Emergenza caldo

Lavoro in condizioni climatiche proibitive, Ministero riceve la Cgil. “Anche la Regione faccia la propria parte”

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Franco Spina, Segretario Regionale Abruzzo Molise della Cgil

Da alcune settimane assistiamo al raggiungimento di picchi di calore preoccupanti e pericolosi per la salute delle persone e dell’ambiente.
Tali fattori dipendono certamente dai cambiamenti climatici che ormai sono evidenti e non più declinabili a semplici fenomeni di stagione come ancora alcuni tendono a riferire. Il negazionismo viene contraddetto ogni giorno da eventi come grandinate, tempeste tropicali, scioglimento dei ghiacciai e temperature mai registrate prima. Una costante che incide anche sulla vita delle persone e dei lavoratori oltre che sull’ambiente.

Come organizzazione sindacale, più volte siamo intervenuti richiamando l’attenzione sull’urgenza di porre al centro delle politiche dei Governi, la necessità di cambiare radicalmente il modo di concepire il futuro e lo sviluppo dei Paesi basandosi sulla sostenibilità ambientale.

Il caldo anomalo delle ultime settimane ha posto un tema ulteriore, quello della salute e sicurezza dei lavoratori spesso impegnati in ambienti di lavoro senza sistemi di climatizzazione o direttamente esposti al sole come avviene nei campi agricoli o nell’edilizia. Anche nella nostra regione si sono verificati casi di malesseri sul lavoro.

Temperature ben oltre i 35 gradi comportano rischi per la salute molto forte ed occorre quindi intervenire per sospendere le attività e trovare sistemi a tutela delle maestranze.

Da tali considerazioni è partita, nelle scorse settimane, la richiesta al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali fatta dai livelli nazionali delle organizzazioni sindacali di un incontro-confronto. Tale appuntamento si è svolto ieri presso lo stesso Ministero.
Va evidenziato che, per la prima volta, l’emergenza climatica e le conseguenze derivanti sono state prese debitamente in considerazione.
A conclusione del confronto, il Ministero si è impegnato sul fronte della certezza sulla richiesta di cassa integrazione in presenza di alte temperature, predisponendo quotidianamente bollettini meteo per INPS e Aziende.
In aggiunta, lo stesso Ministero valuterà un intervento legislativo che definisca la non incidenza dei periodi di nuova cassa, sui limiti della durata massima della CIGO anche per gli edili, come invece oggi avviene, così come l’utilizzo della CISOA ad ore come per la CIGO.

Altro tema ha riguardato la necessità che il Ministero definisca, per il tramite dell’ANCI, i vincoli dei contratti di servizio che, sostanzialmente rendono complicata la riorganizzazione del lavoro.

In ogni caso abbiamo chiesto che gli interventi siano efficaci e immediatamente operativi, così come al verificarsi dell’evento, deve essere vincolante l’interruzione delle attività quando non ci sono le condizioni di sicurezza. Come è noto, già dal lontano 2017 ricorrono casistiche che contemplano interventi INPS per i periodi di sospensione.
A riguardo, tutti i lavoratori che abbiano bisogno di informazioni, possono rivolgersi  presso i nostri uffici territoriali.

Al Ministero sono state poste altre questioni come per esempio il tema dei rider, del lavoro che si svolge sulle piattaforme, sui mezzi di trasporto, così come la necessità di una adeguata sorveglianza sanitaria, e un monitoraggio in ogni altro luogo soggetto ad esposizione per i lavoratori, nel rispetto del Dlgs 81/08 (Testo unico su salute e  sicurezza).

Il prossimo 24 luglio si svolgerà un ulteriore incontro da dove auspichiamo vengano esplicitate concretamente le misure urgenti e soluzioni operative.

Come CGIL, sollecitiamo altrettanta attenzione da parte della Regione nell’attivare sistemi di monitoraggio e condivisione oltre che di interventi, per parte di propria competenza, sul fenomeno in essere a tutela di tutti coloro che operano e lavorano in tali condizioni climatiche, nonché di tutta la cittadinanza nella consapevolezza che occorre pianificare anche interventi regionali di prospettiva non più basati su piani straordinari ed eccezionali, ma come piani urgenti e strutturali per il futuro.

 

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