Presentazione a campobasso

(r)Esistere nelle aree interne, il libro che esalta il Molise del fare: “Ma la politica deve sostenerci”

Il lavoro è della giornalista Miriam Iacovantuono: “Racconto le storie dei molisani che hanno deciso di restare creando attività innovative”. Ma senza lo sviluppo di infrastrutture e sanità è dura: “Le istituzioni dovrebbero fare molto di più per evitare che i giovani vadano via”.

Aree interne, spopolamento, rassegnazione. Ma anche resistenza e voglia di restare. Anzi di più, di investire sul territorio. A patto, però, che prima o poi possa migliorare la rete di infrastrutture e quella sanitaria. E su questo viene incalzata la politica, le istituzioni, che troppo poco fanno ancora per i giovani molisani indecisi sul proprio futuro.

Temi quotidiani, spesso irrisolti, del nostro piccolo Molise. E affrontati in modo puntuale e dettagliato nel libro appena pubblicato dalla giornalista Miriam Iacovantuono: (r)Esistere. Voci e volti dalle aree interne, il titolo del suo lavoro edito da ‘Officine editoriali da Cleto’. Un libro che parla di storie reali, di giovani che sono rimasti o tornati nella propria terra investendo in attività innovative e non.

Da Duronia a Fossalto, da Roccavivara a Castel del Giudice. Il Molise è di per sé un’area interna che andrebbe solo valorizzata per quello che è.

Ma com’è nata l’idea? “Curavo una rubrica su Officine dei giornalisti – racconta Iacovantuono – che trattava di aree interne e spopolamento, raccontando storie che portassero effetti positivi sul territorio. Si parla di Molise ma si fa cenno anche alla Basilicata, alla Puglia, anche al Nord, proprio per portare esempi a chi decide di restare o di tornare. Le storie di cui parlo riguardano persone che hanno preso coraggio e sono rimaste aprendo attività sul territorio. Oppure che hanno fatto esperienze fuori e poi sono tornate, sfruttando le proprie competenze”.

Volti positivi, che provano a dare una scossa decisa a una terra di emigrazione: “Diciamo che la rassegnazione c’è quando vedono che poi questo coraggio non viene alimentato dalle istituzioni – aggiunge l’autrice del libro –. Spesso dicono: va bene siamo tornati, abbiamo il Molise nel cuore, però devono metterci nelle condizioni di restare”. E qui si parla di infrastrutture viarie, di sanità”.

Nel lavoro sono stati raccolti 98 articoli che abbracciano dunque varie tematiche. E diverse zone della nostra regione. Qualche esempio? “C’è Valerio di Duronia, tornato dall’Australia, che ha deciso di fare il pastore. Altri due ragazzi di Duronia fanno invece gli apicoltori. E ancora, racconto la storia di Giuseppe che ha portato avanti l’attività di famiglia a Fossalto, mentre Lorenzo e Marco a Roccavivara puntano tutto sull’allevamento di lumache. Ma penso anche a Carmine di Castel del Giudice, alla cooperativa di comunità di Montemitro”.

Insomma, si cerca di “squarciare il velo della rassegnazione” attraverso interviste e articoli di analisi che puntano anche su un turismo nello stile di ‘Cammina Molise’, il cosiddetto turismo lento che può creare opportunità a livello lavorativo.

Una nota sul titolo: (r)Esistere. “Volutamente la r è minuscola mentre la E è maiuscola: i molisani esistono prima di resistere”.

Nel libro, che sabato 25 febbraio alle 17.30 sarà presentato al Circolo Sannitico di Campobasso, si analizzano anche le politiche messe in campo dalla Snai (Strategia nazionale aree interne): “C’è una parte dedicata ai finanziamenti europei che spesso arrivano ma si bloccano oltre a interviste ad esperti. È come se il libro corresse su due binari: vuole raccontare un territorio che può rinascere e può essere valorizzato partendo dal basso” conclude Miriam Iacovantuono.

Presentazione libro Iacovantuono
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