Tra fede e matematica

Il ’codice’ Felice: “Vi svelo io il terzo segreto di Fatima: era l’attentato di Bruxelles”

E’ molisano l’architetto che, dopo uno studio di un anno, sarebbe riuscito a dimostrare la connessione tra numeri e fatti. Il risultato è spiazzante e porta direttamente all’attentato del 22 marzo 2016. "Non sono un mistico nè un visionario. Non ho fatto altro che ricostruire gli eventi: ci sono numeri che tornano sempre e regolano la mia ricostruzione che ho deciso di divulgare affinchè in MOlise venga rinnovata la fede", spiega. L’architetto che vive in una contrada di Vinchiaturo è pronto a giurare che il Molise è la nuova Terra Santa e che il santuario di Castelpetroso è in connessione con gli altri luoghi del culto mariano di Loreto, Fatima e Medjugorie.

Una contrada sperduta della provincia. Tra alberi da frutta e ortaggi che crescono rigogliosi in una natura incontaminata. Di fronte, il Matese e il paese di San Polo. In un casolare bianco e apparentemente anonimo l’architetto Marco Felice ha allestito il suo studio. Pannelli, fotografie, sculture e libri racchiudono la fatica di un anno di lavoro: numeri che ritornano e si ripetono, calcoli, misurazioni catastali. Una sorta di ‘codice’, insomma. Il risultato è spiazzante: «Il terzo segreto di Fatima era l’attentato di Bruxelles» e «Il Molise è la nuova Terra Santa e a Castelpetroso si vede il volto di Dio».

Una teoria che si muove tra fede e razionalità, dunque. Un binomio che sin dai tempi antichi non è mai andato a braccetto. Anzi, quando qualche scienziato ha provato a dimostrare l’esistenza di Dio con i numeri venne messo al rogo dalla Santa Inquisizione. 500 anni dopo Marco Felice rimette in discussione l’eterno dualismo tra religione e matematica.

«Non sono un visionario né un mistico: io sono un architetto, ho la passione per la fotografia e scolpisco. Con la Chiesa non ho nulla a che fare, non ho mai letto neppure il Vangelo», spiega subito ai giornalisti. Ma forse un miracolato sì, lo è: ha subito quattro incidenti stradali in nove mesi. Forse questa è stata la molla che ha fatto scattare i suoi interessi.
La conferenza avviene in una data non casuale: il 19 maggio, giorno di San Pietro Celestino.
Marco Felice inizia il suo racconto. Parte da una lapide che si trova davanti casa sua in ricordo dell’incidente in cui morì un poliziotto in servizio di scorta. Avvenne il 22.11.1966 e l’agente aveva 47 anni, era nato il 25 marzo 1919. Il 25 marzo è il giorno dell’Annunciazione di Maria. «Questa lapide è l’elemento cardine per la costruzione del terzo segreto di Fatima: la data di nascita e morte di quel signore, altri elementi come foto e video mi hanno consentito la ricostruzione il terzo segreto di Fatima che non è solo la ricostruzione del Vaticano. In base alla mia ricostruzione, il Molise è la fotocopia della Terra Santa perché ad alcuni luoghi, come San Polo Matese, Civitacampomarano e Vinchiaturo, si possono associare determinati elementi. Qui, a Vinchiaturo, ad esempio, dai dati catastali si può ricostruire la ‘M’ di Maria. Invece San Polo è un paese a forma di croce. Inoltre, sono connessi i quattro santuari mariani di Castelpetroso, Fatima, Loreto e Medjugorje».

Poi inizia a spiegare il frutto dei suoi studi. Il 22 e l’11 ritornano pure sommando l’orario del terremoto (dati Ingv) del 16 gennaio 2016 e del 12 gennaio 2017, il primo con epicentro a contrada Guado di Baranello, il secondo in contrada Monteverde di Vinchiaturo, vicino alla lapide dell’agente morto. Un fatto che a suo dire «conferma la sacralità del luogo: questi terremoti non sono casuali ma sovrannaturali». 22 è anche il numero che compare nel referto rilasciato dall’ospedale dopo uno degli incidenti che coinvolgono Marco Felice. E il 22 marzo la Madonna Addolorata apparve per la prima volta a Castelpetroso. Era il 1888. «Sul Monte Patalecchia c’è il volto di Dio e – un’altra affermazione shock – nelle coordinate di questo volto ci sono dei numeri che rimandano alla mia data di nascita, il 12 marzo 1969. Questo era un messaggio per me».

«I numeri regolano la mia ricostruzione – la filosofia alla base del suo ragionamento – e nella ricostruzione degli eventi la coincidenza è un elemento fondamentale. L’architetto Mies Van Der Rohe diceva ‘Dio è nei dettagli’ e dunque se capiamo i dettagli si capisce il tutto, altrimenti non ha senso», rimarca il professionista. «Questo è un luogo prescelto». Contrada Monteverde e la vita del professionista dunque sarebbero immersi dallo spirito mariano. Un fatto dimostrato anche dai dati catastali in cui compare, ad esempio, il 16 (gli anni che Maria aveva quando ebbe l’Annunciazione) e il 47, l’anno della morte dell’agente.

Mentre l’architetto espone i suoi studi, sembra di trovarsi immersi nel famoso libro di Dan Brown ‘Il codice Da Vinci’. «Io faccio l’architetto e so come sono i codici», ammette lui involontariamente. Il clou del ragionamento è il legame tra l’attentato di Bruxelles e il terzo segreto di Fatima. «L’attentato alla stazione del metrò di Malbec a Bruxelles si trova a 100 metri dalla sede della Regione Molise. Il civico della sede è il numero 47. Dai numeri del telefono della Regione Molise, c’è la data dell’attentato ed emergono i 100 anni dalle apparizione di Fatima. Io ho ricostruito solo i fatti già successi». Studi destinati a discutere e a dividere scettici e credenti come succede tutte le volte in cui sacro e profano si scontrano. I suoi studi non continueranno: «La mia ricostruzione è completa e dovevo solo divulgarla affinchè in Molise si possa rinnovare la fede». SP

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