Guglionesi

Genio, bellezza e dannazione: magnetica serata tra musica e parole al Fulvio con le novelle del Decamerock

Convince lo spettacolo del giornalista radiofonico, voce di Virgin Radio, Massimo Cotto che ha affabulato il pubblico con i suoi suggestivi racconti di personaggi indimenticabili del panorama musicale mondiale, le cui esistenze - spesso brevi - sono state accomunate da dolori e ossessioni. Sul palco anche l'attrice Chiara Buratti, l'iconico cantante Mauro Ermanno Giovanardi e il pianista e percussionista Francesco Santalucia

Un’immersione, quasi onirica, nel mondo della musica e di alcuni dei suoi personaggi più affascinanti, talvolta controversi, quasi sempre ‘maledetti’ e afflitti da quel male di vivere che ha turbato le loro fragili esistenze fino a distruggerle.

Una selezione di storie in cui genio e dannazione hanno tracciato il solco di vite segnate da tragedia, sì, ma anche da bellezza. A raccontarle ieri 15 aprile, al Teatro Fulvio di Guglionesi, un narratore d’eccezione: il giornalista radiofonico Massimo Cotto, impareggiabile affabulatore che, come pochi altri, è in grado di descrivere l’universo musicale e i suoi interpreti. Il suo Decamerock è questo e molto altro: è un racconto fatto di musica e parole, composto di dieci novelle (a guisa dell’opera di Boccaccio) che delineano, ognuna, una pagina della storia musicale intrecciata con racconti di vita che assumono un carattere universale.

Ad accompagnare l’autore – Decamerock prima ancora di uno spettacolo è un libro – nel suo viaggio tra le esistenze straordinarie di personaggi indimenticabili, il musicista Mauro Ermanno Giovanardi, ex voce dei La Crus e figura di riferimento nel mondo pop-rock italiano. A lui il compito di dare voce a brani che, specie se letti con il senno di poi, paiono testamenti spirituali e artistici. A lui, musicista che è a sua volta un condensato di suggestioni, e anche a Francesco Santalucia che con la sua tastiera e altri strumenti contrappunta le tappe del viaggio, in cui le parole si intervallano alla musica e quest’ultima illumina tali storie cupe e tenebrose.

decamerock massimo cotto

 

Ma c’è una quarta figura, quasi diafana, che si aggira sul palco come fosse un fantasma. Anzi, è un fantasma. È Nico, la femme fatale (come la ballata in cui, con le sue movenze lente e sensuali, crea quadri sul palco) dei Velvet Underground, la donna di ghiaccio amata da tutti, la Musa che “dà aria a tutti tranne che a se stessa”.

chiara buratti decamerock

Entra in scena insieme a una nuvola di fumo, quello sprigionato dalla sigaretta da cui aspira nervosamente, manifestando subito il tormento che l’ha perseguitata per tutta la sua vita. Musa – come si diceva – in primis di Andy Warhol ma nondimeno di tanti altri artisti. Come Lou Reed: “Sunday Morning l’aveva scritta per me, dovevo cantarla io e invece fu lui a farlo”.

decamerock massimo cotto
decamerock massimo cotto
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Sul palco i tre (Cotto, Giovanardi e Chiara Buratti alias Nico) entrano ed escono e la carrellata di talk sul rock del giornalista – condite di digressioni letterarie che vanno dal Moby Dick di Melville a Festa Mobile di Hemingway, passando per il Grande Gatsby di Fitzgerald – spazia dal prodigioso violinista Niccolò Paganini, la cui figura è circondata da leggende che fanno di lui una sorta di diavolo in terra, alla ‘farfalla’ Brian Jones, ‘padre’ dei Rolling Stones il cui ‘volo’ si è presto tramutato in uno schianto al suolo. Magnetica, a tratti psichedelica, l’interpretazione di Paint it Black ad opera di Giovanardi e Santalucia che la ballano come allucinati mentre le luci si offuscano e loro diventano ombre sullo sfondo del palcoscenico.

Ancora, Scotto racconta Nick Drake, artista forse troppo sottovalutato che ha lasciato alla storia della musica una poetica di malinconica bellezza, ben esemplificata dal suo album di esordio Five Leaves Left. Struggente anche la storia della breve esistenza, listata dall’epilessia, di Ian Curtis, paroliere dei Joy Division e di cui in teatro sono risuonate le note strazianti di Love will tear us apart.

Il breviario sul rock del conduttore di Virgin Radio dà spazio anche al cantautore italiano Piero Ciampi, poeta livornese dall’incredibile spessore artistico. Anche lui, neanche a dirlo, figura tragica consegnata alla storia della musica. E poi, non poteva mancare Jim Morrison, condensato di seduzione e inquietudine oltre che icona immortale.

decamerock massimo cotto

E c’è un filo che lega molte di queste storie, delle storie di questi uomini. È Nico, la sacerdotessa delle tenebre, che nella sua infelicità cercava disperatamente l’amore. È lei che prende la parola per raccontare quel rapporto tormentato con il leader dei Doors, forse l’amore più grande per lei.

Infine, sempre lei, dopo aver raccontato i momenti che hanno preceduto la sua fine, arrivata proprio quando aveva deciso di vivere per se stessa e per suo figlio, smettendo di essere musa per altri e spezzando i suoi deliri, prende il microfono e finalmente canta soavemente la sua Domenica Mattina. Con la voce che a poco a poco si fa soffio, flebile, fino a sparire.

decamerock massimo cotto

Uno spettacolo, inserito nella stagione di prosa guglionesana che sta inanellando un successo dopo l’altro, che ha riscosso l’apprezzamento del pubblico, numeroso ed eterogeneo, rimasto rapito dalla verve narrativa dell’autore protagonista e dei suoi fascinosi compagni di viaggio.

Prossimo appuntamento, clou del cartellone, il prossimo 23 aprile con il pluripremiato attore Silvio Orlando, che porterà sul palco del Fulvio La vita davanti a sé. Ancora pochi i posti disponibili.

Massimo Cotto con il suo Decamerock invece replicherà stasera e domani al Teatro del Loto di Ferrazzano.

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