Ore 23 – La salma dell’uomo trovato all’interno della baracca di legno a Pozzo Dolce è stata recuperata al termine del lungo sopralluogo e dell’analisi della polizia Scientifica, dopo le ore 22, e trasferita all’obitorio del San Timoteo. Probabile l’autopsia che dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni. La Procura di Larino ha aperto un fascicolo sull’episodio. Pozzo Dolce si trova sotto sequestro nell’attesa di ulteriori accertamenti.
Ore 21 – Intorno alle ore 21 la Polizia ha avviato le ricerche per acquisire eventuali filmati delle telecamere poste tra la chiesa di Sant’Antonio, via Mario Milano e il lungomare Colombo con la speranza di imbattersi in qualche immagine utile a chiarire se nei momenti dell’incendio una o più persone si siano avvicinate alla baracca bruciata. Una delle ipotesi sulla quale stanno incrociando testimonianze e riscontri investigativi gli inquirenti, alla presenza anche della Procuratrice Antonelli, è che il fuoco sia stato appiccato in un secondo momento per coprire le prove di un litigio o perfino di un accoltellamento. Non ci sono certezze perchè il cadavere della vittima risulta completamente carbonizzato e questo sta rendendo molto difficoltosa la procedura di identificazione anche attraverso l’abbigliamento che non è più riconoscibile.
LA RICOSTRUZIONE – Il chiosco di Pozzo Dolce a Termoli è andato a fuoco nel tardo pomeriggio di oggi, mercoledì 29 novembre, e una persona è morta carbonizzata. La vittima, un senzatetto, non è stata identificata: il suo corpo è carbonizzato. Le operazioni per il recupero della salma si preannunciano lunghe. Sul posto in serata si è recata anche la Procuratrice Capo di Larino, Elvira Antonelli, che ha confermato l’apertura di un fascicolo d’inchiesta, e la Polizia Scientifica.
Tutte le ipotesi sono aperte. Non si esclude che l’origine del rogo sia dolosa, visti i numerosi punti in cui la baracca che ospitava il vecchio chiosco è andata in fiamme, o che si sia trattato di un rogo accidentale legato probabilmente all’utilizzo di un fornelletto che l’uomo avrebbe usato per riscaldarsi. Ma non si esclude neanche l’ipotesi di omicidio.
Ci sono infatti ancora molti punti da chiarire dietro la morte del senzatetto il cui corpo carbonizzato è stato trovato all’interno della baracca di legno a Pozzo dolce. La Scientifica avrebbe analizzato anche delle tracce di sangue trovate nel rifugio dove si trovava l’uomo, che misteriosamente non è fuggito quando il fuoco ha cominciato a divampare per mettersi in salvo nè ha dato alcun allarme. Anche questo dettaglio è al vaglio degli investigatori con il dirigente della squadra mobile di Campobasso Marco Graziano sul posto insieme agli uomini del capoluogo e del commissariato di Termoli con il dirigente Di Vittorio.
Subito i vigili del fuoco hanno avviato i primi accertamenti per cercare di chiarire le cause dell’incendio. A dare supporto anche il Nucleo Investigativo Antincendi (Nia) giunto dal Comando di Campobasso. A seguire si è recata a Pozzo Dolce come detto anche la Polizia Scientifica per effettuare i rilievi del caso.
Sono stati acquisiti elenchi di persone senza fissa dimora che frequentano la zona e che occasionalmente usufruiscono dei pasti e di altri servizi forniti dalla Caritas e da altre realtà associative grazie ai volontari che si sono messi a disposizione nel tentativo di risalire alla identità della vittima.
A supporto della ricostruzione dell’episodio anche l’ingegner Gianfranco Bove del Comune cui sono state chieste delucidazioni in merito al funzionamento dei quadri elettrici. L’area però, come noto, è completamente dismessa.
LA PRIMA NOTIZIA – Poco dopo le 18 la segnalazione alla centrale operativa dei vigili del fuoco e immediato è stato l’intervento di una squadra del distaccamento di Termoli che in pochi minuti è riuscita a domare le fiamme per poi procedere alla lunga bonifica. Sul posto anche una pattuglia della Polizia del commissariato di via Cina e l’autobotte del 115. La Polizia è stata costretta a chiudere al traffico la salita del Panfilo, vale a dire la parte a valle di corso Mario Milano, con automobilisti in arrivo dal centro obbligati a proseguire su via Colombo, mentre quelli in arrivo dal lungomare sono stati costretti a fare marcia indietro. L’area di interventi dei soccorsi è stata invece recintata con del nastro biancorosso per evitare l’accesso ai curiosi che si sono limitati a osservare quanto stava avvenendo da piazza Sant’Antonio e dintorni.
Alla Polizia il compito di trovare possibili testimoni che possano aver visto qualcosa, o meglio qualcuno aggirarsi nell’area andata a fuoco. La stessa polizia, insieme ai caschi rossi, ha perlustrato l’area, alla ricerca di qualche elemento che possa risultare utili ai fini dell’indagine. L’area è buia ed è con l’aiuto di torce che si procede al sopralluogo.
Il fumo che si è sprigionato per via dell’incendio ha invaso gran parte di quella area del centro. Grande anche il disagio, e la paura, per chi abita in quella zona e in particolare su via Mario Milano.
La stessa zona degradata, da anni lasciata all’abbandono e completamente al buio a quell’ora, era stata incendiata lo scorso 29 luglio, con danni tuttavia ridotti.
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