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Lettera al sindaco: “Con le fabbriche aperte si rischia di vanificare gli sforzi di tutta la comunità”

Caro Sindaco Francesco Roberti,

vorrei esprimerLe la mia opinione in merito all’emergenza sanitaria che tutti stiamo vivendo. Ormai, viste le stringenti norme del governo che ci obbligano a restare in casa, mi domandavo se tutto ciò non sia una presa in giro per l’intera comunità e Le spiego brevemente perché.

Per limitare e contenere il contagio, hanno fatto chiudere, oltre le scuole, tutte quelle attività e imprese che non sono state reputate di prima necessità, così da evitare assembramenti che sarebbero stati veicoli del contagio. A tal fine, ieri, il governo ha inasprito le restrizioni, impedendo persino di praticare sport in maniera isolata e cosciente. Bene, ma non benissimo mi verrebbe da dire.

Con particolare riferimento al nostro contesto, ciò che non mi torna è come mai allora si permette alle aziende del nostro nucleo industriale di continuare imperterrite a restare aperte nonostante si producano beni tutt’altro che di prima necessità, dove il contatto interpersonale è inevitabile e frequente durante il turno lavorativo, dove sopraggiungono persone anche da altre regioni, costrette a viaggiare in mezzi tutt’altro che sicuri igienicamente parlando.

Come mai la corsetta sul lungomare in solitaria non è consentita mentre lavorare a stretto contatto è reputato “in sicurezza”? È stato chiesto un sacrificio a tutta la comunità, è stato chiesto di tirare la cinghia per il bene di tutti, è stata fermata la cultura, limitata la libertà personale e poi in maniera del tutto irresponsabile si costringe migliaia di persone a recarsi in un posto di lavoro insicuro con il reale rischio di rendere vani gli sforzi di tutta la comunità.

La regione Molise, che fino a qualche giorno fa contava solo pochi contagi, avrebbe potuto salvarsi dal dramma che sta colpendo tutta la nazione. Oggi leggo di un escalation di contagi e leggo di provvedimenti inutili nonché futili quale la chiusura del parco, come se il problema fosse quello.

Naturalmente questo discorso vale per tutto il territorio nazionale, non è un caso che in Lombardia ci siano la maggior parte dei contagi visto il numero assai più consistente di aziende presenti. Credo che nel nostro piccolo, visto che siamo la seconda regione più piccola d’Italia e probabilmente una delle meno industrializzate, si possa e si debba fare di più, proprio per dare un senso allo sforzo collettivo! La comunità non può aspettare a oltranza! Per il “bene” del nucleo industriale si rischia di far morire di fame (oltre che di coronavirus) tutto il resto della popolazione se non ne usciamo presto da questo incubo.

Quindi, con la presente, Le chiedo di impegnarsi in prima persona nel fermare le suddette attività al fine di tutelare tutta la cittadinanza e la regione. Il governo ha garantito gli ammortizzatori sociali per le aziende, quindi non vedo il motivo di scherzare ancora col fuoco… Detto questo, confido in una Sua risposta e Le auguro buon lavoro.

Un cittadino preoccupato qualunque.

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