Il delitto nelle campagne

Omicidio Rayko, resta in carcere il 39enne di Santa Croce. La difesa rinuncia al Riesame nell’attesa delle analisi del Ris

Per il momento il 39enne di Santa Croce di Magliano arrestato per l’omicidio di Todorov Rayko resta in carcere. La difesa, rappresentata dagli avvocati Luigi Marinelli e Maria Tesi (in foto), ha ritenuto opportuno evitare la richiesta di Riesame per la scarcerazione o un alleggerimento della misura detentiva cautelare.

Gli elementi che potrebbero cambiare le sorti dell’indagato per omicidio volontario sono ancora esigui rispetto agli indizi a suo carico, “gravi e concordanti” secondo la ricostruzione degli inquirenti. “Attendiamo gli esiti delle analisi scientifiche – dichiara la penalista Maria Tesi – per valutare come procedere”.

Enio Amorfino si trova nella casa circondariale di Larino dallo scorso 11 febbraio, prima con un fermo del Pm Marianna Meo e in seguito su decisione del Gip Federico Scioli, che pur non ravvisando il pericolo di fuga ha rilevato indizi gravi, precisi e concordanti in capo all’uomo che la sera del 7 febbraio era presente sul posto – nella zona al confine tra Molise e Puglia – perché incaricato di fare il guardiano ai mezzi meccanici parcheggiati nel cantiere del metanodotto, con l’obiettivo di evitare furti di gasolio e altro.

Per gli investigatori sarebbe stato il 39enne residente a Sana Croce di Magliano a colpire alla testa, diverse volte e con tre colpi particolarmente violenti, il bulgaro di 37 anni che viaggiava su un furgoncino bianco, forse perché aveva perso la strada di casa. I carabinieri intervenuti inizialmente per una segnalazione di tentato furto presso un’azienda nei paraggi hanno trovato il bracciante agonizzante sulla strada, con ferite profonde al capo. L’uomo è deceduto qualche ora dopo in ospedale a Termoli.

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I carabinieri, coordinati dalla Procura di Larino, hanno sequestrato e repertato diversi oggetti e alcuni attrezzi agricoli, ma le analisi scientifiche che effettuerà il Ris riguarderanno anche indumenti con tracce di sangue. L’arma utilizzata per colpire Rayko, la cui salma è stata riportata in Bulgaria e seppellita nel cimitero del suo paese natìo, non è stata trovata. Da questo punto di vista le indagini scientifiche assumono una particolare rilevanza.

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