Termoli

Pronto da un anno e mai aperto: il mistero del distributore di metano all’ingresso dell’autostrada

Due anni di lavori, contratti con i dipendenti già firmati ma senza l'autorizzazione ad aprire a causa di un problema legato all'occupazione di un terreno di proprietà comunale che, per il distributore, si è risolto all'inizio del 2018.

Un distributore della Metano Puglia chiuso, mai entrato in attività, in un punto strategico della città ed attorno a cui si cela una sorta di mistero riguardante la sua mancata apertura: l’impianto, sito in via delle Acacie a Termoli, attende di aprire i battenti.

Apertura rinviata a causa di una problematica dapprima relativa al rispetto autostradale e statale che, secondo l’ente che gestisce le due reti, non è stata rispettata, e che ha poi interessato un breve tratto di strada, di proprietà del Comune, la parte finale di via delle Acacie. Una ‘faida’ che è finita sul piatto degli avvocati, divenendo giudiziaria.

Andiamo con ordine: l’istanza di ampliamento dell’impianto risale al 2015 e, dopo l’approvazione, vengono avviati i lavori che partono qualche mese più tardi, a febbraio del 2016 per terminare alla fine del 2017. Il tutto seguendo le delibere e le autorizzazioni necessarie per l’avvio dei lavori, compresi i collaudi da parte dei Vigili del Fuoco, dei funzionari comunali e della Dogana che risultano rispondere a tutti i parametri fissati dalla vigente legge italiana.

La storia si complica nel 2017 quando l’ente gestore delle autostrade riceve, in anonimato, una segnalazione di un cittadino che contesta l’inadempienza della fascia autostradale. Comunicazione che viene girata da Autostrade agli uffici del Comune di Termoli per un controllo che, una volta effettuato, rivela la veridicità della notizia: il distributore non ottempera il vincolo di rispetto (dieci metri) per cui non può aprire.

Dal momento che Metano Puglia ha effettuato un investimento cospicuo per la creazione del nuovo distributore, provvede immediatamente a sistemare la questione, spostando di qualche metro il cancello già montato, per rientrare nella distanza stabilita dalla legge e nella speranza di poter aprire l’attività per cui ha già avviato le pratiche di assunzione dei dipendenti.

E potrebbe aprire, almeno secondo Autostrade per l’Italia che comunica il rispetto dei parametri in seguito ai lavori effettuati. Potrebbe ma non può perché, secondo quanto rilevato dal Comune ad ottobre 2017, la ditta occupa abusivamente parte di un terreno di sua proprietà, strada che interseca con via delle Acacie, come visibile dai sopralluoghi effettuati. Motivo per cui chiede la rimozione della recinzione ed eventuali opere, anche interrate, per ripristinare lo stato dei luoghi, revocando in autotutela tutte le autorizzazioni e la Scia fino ad allora concesse.

Operazioni che, secondo la ditta, sono state messe in atto, comunicando i lavori all’amministrazione comunale che, tuttavia, non fornisce alcuna risposta alla ditta che, ormai da febbraio, attende il nulla osta che consenta di avviare l’attività. Una situazione che si è trascinata per quasi un anno e che ora è finita sul tavolo dei legali in attesa di una risoluzione che tarda ad arrivare.

L’unica certezza resta questa: l’impianto, pur sembrando ottemperare a tutte le richieste mosse da Autostrade per l’Italia prima e dal Comune poi, resta chiuso con conseguente perdita di denaro già investito, posti di lavoro che vengono a mancare e un disservizio all’intera comunità termolese che attendeva l’apertura del distributore di metano.

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