Isernia

Il sindaco Castrataro ha pronto il pesce d’aprile: lo scherzetto a Domenico Di Baggio, l’assessore sarà Di Giacomo

Si attende il voto per il rinnovo del Consiglio provinciale e poi la sostituzione nell’esecutivo con il capogruppo di Comunità Attiva. Nessun altro movimento in Giunta, a maggio poi il giro di boa che porterà Sardelli (Pd) al vertice del Consiglio comunale

Lo scherzetto da pesce d’aprile che il sindaco di Isernia, Piero Castrataro, servirà all’assessore Domenico Di Baggio è solo rimandato.
La sostituzione in Giunta, annunciata dai rumors già parecchie settimane fa, potrebbe avvenire subito dopo le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale. Ma per questioni meramente aritmetiche sembra si sia deciso di attendere. Perché, nel passaggio tra un assessore e l’altro, tra Di Baggio e Umberto Di Giacomo nel caso di specie, e per la tempistica necessaria alla surroga, potrebbe crearsi un vuoto che rischierebbe di far mancare voti assolutamente preziosi per le ormai imminenti elezioni dell’ente di via Berta.
Quindi, strategicamente, la sostituzione dovrà attendere.
Tutto confermato, sembra di capire: l’assessore Domenico Di Baggio lascerà il posto a Umberto Di Giacomo, capogruppo del gruppo consiliare Comunità Attiva nato da una costola di Volt (che ora ha solo un consigliere comunale ed esprime la vicesindaca e assessora Federica Vinci). Con Di Giacomo hanno lasciato Volt i consiglieri Andrea Di Rollo e Alex Paniccia e quindi il gruppo ha una consistenza numerica tale che le rivendicazioni politiche appaiono assolutamente lecite e legittime.

Domenico Di Baggio quindi, e fino ad ora non è chiaro il motivo, sarebbe stato individuato come l’agnello sacrificale (e in tempo di Pasqua la similitudine appare calzante) per regolare i conti interni.

Nessun assessore esterno lascerà Palazzo San Francesco, come invece più di un consigliere di maggioranza aveva auspicato. Meglio sostituirlo con chi ha concluso il proprio lavoro, ha portato a compimento l’obiettivo, forse. Le deleghe forse potrebbero finire nelle mani del sindaco, raccontano i bene informati. Di Baggio, che si occupa anche della Polizia Municipale, ha portato l’ente ad avere un comandante. E questo, dopo un decennio di vacatio, appare già un primo consistente risultato che restituisce serenità agli agenti e di conseguenza garantisce maggiore sicurezza in città anche a seguito della modifica del regolamento che è passata all’unanimità e ha permesso al corpo di avere in dotazione armi e strumenti adeguati e come la norma prevede.

Sembra di capire che, subito dopo il voto per il Consiglio provinciale, non si andrà oltre questo passaggio di testimone, nonostante alcuni impegni che sarebbero stati assunti e che avrebbero dovuto riguardare una rivisitazione complessiva della Giunta Castrataro che si avvicina al giro di boa dei due anni e mezzo.
Niente di tutto ciò: l’unica testa a saltare sarà – stando alle indiscrezioni che trapelano – quella dell’assessore Di Baggio. Eletto con la lista del sindaco, Isernia Futura, decimata in questi 30 mesi prima dalla rocambolesca esclusione dal consiglio comunale e dalla giunta della prima degli eletti, l’assessore Francesca Scarabeo e poi dal passaggio al gruppo misto di Claudio Falcione (attualmente candidato in Provincia con i Popolari). Anche Di Baggio, ove mai le indiscrezioni dovessero essere confermate, dovrà lasciare Palazzo San Francesco in forza delle dimissioni dal Consiglio comunale presentate quando è stato nominato assessore.

Si avvicina anche il giro di boa che vedrà, entro maggio pare, Sergio Sardelli (Pd) assumere il ruolo di presidente del Consiglio comunale in luogo dell’attuale vertice, Nicolino Paolino (anche lui eletto con Isernia Futura).
Quindi i giochi sarebbero fatti ma ragioni di opportunità (diciamo così) avrebbero indotto il sindaco a ritardare l’agonia dell’assessore Di Baggio per consentire di votare agevolmente per il rinnovo del Consiglio provinciale.
La maggioranza – che avrebbe espresso spesse volte le proprie perplessità in merito a questa decisione che non contemplerebbe la possibilità di sostituire gli assessori esterni in luogo di quelli che sono stati votati e sono stati eletti – sembra non abbia gradito ma le precisazioni sarebbe state avanzate ‘in camera caritatis’. Fuori da quella porta, nessuno pare intenzionato a dire la propria, ad avanzare un ragionamento che spieghi o smonti il disegno che Castrataro avrebbe in mente. Insomma, la scelta del sindaco – seppure non gradita – non pare debba essere commentata.

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