Emozioni forti

Un’intervista speciale. 4 ragazzi di Montagano ‘interrogano’ Riccardo Cucchi: “Campobasso nel mio cuore”

Andrea, Giacomo, Nicola e Tommaso hanno deciso di mettere su una pagina Instagram dedicata al fantacalcio e al calcio in genere. Ma fanno molto di più: “Con una frequenza settimanale cerchiamo di intervistare volti noti dello sport”. E il 3 dicembre hanno avuto l’onore di farlo con una delle voci storiche della mitica trasmissione radiofonica ‘Tutto il calcio minuto per minuto’.

‘Tutto il calcio minuto per minuto’, sei paroline magiche per chi mastica il pallone da quando è nato. Emozioni vissute in diretta, boati di stadi ascoltati in tempo reale, commenti a velocità supersonica, timbri più o meno ‘caldi’, ritmi intensi che ti facevano (e lo fanno ancora nella maggior parte dei casi, ndr) palpitare, immaginare l’attimo descritto, immergere nella partita stessa. Una delle voci storiche – e per 23 anni prima voce – della seguitissima, soprattutto negli anni settanta e ottanta, trasmissione radiofonica è stato sicuramente Riccardo Cucchi.

Un giornalista Rai che ha un rapporto speciale con il Molise e con Campobasso in particolare. La sua carriera iniziò proprio nel capoluogo. Racconterà le gesta del Campobasso in serie B, la sua prima radiocronaca fu Campobasso-Fiorentina di Coppa Italia.

Ora, succede che un gruppo di ragazzi (4) di Montagano da un paio di mesi abbiano deciso di mettere su una pagina Instagram dedicata al fantacalcio e al calcio in genere. Ma fanno molto di più: “Con una frequenza settimanale cerchiamo di intervistare volti noti dello sport” raccontano fieri. E giovedì 3 dicembre il colpaccio: “Abbiamo avuto l’onore di fare una chiacchierata in diretta sulla nostra pagina (@fanta_sticiconsigli) con Riccardo Cucchi. La sua voce ha accompagnato per anni le domeniche di milioni di appassionati di sport”.

I ragazzi hanno deciso di partire proprio da quel match che lanciò Cucchi nel magico mondo di ‘Tutto il calcio’: questo è un estratto dell’intervista.

Qual è stata l’emozione che ha provato in quella giornata storica per lei?

“È stato un esordio per me. Fino a quel momento effettuavo radiocronache per gioco, imitando le gradi voci di quegli anni: ricorderete i nomi di Enrico Ameri, Sandro Ciotti, Alfredo Provenzali. Capitò quell’occasione straordinaria per me. Il mio caporedattore della redazione di Campobasso, Tonino Scarlatelli, indimenticato, mi chiese se me la sentissi perché l’uomo designato per quella radiocronaca, il mitico Ezio Luzzi, era stato colto da un malore e impossibilitato dunque a partire per Campobasso. Fino a quel momento ero nel capoluogo molisano da 3 anni e non avevo mai effettuato servizi sportivi e quell’occasione fu per me il coronamento di un sogno”.

Quel giorno filò tutto liscio, come sottolinea il giornalista ora in pensione: “Andò bene, e andò bene anche per il Campobasso che sorprendentemente vinse con un gol di D’Ottavio, centravanti molisano, contro una Fiorentina vice campione d’Italia nella quale giocavano calciatori popolari come Galli in porta, Antonioni, Passarella, Bertoni, davvero una grande squadra. Fu un giorno di grande festa, non solo per me che riuscii a coronare un sogno, ma per la città intera”.

Andrea, Giacomo, Nicola e Tommaso, ovvero lo staff della pagina Instagram, non stanno nella pelle e si fanno raccontare da Cucchi il maledetto spareggio di Napoli contro la Lazio del 1987, che decretò la retrocessione dei Lupi. L’ex radiocronista Rai ammette: “Quanto ho sofferto! Io ero tifoso della Lazio. I miei colleghi di Campobasso lo sapevano, ma non avrei mai voluto che il Campobasso retrocedesse. Fu una delle partite più difficili da un punto di vista personale perché non volevo tifare per nessuno. Non avrei mai voluto che Campobasso e Lazio si giocassero la salvezza in Serie B. Io ero molto legato a quel Campobasso promosso in B che ha sfiorato la promozione in A. Quel Campobasso del Presidente Molinari, allenato da Pasinato; quel Campobasso di Ciappi, di Goretti, del mitico Capitano Scorrano, di Di Risio, di Maestripieri, che saluto tanto, un grande amico. Ero innamorato di quel Campobasso, di quei colori Rossoblù. Mi ricordo anche di una partita a Campobasso, un Campobasso-Lazio, nella quale il Campobasso riuscì a vincere e io non riuscii a soffrire per la sconfitta della mia Lazio. Era una Lazio forte, retrocessa per ragioni disciplinari. Il Campobasso, con gol di Biagetti, trionfò”.

L’emozione diventa immensa quando i ragazzi gli chiedono di Michele Scorrano.

Potrebbe parlarci del Capitano, che noi ragazzi non abbiamo avuto il piacere di poter vedere su un campo da calcio?

“Ah, Michele! Un personaggio meraviglioso. Era un uomo nel senso vero del termine. Un calciatore d’altri tempi che mangiava la polvere. All’epoca, sapete, prima che il Campobasso venisse promosso in Serie B, si giocava su campi sterrati, polverosi, si giocava con le pozzanghere e con la neve. Scorrano era un calciatore vero, di cuore, ha messo tutto il suo cuore nel Campobasso. Era un difensore roccioso, uno di quelli che non riesci a superare e per farlo devi faticare perché non ti molla. Scorrano “francobollava” l’attaccante avversario. Era uno spettacolo: cuore, grinta, temperamento, calciatore rude, come era rude il calcio di quegli anni. Ma quanto cuore, quanta intelligenza, quanta umanità c’era dietro Michele ed era il calciatore più amato. La curva rossoblù impazziva per Michele Scorrano, capitano del suo Campobasso. Gli ho voluto molto bene, davvero”.

Grazie, la aspettiamo presto a Campobasso.

“Naturalmente. Sono stato l’ultima volta allo stadio per celebrare il centenario del Campobasso. Mi ha fatto molto piacere, spero di tornarci presto. Affido a te, visto che non possiamo muoverci, il saluto mio a tutti gli amici di Campobasso, appassionati di calcio o no. Sappiate che Campobasso è sempre nel mio cuore! Un grande saluto a tutti voi”.

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