La svolta

Un locale ‘Zasso’ è l’erede di Pulp. “Apriamo oggi ‘larghi’ per stare più vicini domani. Rispettando le regole”

La sfida di Rosario Filipponio e Luigi Paglialonga che hanno inaugurato il locale: “Ingressi contingentati per evitare gli assembramenti. Chiediamo responsabilità alle persone”. L’impostazione sarà diversa, sia per le circostanze che per la scelta di “coprire tutta la giornata quando sarà possibile, puntando molto sull’aggregazione nel corso degli eventi sportivi”. Sul nome scelto: “Era andato in disuso, apparteneva alla nostra generazione. E’ un termine positivo, che connota tanti aspetti, si usa quando non sa quale aggettivo positivo utilizzare”.

“Si zass uagliò…”. “Quello è proprio zasso”. Espressioni del genere, per chi è cresciuto negli anni sessanta, settanta e ottanta, erano la normalità nel dialetto campobassano. Ma cosa significa ‘zasso’ o ‘zass‘ per chi non ha radici del capoluogo? Ci sono diversi modi per rispondere: dal termine per indicare una persona simpatica e carismatica a quello per definire uno che “anticipa la moda”. E ancora, uno che si comporta in una certa maniera. Per riassumere, come e molto di più del moderno ‘figo’.

A cosa serve questo lungo preambolo? Beh, da un paio di giorni il termine è tornato di moda. In via Duca d’Aosta non c’è più il silenzio e il vuoto dell’ex storico locale ‘Pulp’, chiuso ormai da febbraio, ma campeggia un’insegna inconfondibile: ‘Zasso’. Appunto. Si tratta dell’impresa a cui si accingono due amici di vecchia data di Piero Ioffredi, il precursore, l’inventore di un certo tipo di locali: Rosario Filipponio e Luigi Paglialonga.

Generico dicembre 2020

La prima domanda è d’obbligo e sorge spontanea: cosa può spingere ad aprire un locale in piena pandemia con tutte le restrizioni in vigore ormai da mesi? “Vogliamo pensare positivo per il futuro, l’idea è stata proprio questa, partire in un momento così critico per tutti sperando che la situazione migliori per la gente anche a livello di evasione da questa dura quotidianità, diciamo così”.

“Io sto nel mondo dello sport da sempre e quindi le sfide sono il mio pane quotidiano” aggiunge Filipponio. “Questa è un’idea nata nel 2019 con Anna, la moglie di Piero, che però non si è concretizzata. Si è andati avanti e oggi siamo qui. Noi ci crediamo, anche in tempo di pandemia. Io dico che è anche un voler riqualificare la zona, vedere questo locale spento e vuoto non era bello. Si è ricreato il movimento, è una cosa bella”.

Domenica scorsa l’apertura, e qualche problemino si è già riscontrato per via degli inevitabili assembramenti. Su questo i titolari sono chiari: “Abbiamo avuto nel giorno dell’inaugurazione qualche problema nella gestione delle persone. Si è creata un po’ di calca, in molti volevano entrare. Abbiamo deciso allora di togliere i tavolini che erano all’esterno per evitare assembramenti e mi sono messo sulla porta per contingentare gli ingressi. C’era anche un bodyguard sull’altra entrata”. Ma questo non spaventa Rosario e Luigi: “Non vogliamo creare problematiche né alle forze dell’ordine né a chi deve lavorare, mi rendo conto che il momento è difficile. Chiediamo responsabilità alle persone, bisogna essere ligi alle regole. Ci siamo detti: perdiamo anche qualche tavolo dentro, lavoriamo con venti persone, per il momento vanno bene”.

Generico dicembre 2020

Inevitabile parlare di Piero Ioffredi, autentico fuoriclasse del settore: “Non era semplice, dopo tutto quello che ha fatto il mitico Piero, andare a toccare e sostituire qualcosa di così importante, anche a livello di nome. Idealmente prendiamo il testimone ma non c’è diretto collegamento con la gestione precedente. È innegabile che quello che ha fatto Piero con la sua famiglia in questo locale è sotto gli occhi di tutti. Saremmo stati degli stupidi a voler imitare quello che è stato fatto negli ultimi venti anni. Lui è stato il precursore a Campobasso di tutto ciò che avveniva già nelle grandi città. Campobasso deve essere solo grata a lui. Questa può essere una prosecuzione ma ha un’altra faccia e impostazione”.

Che tipo di impostazione? “Il locale avrà varie facce. Apriamo alle 7 per le colazioni, poi si presta all’aperitivo, a pranzo stiamo puntando molto sul territorio, pane e affettati locali, prosciutto di Sessano, caciocavallo di Agnone oltre ai formaggi. Si mangia un panino, si spende poco, mezz’ora e si torna al lavoro. E poi abbiamo allestito un maxischermo, per ora sacrificato, ma puntiamo molto sull’aggregazione sportiva, non solo calcio ma anche basket, rugby. Speriamo di diventare un punto di riferimento sotto questo punto di vista nel prossimo futuro”.

Indimenticabili le serate da ‘Pulp’ durante le feste natalizie. Si faceva la famosa tombolata, organizzata proprio da Filipponio assieme ad Anna: “Non si può copiare o pensare di imitare quello che è stato ma pensiamo a dei premi per le persone affezionate al locale. Quello che è stato fatto è tutto molto bello ma andare a ripetere diventa difficile. Ci proviamo, speriamo possa andare bene. Ci teniamo a dire che il giorno dell’inaugurazione sono venuti anche i fratelli di Piero, Nico e Alessandro, è stato tutto emozionante”.

Tornando a bomba, ‘Zasso’ è stato scelto proprio perché “il termine era andato in disuso, apparteneva alla nostra generazione. E’ un termine positivo, che connota tanti aspetti, si usa quando non sa quale aggettivo positivo utilizzare. Speriamo tutti lo possano usare per il locale e per il futuro”.

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