica e la nostra  Costituzione”.

LETTO IL MONOLOGO CENSURATO DALLA RAI DI ANTONIO SCURATI – La festa in villa Musenga è stata impreziosita dal giornalista Antonio Fatica che ha letto il monologo censurato dalla Rai dello scrittore ed editorialista Antonio Scurati, da Nicola Simonetti del M5S, che ha letto Ennio Cavalli e da Diego Florio del Partito Democratico. L’attore campobassano ha interpretato il brano tratto dallo spettacolo “Il mio nome è Tempesta. Il delitto Matteotti”, scritto da Carmen Sepede, diretto da Emanuele Gamba, prodotto dalla compagnia Act (Arti, cinema e teatro) di Campobasso, e vincitore della XVIII edizione del premio Matteotti, indetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nella sezione opere letterarie e teatrali. Florio ha emozionato la piazza con la parte finale dell’ultimo discorso di Matteotti alla Camera dei deputati, il 30 maggio 1924.

Antonio Federico, coordinatore regionale del Movimento Cinque Stelle, ha sottolineato l’importanza di dichiararsi tutti con forza convintamente antifascisti. “Una parola semplicissima che autorevoli membri del nostro Governo non riescono a dire, anzi la ridicolizzano. Non riescono a dire “giuro sulla Costituzione antifascista”, vorrebbero modificarla, introducendo il “Capo unico” e, nell’attesa, cercano di creare, attraverso il familismo, un centro di potere unico. Anche la riforma del regionalismo attacca un aspetto fondamentale che viene dalla Costituzione antifascista, cioè l’uguaglianza di tutti i cittadini italiani indipendentemente dal posto in cui sono nati e dalle condizioni in cui sono cresciuti ed è vergognoso l’assalto alla legge 194”.

 

Anche Vincenzo Boncristiano di Sinistra Italiana, Verdi, Socialisti e Movimento per l’equità territoriale, ha ricordato le parole di Pertini: “Mentre il fascismo non è un’opinione ma un crimine, l’antifascismo non è una parola ma è il cuore pulsante della Repubblica italiana e la liberazione è ancora il respiro vitale che anima la Costituzione della Repubblica italiana che, come diceva Calamandrei, è la roccia non inclinata ma purtroppo, ultimamente, presa a picconate da una vulgata sottoculturale che lede i principi fondamentali della Repubblica nata dall’antifascismo e dalla resistenza. Ho sentito, pochi giorni fa, un giurista dire che “un Governo non si giudica in base alle parole ma in base a quello che fa”. Premesso che le parole sono importanti, questo Governo criminalizza con il decreto Cutro i migranti e le Ong  che salvano i migranti, fissa un tetto massimo di alunni stranieri nelle scuole elementari e medie, inasprisce le pene per reati sostanzialmente bagatellari, in genere commessi dalla povera gente, viola quotidianamente i diritti delle persone Lgbtq e svuota dall’interno la legge 194 che non vive certo di buona salute, manganella gli studenti, la presidente del Consiglio si lascia andare in Parlamento ad atteggiamenti cialtroneschi e violenti come Benito Mussolini. Quindi, come considerare questi atti del Governo, se non fascisti sicuramente indifferenti e violativi della Costituzione della Repubblica italiana. Per questo penso che l’idea portata avanti dalla nostra candidata sindaca di una città inclusiva e attenta ai diritti di tutti, proprio tutti non può che essere una diga contro il dilagante fascismo e neofascismo ed essere il modo migliore per ricordare attivamente la resistenza e l’antifascismo”.

 

MONTE MARRONE, ONORE AL PARTIGIANO PINTOR –Celebrazione emozionante anche sul Monte Marrone, con la deposizione di una corona al cippo del partigiano Giaime Pintor e interventi delle autorità e delle associazioni per ricordare il combattimento del Corpo Italiano di Liberazione degli Alpini. “Se non dovessi tornare non mostratevi inconsolabili. Una delle poche certezze acquistate nella mia esperienza e che non ci sono individui insostituibili e perdite irreparabili. Un uomo vivo trova sempre ragioni sufficienti di gioia negli altri uomini vivi”: queste le parole scritte nella lettera con cui l’intellettuale Giaime Pintor decise di salutare suo fratello. Lo sentiva, sentiva di star andando incontro al suo destino. Aveva abbracciato la Resistenza per combattere il nazifascismo, a soli 24 anni morì ucciso dall’esplosione di una mina lasciata dai tedeschi proprio su questa linea. Ebbe coraggio, lo stesso coraggio di tante e tanti partigiani che non si fecero opprimere dalla furia nera. E Pintor aveva ragione, la gioia continuiamo a trovarla negli altri uomini vivi.

Monte marrone 25 aprile

“E oggi noi la troviamo nei combattenti della Resistenza, individui che grazie alla memoria continuano a essere eternamente vivi, individui i cui valori hanno attraversato il tempo senza sbiadirsi.  La loro lotta ci ha regalato la libertà e democrazia. Ed è dal loro sangue che è nata la nostra meravigliosa Costituzione” ha detto il sindaco di Agnone e presidente della Provincia di Isernia Daniele Saia, partecipando alla celebrazione.

Saia ha ricordato le parole di Piero Calamandrei: “La Costituzione non è una carta morta ma è un testamento, un testamento di centomila morti. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione”.

Monte marrone 25 aprile

“Oggi il fascismo può anche non manifestarsi nella più chiara delle forme, ma può nascondersi dietro ogni sopruso, violenza, ingiustizia o tentativo di riscrivere la storia. Antifascismo non è una parola che fa paura, eppure in molti fanno ancora fatica a pronunciarla. Tra le strade, in tv, tra rigurgiti oscurantisti e scelte editoriali discutibili, alcune persone tentano di mettere un segno nero su questa parola. Ecco, allora lo dico anche per loro. Oggi e sempre sono fiero di essere antifascista. La lotta al nazifascismo rappresenta uno dei momenti più alti di coesione nazionale e di impegno civile. È un esempio straordinario di come, quando siamo uniti da un obiettivo comune, possiamo affrontare e superare le difficoltà più grandi. E la nostra Costituzione ha raccolto e messo nero su bianco questo sentimento di unione. Un principio di unità e uguaglianza che oggi viene messo in discussione da uno scellerato disegno di autonomia differenziata. Un progetto che accrescerebbe le disparità e disgregherebbe le nostre comunità, alimentando una lotta interna altamente controproduttiva” ha concluso Saia.

Sempre oggi, per la prima edizione di un evento dedicato alla Carta Costituzionale, 17 studenti di Oratino hanno ricevuto dalle mani del sindaco, in Municipio, la Costituzione.

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