Arte diffusa

Alta Marea, stupisce l’installazione fotografica nel borgo che ritrae ‘personaggi’ termolesi

“The Bee is not afraid of me”, si chiama così la mostra diffusa di Antonio Ragni nel borgo antico di Termoli. Affissi sulle pareti delle vie del centro 10 foto ritratti dei personaggi che hanno segnato la vita e i ricordi dell’autore, molisano di nascita e milanese di adozione, sulla via della riappacificazione con la propria città nell’ambito. Il titolo della mostra è un omaggio a Emily Dickinson

Sembrano murales ma non lo sono. Hanno fatto la loro comparsa prima dell’esordio della terza edizione di Alta Marea, Festival di Arte e Cinema, in questi giorni di scena a Termoli, stupendo i tanti che girovagano per il borgo e si imbattono, casualmente, in queste immagini e in questi personaggi, molto spesso conosciuti.

“Antonio dei film”, “Luigi Metal”, “zio Michelino”, “Buatte”: sono questi alcuni dei personaggi di Termoli ritratti nell’installazione fotografica “The bee is not afraid of me” di Antonio Ragni, sulle pareti delle vie del borgo antico di Termoli. Stupisce anche sapere che l’autore li ha realizzati in una sorta di moto di riconciliazione con la propria città d’origine.

Di seguito alcuni scatti realizzati da Fabio Manso.

mostra fotografica borgo alta marea foto Fabio Manso
mostra fotografica borgo alta marea foto Fabio Manso
mostra fotografica borgo alta marea foto Fabio Manso
mostra fotografica borgo alta marea foto Fabio Manso
mostra fotografica borgo alta marea foto Fabio Manso
mostra fotografica borgo alta marea foto Fabio Manso

 

La raccolta fotografica diffusa prende il nome da un verso di una poesia di Emily Dickinson, e mostra il tentativo di riappacificazione tra l’autore e fotografo, Antonio Ragni, molisano di nascita e milanese d’adozione, e la sua città, con cui ha avuto un rapporto altalenante e turbolento. Esposti 10 fotoritratti: ogni personaggio è un tassello di Termoli e ad ognuno di loro è associato un ricordo oltre che uno stato d’animo dell’autore. Tra gli altri anche “il boxeur”, “Michelino e Elena”, “i viandanti”, “la bagnina”, “Salvatore” e “il Ceri”.

Nel conflitto tra l’autore e la città, “The bee (l’ape) interpreta una doppia veste senza però mai privarsi di una visione totalizzante sul territorio, sui personaggi che l’hanno vissuto, su coloro che in un certo qual modo hanno lasciato memorie nell’autore, moderni Caronte, traghettatori di un tempo che non v’è più” – si legge nel manifesto dell’opera. “È un omaggio all’incertezza dei tempi moderni ma anche un inno inconsapevole alla bellezza, che non sempre va ricercata negli stereotipi che ci vengono forzatamente propinati oggigiorno, è il tempo che aiuta a superare le proprie paure e l’ape che non ha più paura di noi”.

Per Alta Marea, il festival che si sta imponendo, da 3 anni a questa parte, nelle estati termolesi, un altro bel colpo dopo quelli messi a segno negli anni passati.

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