L'analisi

Assegno unico, Sisto (Prc): “Penalizza le famiglie più povere e premia quelle ricche”

Dal 1 marzo l’Inps verserà a tutte le famiglie con figli a carico fino a 21 anni l’assegno unico universale, una misura voluta dal ministero di Elena Bonetti che ha sostituito tutti i benefici precedenti come gli assegni familiari, le detrazioni d’imposta e i vari bonus (ad eccezione per esempio di quello per l’asilo nido).

Secondo il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Pasquale Sisto “molti lavoratori dipendenti addirittura ci perderanno. Bisogna premettere – questa la sua spiegazione – che fino ad oggi i lavoratori dipendenti percepivano direttamente e mensilmente sulla busta paga sia gli assegni per il nucleo familiare (ANF) sia le detrazioni d’imposta sul reddito. Questo portava che per una famiglia media monoreddito di 4 persone con 2 figli minori,  con un reddito annuale lordo intorno ai 20 mila euro,  fino a febbraio scorso si prendevano in busta paga circa 367 euro mensili, mentre con l’assegno unico universale a partire dal 1° marzo 2022, anche se percepiranno il massimo di 175 per ogni figlio, potranno arrivare ad un massimo di  350 euro mensili, molto meno della situazione attuale e per di più la somma verrà pagata direttamente dall’Inps dopo aver presentato l’Isee”.

Per quanto riguarda l’Isee è bene precisare che Caf e Patronati stanno già raccogliendo le documentazioni e presentando le domande sia per l’Isee che per il rilascio dell’assegno unico universale che avverrà dal 1 marzo e dunque non più in busta paga. Ma è chiaro che il rischio di ritardi ventilato dal segretario Sisto c’è

“Sicuramente alcuni nuclei famigliari guadagneranno qualcosa come per esempio i lavoratori autonomi anche se anche quest’ultimi perderanno le detrazioni d’imposta sul reddito e per cui ci sarà qualcuno che ci perde e qualcuno che ci guadagna qualcosa.

Non si fa politica sociale a favore delle famiglie togliendo qualcosa a chi ne ha pochissimo a favore di chi ne ha altrettanto pochissimo. Si fa politica sociale come, rivendichiamo da decenni, con la tassa patrimoniale per posizioni superiore ai 700 mila euro. A questi grossi capitalisti anziché tassarli si premia perché indipendentemente dall’Isee comunque percepiranno 50 euro per i figli fino a 21 anni e questa è l’ennesima ingiustizia del Governo Draghi/Confindustria a favore dei ricchi a discapito dei non abbienti”.

 

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