Azienda isernina

Automobili Dr e “ascendenze cinesi”, un profilo mai rinnegato

E’ ufficiale. L’Antitrust ha avviato un’istruttoria formale nei confronti della DR Automobiles di Macchia d’Isernia, ipotizzando condotte illecite durante la promozione e la vendita delle autovetture contraddistinte dal marchio DR ed EVO. Ciò in violazione delle norme del Codice del consumo. In particolare, l’Autorità fa sapere che “la Società rappresenterebbe in modo non corretto, sia sul proprio sito internet aziendale sia in campagne pubblicitarie ‘online’ e sui ‘mass media’, le informazioni che riguardano il luogo di produzione degli autoveicoli a marchio DR ed EVO. In alcuni casi, ometterebbe informazioni rilevanti sulla loro origine, lasciando intendere che si tratti di prodotti interamente italiani, mentre i veicoli ”sarebbero di produzione cinese”. Ciò posto i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni presso la sede isernina dello stabilimento con l’ausilio del Nucleo speciale antitrust della Guardia di Finanza.

Eppure sono anni che il Gruppo automobilistico molisano “De Risio” opera, rivelando minutamente come nascono i suoi prodotti finali. L’Azienda è cresciuta, col tempo, al punto che – anni addietro – avrebbe potuto entrare nella disponibilità dell’ex-Stabilimento “Fiat” di Termini Imerese per costruire veicoli “fuoristrada”, utilizzando le linee dismesse dalla fabbrica di Torino. In effetti la “DR” ha sempre detto di produrre autovetture in collaborazione con Gruppi industriali cinesi. E questi ultimi, all’epoca succitata, sarebbero stati felicissimi di atterrare in Sicilia in una struttura tanto blasonata, per di più agevole da raggiungere via-mare, al fine di sbarcarvi tutta la componentistica da assemblare per la successiva produzione del Gruppo molisano. In quel momento, l’Azienda pentra appariva come l’unica di portata nazionale interessata a produrre in gran numero le vetture “4×4” al fine di aumentare le proprie potenzialità lavorative.

La “DR motor company” mantiene la sua sede a Macchia d’Isernia. Nata come plurimandataria di numerosi marchi automobilistici (tra cui anche la “Ferrari”), nel 2006 Massimo di Risio (già titolare della “Dr automobiles groupe”, importatrice e distributrice della “Saleen S7” e fondatore della “Katay” che si occupa dell’importazione di veicoli prodotti in Cina) fonda l’attuale ragione sociale ed inizia la distribuzione di modelli prodotti dalla “Chery”, rimarchiandoli con le iniziali del proprio cognome. L’azienda possiede uno stabilimento in cui produce un centinaio di autovetture al giorno. Oltre alla “Dr 2”, un’utilitaria derivata da un modello di produzione cinese, entrata sul mercato nella primavera 2010, Di Risio produceva all’epoca anche la “DR5”. La vendeva nella catena degli “Iper”, in specifici ‘corners’, con personale appositamente addetto. Quando iniziò la produzione, quel Suv a 5 porte fu presentato al “Motor show” di Bologna per poi essere commercializzato tramite la rete dei suoi concessionari italiani. La “Dr” è presente pure sui mercati esteri di Francia, di Germania e di Spagna.

A suo tempo, per lanciare questo veicolo, assemblato in Molise con telaio proveniente dalla Cina, Massimo di Risio volle associare la bellezza femminile alle sue 4 ruote e si avvalse della collaborazione pubblicitaria di Martina Colombari e di Anna Falchi. Da allora non ha mai nascosto il processo che porta alla realizzazione del prodotto finito che trae origine dalla sinergia con aziende asiatiche realizzatrici della struttura dell’auto. Successivamente, il prodotto così elaborato finisce nella XX regione dove il veicolo prende forma. All’interno dello Stabilimento, il Gruppo ha attivato un “Centro stile” dove le autovetture acquisiscono una propria estetica grazie ad una cura dei dettagli che li rende adeguati ai mercati occidentali. Soltanto più tardi essi verranno completati con meccanica, elettronica e tecnologia italiana di provenienza “Fiat powertrain technologies”. Alla fine del percorso, saranno poste in vendita automobili “very made in Italy”.

Tutto ciò posto, c’è da stupirsi per questa iniziativa dell’Antitrust che ha aperto un’indagine sulla ‘DR’ al fine di valutare eventuali condotte illecite da parte del marchio molisano.

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