L'Ospite

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Natale: la forza della Luce risplende in mezzo all’oscurità della storia

“La beata Maria entrò in una grotta, tutta si illuminò di splendore […]. La luce divina illuminò la grotta in modo tale che né di giorno né di notte la luce mancò”. Dobbiamo ai vangeli apocrifi, scritti nei primi secoli del cristianesimo non ritenuti ispirati, il merito di aver conservato e diffuso le nostre tradizioni religiose-natalizie. Questi testi ci parlano della grotta dove Gesù è nato, del bue e dell’asinello, non citati dai vangeli di Matteo e Luca.

La grotta secondo questi scritti (vangelo di Giacomo e pseudo Matteo) è illuminata da luce divina. Da caverna buia e tenebrosa passa a luogo pieno di luce e di accoglienza per la nascita di Gesù. Nella versione del vangelo arabo dell’infanzia la luce è “più bella del bagliore delle lucerne e delle candele, e più splendente della luce del sole”. All’interno della grotta “un bambino, avvolto nelle fasce e adagiato in un presepio…”.

È bella l’immagine della grotta buia che si riempie di luce per la presenza del bambino-Dio e di sua madre Maria. Questa immagine, con il tempo, ha dato occasione ai padri conciliari di Nicea e di Costantinopoli di formulare la professione di fede, il credo, quando si dice che Gesù Cristo: luce da luce Dio vero da Dio vero…

A Natale nasce la Luce vera quella che illumina ogni uomo. Questa luce non da fastidio, non invade, non acceca, non reca danno, al contrario è luce che edifica, rasserena, ci relaziona al divino.

All’uomo di oggi, abbagliato da luci e luminare, sembra che la luce che viene nel mondo sia una tra le tante, così le parole dell’evangelista Giovanni confermano il triste presagio: “venne nel mondo la luce vera che illumina ogni uomo, eppure il mondo non lo ha riconosciuto, venne tra i suoi e i suoi non lo hanno accolto” (Gv 1, 9-11).

La luce per l’Antico Testamento ricorda la presenza di Dio nella sua Parola. Il salmo 119 dice: “lampada per miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”.

Di luce si vestirà il Messia. Il profeta Isaia annuncia un tempo nuovo e diverso in cui la luce fa da sfondo alla profezia messianica: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,2). Del suo servo Dio conferma: “Ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni… perché tu faccia uscire dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre” (Is 42,6).

La luce natalizia è Gesù, la vera luce che non fa ombra tantomeno lascia zone oscure. Il Nato a Betlemme illumina tutto l’uomo gli fa nota la sua condizione e lo aiuta moltiplicando felicità.

Di luci oggi nelle nostre case e nelle città ce ne sono abbastanza, tante da essere vietate, divieto chiamato inquinamento luminoso. Troppe luci fanno male, rendono vane le bellezze del cielo, di notte non ci fanno capire e distinguere ciò che brilla e ci tolgono lo stupore del cielo.

Una luce, però, non deve mancare quella ci è necessaria per comprendere e comprenderci nella nostra umanità è la luce-Cristo che nasce e brilla tra gli uomini.

Lo vuoi o no, il Cristo di Betlemme nasce ancora e ancora la sua luce è affascinante piena e carica di Dio. Non è la luce degli show, delle parate o delle sfilate è la luce di Dio che illumina la mente e i cuori degli uomini distratti e inquinati dalle luci mondane.

Natale dunque è la nascita di Dio luce da luce, Dio vero da Dio vero, questo Dio e solo lui può aiutarci a comprendere la strada vera da percorrere, dove il rispetto per gli uomini, la pace, la giustizia, la misericordia e l’amore possono trasformare questo mondo in modo nuovo.

Un bimbo di luce, nella sua fragilità diventa icona e immagine di forza per l’uomo debole e fragile, uomo consumato e consumatore che produce scarti e rifiuti; questo bimbo ci aiuta ancora a rimanere con i piedi a terra e gli occhi rivolti al cielo per confermare la bellezza dell’amore di Dio e del Dio amore.

Il pittore fiammingo Peter P. Rubens (1577-1640) ci ha lasciato uno spettacolare dipinto, l’unico in Italia, l’adorazione dei pastori (si trova nella pinacoteca di Fermo). Nel bambino nato l’autore ha voluto concentrare tutta la forza debole della luce rendendo così la natività centro di attrazione. Il bimbo avvolto di luce riesce ad attrare sguardi, gesti, azioni di coloro che vi si trovano attorno, la luce di quel bimbo dà luce ai volti e rischiara scene ombrose e cupe.

Il Natale dice la bellezza dell’incarnazione incastonato nella storia della salvezza, la forza della luce che risplende in mezzo all’oscurità della storia. Una preghiera condensa quanto abbiamo evidenziato: Signore Gesù, ti contempliamo oggi nella festa del tuo Natale mistero dell’incarnazione nel progetto di salvezza. Tu sei la Luce, una luce che risplende in mezzo alle oscurità della storia e ci fai vedere sentieri di giustizia, di pace e di solidarietà. Tu sei la luce, che non conosce tramonto e che denuncia tutto ciò che deturpa, calpesta, sminuisce la dignità degli esseri umani, la loro grandezza e la loro felicità, vieni nasci ancora una volta e rivestici di luce!

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