Csm di termoli

Il Molise si prepara a rispondere alla ’epidemia’ dei disturbi alimentari. “Esplosi dopo il Covid, età si abbassa”

Al Csm di Termoli è già iniziata da alcuni mesi l’esperienza di un ambulatorio dedicato che fornisce ascolto ed accoglienza, insomma una prima forma di presa in carico. Grazie a un “progetto-pilota” che si avvale di fondi ministeriali verranno formati vari operatori, della salute mentale e del sistema sanitario regionale, da parte di esperti nel campo. “è una patologia complessa, da dieci anni la tendenza è all’aumento dei casi e con il Covid c’è stato il colpo di grazia. L’età media si abbassa sempre più, fondamentale la diagnosi precoce” ha spiegato in sede di presentazione la psichiatra umbra Laura Dalla Ragione

Il Molise avrà un centro di riferimento per i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione: sarà al Centro di Salute Mentale di Termoli. “Non è una malattia di nicchia, i casi in Italia si aggirano sulle 3mila unità all’anno ma la tendenza, iniziata circa 10 anni fa, è in crescita”. Anoressia nervosa (conosciuta sin dall’800), bulimia e soprattutto – quanto a incidenza – binge eating, il disturbo da alimentazione incontrollata.

 

centro salute mentale gentile formatori disturbi alimentazione

Si è parlato di questo, e di tutte le relative implicazioni, lunedì 5 marzo nel centro diurno in via del Molinello e lo si è fatto alla presenza di due tra i massimi esperti nazionali nel campo, i dottori (psichiatri e psicoterapeuti) Laura Dalla Ragione e Gregorio Loverso, accolti dal direttore del Csm di Termoli, il dottor Alessandro Gentile. Saranno infatti loro, provenienti direttamente dall’Umbria e dalla Toscana, a formare il personale – del Csm ma in generale di vari servizi/strutture della sanità molisana – per la presa in carico qualificata dell’utenza che soffre di questi disturbi così diffusi nella popolazione. “L’età media dell’insorgenza si abbassa sempre più – hanno spiegato gli esperti – ormai vediamo bambine e bambini ben al di sotto dei 14 anni, anche di 10”.

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centro salute mentale cofelice

“Un percorso virtuoso che prende il via”, hanno sottolineato lo psichiatra ma anche il direttore generale Asrem Giovanni Di Santo (intervenuto anche il direttore sanitario Caraballese) così come il consigliere regionale Cofelice che ha portato i saluti e la vicinanza del Governatore Roberti.

csm nutrizione

Un percorso che di fatto è già partito: da alcuni mesi il Csm mette a disposizione un ambulatorio (nella locandina sopra il numero di riferimento, non è necessaria alcuna prescrizione medica, ndr) per dare una prima risposta alle necessità di singoli e famiglie alle prese con questo tipo di problemi che legano indissolubilmente corpo e mente e per cui si rende più che mai necessario un lavoro interprofessionale e sinergico, in équipe. Al corso formativo che è partito ieri al Vietri e si concluderà a dicembre prenderanno parte circa 50 tra psicologi, psichiatri, medici, operatori socio sanitari (non solo del Csm di Termoli). “È solo un inizio. Intanto l’ambulatorio è attivo e si avvale tra gli altri di un nutrizionista e di un medico internista” ha sottolineato il dottor Gentile, consapevole della complessità del fenomeno e della necessità di avere una ‘cassetta degli attrezzi’ adeguata per fronteggiarlo.

La domanda sul territorio c’è già e – come è stato più volte ribadito dagli esperti – “la pandemia ha dato il colpo di grazia” ma il trend all’aumento si nota già da un decennio e le previsioni dell’Oms non lasciano affatto ben sperare. Prevenzione? “Purtroppo è poco efficace in questo caso. Le linee guida ministeriali propongono di agire su 4 assi: la scuola, il mondo dello sport, la cosiddetta diet industry (i prodotti dimagranti hanno un mercato spaventoso) e i social media”. Ma, soprattutto gli ultimi due, sono difficili da controllare ed è così che “sui fattori di rischio – che sono tantissimi – abbiamo davvero poco margine”. Quello che si può fare, però, è intervenire precocemente. Per la dottoressa Dalla Ragione “la perdita di peso è uno degli ultimi step, ma l’ossessione parte molto prima ed è importantissimo intercettare il disagio il prima possibile”. Bisogna alzare le antenne, dunque, e per farlo la formazione degli operatori – vari, del mondo bio e del mondo psi – è cruciale. “Anche i pediatri, oltre che i medici di base, dovrebbero essere sensibilizzati e formati”.

“Avere un ambulatorio è già tantissimo, l’assistenza territoriale anche in questo campo è in Italia a macchia di leopardo”. E l’ambulatorio termolese attraverso questa progettazione, supportata da Asrem e Regione, punta a divenire il centro regionale di riferimento. “Considerate – ha detto la dottoressa di Todi alla nutrita platea formata da tanti rappresentanti delle associazioni – è solo un 30% che ha bisogno di un intervento intensivo residenziale (per cui i molisani dovrebbero ‘migrare’ in altri territori, ndr). Per tutto il resto un buon ambulatorio, e magari un protocollo con gli ospedali regionali, può bastare”.

La strada – con questo primo fondamentale progetto – sembra tracciata.

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