Uno stadio x 3

Sondaggio intitolazione stadio: perché votare Scorrano, Molinari o Romagnoli

Lunedì la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa di consultazione popolare che metterà fine a una querelle durata anni. Si svolgerà esclusivamente online. Oggi il mitico capitano dei lupi avrebbe compiuto 72 anni. Con il suo nome in lizza quello del presidente di quella gloriosa squadra e l’aviatore eroe caduto in guerra. La quarta ipotesi è la denominazione congiunta Scorrano-Molinari.

Uno stadio per tre: sarà un sondaggio popolare a decidere chi, fra Giovanni Romagnoli, Tonino Molinari e Michele Scorrano (con la possibilità di decidere anche per una opzione, quella congiunta Molinari-Scorrano) imprimerà ufficialmente il nome sul cemento dello stadio di Selvapiana.

Scorrano Molinari collage

Lunedì mattina alle 10.30 nella Sala giunta di palazzo San Giorgio è in programma la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa di consultazione che avverrà online. Saranno forniti i dettagli tecnici e temporali del sondaggio e data maggiore enfasi allo stesso, in modo da poter coinvolgere il più ampio numero di cittadini.

L’iter amministrativo che porterà al voto è passato da una delibera di giunta che intende mettere fine alla disputa molto sentita che ha accompagnato per decenni la vicenda dell’intitolazione. Numerose nel tempo le iniziative che hanno portato, soprattutto i tifosi e gli sportivi molisani, a sostenere la causa del nome di uno sportivo piuttosto che di un altro molisano illustre come Giovanni Romagnoli cui è per ora intitolato l’impianto inaugurato il 13 febbraio del 1985 nella gara di Coppa Italia tra il Campobasso e la Juventus di Platini e Boniek.

La prematura morte di Michele Scorrano, che proprio oggi avrebbe compiuto 72 anni, aveva spinto il popolo calcistico a chiedere al Comune (proprietario della struttura), anche attraverso un comitato presieduto dall’avvocato Franco Mancini,  il cambio di nome in favore dell’indimenticato terzino nativo di Ururi.

Scorrano morì il 22 febbraio 2009, di domenica, a quasi 57 anni, dopo aver giocato una partita di calcetto, lasciando un vuoto grande fra gli amanti del lupo e del calcio professionistico, visto che era il capitano di un Campobasso che si era fatto onore in ambito nazionale con risultati straordinari. Nonostante il sentimento popolare spingesse forte nella direzione di un cambio di denominazione, il Comune non pervenne alla modifica.

La successiva scomparsa del presidente di quella stessa squadra, Tonino Molinari, avvenuta nel 2015, ha però toccato di nuovo il nervo scoperto della tifoseria rossoblù che ha cominciato a richiedere ad alta voce il cambio di nome, per Molinari o per Scorrano, purché in favore di un uomo il cui nome fosse immediatamente riconducibile alle gesta del miglior Campobasso di sempre. Per altro Molinari, fu l’intermediario che portò a Campobasso l’impresa edile Rozzi, autorizzata a realizzare i lavori per l’impianto. Uno stadio mai collaudato in 39 anni, cosa che comporta ancora oggi la necessità del sindaco incaricato di firmare una deroga prima di ogni evento sportivo o extrasportivo.

Anche l’inaugurazione dello stadio avvenne in condizioni non conformi alla normativa: per fare in modo che l’occasione avvenisse nel match storico con la Juventus vennero accelerati i tempi di consegna dei lavori (terminati poi mesi dopo), con uno spicchio dello stadio chiuso, che pare non avesse ancora superato i 28 giorni per il disarmo o la maturazione del cemento armato.

Ancora oggi, il Comune deve fare i conti con una struttura non completamente agibile. Sono impiegate centinaia di migliaia di euro ogni anno per adeguare la struttura la cui capienza massima oggi è di circa 7.500 posti. La speranza, dall’attuale amministrazione civica, è quella di rendere l’impianto definitivamente a norma, ma servono ancora alcuni milioni di euro. Un eventuale – ce lo auguriamo tutti – ritorno fra i professionisti, e l’auspicabile contributo dei privati, accelererebbero notevolmente iter e tempi.

Intanto, l’attenzione si sposta sulla consultazione popolare con la quale il Comune ha finalmente deciso di chiudere la vicenda intitolazione. Si tratta probabilmente della decisione migliore da prendere per rispettare le legittime ragioni della famiglia dell’aviatore Giovanni Romagnoli, eroe molisano, Capitano della Regia Aeronautica con Medaglia d’oro al valor militare alla memoria, cui lo stadio era stato intitolato in continuità con il nome del vecchio stadio di via Albino.

Ad accentuare la riconoscenza della comunità cittadina per il suo gesto eroico (sopportò al grido di ‘Viva l’Italia!’ gli oltraggi della ferocia dei ribelli sino al sacrificio della giovane vita, dopo essere stato catturato a Bir Ziben in Libia in seguito a un atterraggio di fortuna, a Giovanni Giacomo Vittorio Giulio Romagnoli è intitolata a Campobasso anche la strada del centro murattiano che collega il corso con via Roma, all’altezza di palazzo Magno.

Di Tonino Molinari e Scorrano sappiamo invece delle imprese sportive che hanno illustrato la regione agli occhi dell’Italia in pieno boom economico. L’ingegnere e imprenditore edile è stato il massimo dirigente della promozione, unica nella storia, in serie B. Entusiasta e uomo di grande generosità, ha legato il suo nome a quell’epopea sportiva e in quel contesto è stato senz’altro una figura benemerita del capoluogo regionale.

Michele Scorrano era un uomo più schivo, una persona trasparente e dai grandi valori umani e temperamentali. Proverbiale la sua grinta sulla fascia destra, eccellente la sua affidabilità, un mastino in campo. Al vecchio Romagnoli ancora echeggiano gli olé dei tifosi rossoblù quando stoppava i centravanti avversari o spazzava l’area di competenza con una delle sue memorabili rovesciate acrobatiche. Scorrano rappresenta come forse nessun altro il calciatore nato e cresciuto in Molise, arrivato al successo con la determinazione e il sacrificio: più che di Campobasso città è patrimonio e bandiera di un‘intera regione, proprio come lo era quella squadra. Subito dopo la morte, in antitesi rispetto ai tentennamenti dell’amministrazioni cittadina, i tifosi rossoblù gli hanno intitolato la curva Nord che, diciamoci la verità, gli sta un po’ stretta a confronto col simbolo che incarna.

Ma non saremo noi a decidere, sarà giustamente tutta la città e chi vorrà farlo. Quattro le ipotesi, tutte opportune, tutte percorribili. Indipendentemente dai nomi degli sponsor – via agevole degli sponsor nel calcio business di oggi – lo stadio di Selvapiana merita un nome definitivo e, soprattutto, condiviso.

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