La storia di una termolese

Roberta Di Lorenzo, cantante e musicista con Gianluca Grignani. “Un’avventura rock in cui ho imparato a mettermi in discussione”

La 42enne termolese Roberta di Lorenzo racconta la sua vita in mezzo alla musica, dai tempi dello studio, fino al tour che questa estate la vede al fianco di Gianluca Grignani come corista, chitarrista e percussionista nel Living Rock and Roll tour

Roberta di Lorenzo è cresciuta a Termoli fino ai 18 anni. Fin da giovanissima ha studiato pianoforte, chitarra e canto lirico. Nel 2005 ha esordito nel mondo della musica entrando a far parte del gruppo vocale “L’una e cinque”. Ha conosciuto quello che è il suo attuale produttore Francesco Venuto insieme a Eugenio Finardi che l’ha scelta come sua supporter per i tour dal vivo. Dopo un lungo percorso di grandi successi oggi, nell’estate 2022, la 42enne termolese è stata scelta da Gianluca Grignani per accompagnarlo insieme alla sua band, nel Living Rock and Roll tour, nel ruolo di corista, percussionista e chitarrista.

Roberta di lorenzo

Roberta Di Lorenzo ha scritto tanti brani di successo in cui viene messo in evidenza l’essere e non l’apparire, “una corsa verso la ricerca della verità, per scegliere di dire e non tacere attraverso la musica, suonando la vita e superando i drammi interiori, conservandone i doni, mi sono messa a nudo affinché tutti potessero interfacciarsi con me”, rivela lei durante una pausa nel corso del tour che l’ha portata in giro per l’Italia da giugno e che la porterà ad ottobre prossimo a Milano al Mediolanum Forum. Questo è il trucco di Roberta per il suo successo.

Lavorando  con Grignani che cosa hai imparato da lui? Ti ha trasmesso qualcosa che era importante per il tuo percorso individuale?

“Gianluca è un artista sincero, vero, fragile e forte allo stesso tempo che non teme di mettersi a nudo mai, è capace, come tutte le anime illuminate di tirare fuori il meglio da chi lavora con lui. Ci siamo conosciuti la scorsa estate, alle Ogr, durante il Torino Jazz Festival, al concerto del Donnye Mac Caslin quartett e Gail Ann Dorsey, storica bassista corista di David Bowie. Poi a distanza di un anno la telefonata per chiedermi di rivestire il ruolo di corista, chitarrista nel suo Living rock and roll tour. Da giugno calchiamo molti palchi italiani, ed è un’ avventura tutta rock che ho il piacere di condividere con altri formidabili musicisti che compongono la band. Sono grata e onorata allo stesso tempo. E poi ci si diverte molto, ogni sera Gianluca riesce a creare qualcosa di grande e di diverso ogni volta”.

Parli molto di te, hai messo a nudo te stessa e la tua vita facendo coincidere musica e te stessa. Quale dono sei riuscita a dare agli altri artisti con le tue composizioni?

“Parlo di me perché la scrittura è la cartina di tornasole di ciò che sono. Non si mente, non si inganna, non ci si inganna, è come guardare qualcuno negli occhi per più di un minuto e lasciare che passi tutto. Per quanto riguarda gli artisti per cui ho scritto e scrivo, beh in quel caso mi auguro sempre di interpretare i loro pensieri e di riuscire ad essere un credibile tramite di espressione. Ci vogliono antenne buone e empatia per entrare in contatto con il loro sentire. Ma il bello della scrittura e anche della musica è che si gioca di fantasia, si entra nel mondo dove tutto è possibile…in fondo si raccontano storie”.

E dopo esserti donata completamente agli altri e si può dire ormai aver raggiunto il tuo obiettivo, attraversando tante difficoltà, anche interiori, cosa puoi dire di aver imparato attraverso il tuo percorso?

“Si impara sempre qualcosa, ogni composizione è una visione che si aggiunge a quella precedente. La lezione numero uno è che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. In realtà non è un gioco ad arrivare, non si arriva mai da nessuna parte, piuttosto è un allontanarsi dalle certezze. Per disimparare e poi comprendere. Io mi sento sempre all’inizio di un viaggio, porto con me tutto l’amore per la vita, ma anche la rabbia, le delusioni, le sconfitte e poi le trasformo in musica sotto le dita.

Cosa ti ha arricchito?

“Sono grata per gli  incontri che la musica mi ha concesso, incrociare il percorso di altri artisti, che sono prima di tutto esseri umani, per me conta questo. Lo scambio umano…siamo esseri sociali e fortemente empatici, se vediamo piangere qualcuno ci commuoviamo, se gli altri ridono, stiamo bene anche noi, trovo che sia un miracolo della natura questo specchiarsi nell’altro e riconoscersi. Si chiama armonia e non a caso questa parola ha un grande significato in musica. Questa consapevolezza mi ha arricchito e mi arricchisce ogni giorno”.

E cosa consiglieresti a tanti giovani?

“Difficile è navigare contro la corrente, ci sono masse di persone tutte uguali che seguono per inerzia una strada che non hanno scelto…che spesso sono assenti alla loro vita e vanno perché devono andare…temono di osare, di spiccare il volo, di sbagliare, negandosi così il primo salto. Consiglierei di fare quel salto, anche se apparentemente non porta lontano, ma è il primo di altri a seguire. Io così ho imparato a volare. E comunque una volta in volo non mancano le insidie e le difficoltà”.

Poi un ultimo passaggio sul cantautore e chitarrista milanese con cui sta lavorando questa estate, “Gianluca mi ricorda l’importanza di mettersi in discussione, di essere consapevoli di cosa si sta facendo nel preciso momento in cui si accendono i microfoni e poi mi ricorda che le belle canzoni, e lui ne ha scritte di meravigliose, sono eterne e hanno la magia di unire diverse generazioni, perché sono un mix di ribellione e poesia. Questo mi fa venire voglia di continuare a scrivere, a studiare e a parlare alla gente attraverso la musica, indiscussa compagna di viaggio”.

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