Termoli

Al Macte personale di Giuseppe Uncini: il suo cemento armato ha fatto la storia delle avanguardie

Scultore e pittore, celebre per le opere in ferro e cemento armato. Un suo lavoro lo possiede anche Termoli nelle prestigiosa collezione permanente, messa insieme nel corso degli anni – dal 1955 in poi – con lo strumento del “premio acquisto”. E’ datata 1962, si intitola Cementoarmato n.31 e fa parte del periodo, che segna la prima metà degli anni sessanta, in cui l’artista marchigiano ha coniugato cemento e ferro, i i suoi materiali d’elezione, che sceglieva non tanto per il potenziale espressivo materico ma per una necessità di costruire, strutturare, che lo ha posto oltre l’Informale sebbene proprio da quella avanguardia ha preso le mosse.

Quella di Giuseppe Uncini, nato a Fabriano nel 1929 e deceduto nel 2008 a 79 anni, è un’opera interessante sotto molteplici profili, una testimonianza preziosa di un periodo che ha registrato, in Italia, una straordinaria fioritura di fermenti e di sperimentazioni che ha animato la scena artistica del periodo, nella quale Unicini trovò terreno fertile per ritagliarsi una posizione originale dando vita a un modo nuovo e inconfondibile di fare scultura.

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Ora la sua personale approda al Macte, il museo di arte contemporanea di via Giappone rimesso a nuovo, convertito in uno spazio di pregio che accoglie, nel circuito laterale a ferro di cavallo, in un allestimento curato e finalmente non di stampo provinciale, alcune delle opere della collezione termolese, composta da oltre 470 tra dipinti su tela e sculture realizzate con pluralità di tecniche e materiali. Tra gli artisti in collezione spiccano Carla Accardi, Franco Angeli, Antonio Calderara, Dadamaino, Tano Festa, Gino Marotta, Luca Maria Patella, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Mario Schifano, Giulio Turcato e Giuseppe Uncini, la cui mostra approda al Macte dal 3 agosto al 12 gennaio prossimo. Una occasione unica per visitarla, con opening alle 18 e 30 il 2 agosto.

 

 

 

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