Società & Costume

Coppie che non si lasciano mai

Ancora due coniugi sono morti insieme, nella stessa notte. A Guglionesi, il paese dei matrimoni “eterni”, è già successo parecchie volte. E i cittadini sono convinti: “non è una coincidenza”

La formula di rito “finchè morte non vi separi” comincia ad andare un pò strettina al popolo guglionesano. Il quale – lo dimostra la cronaca – fa i conti con una singolare quanto romantica consuetudine: quella delle “coppie inseparabili”. Delle unioni che non si spezzano neppure davanti al temuto momento del trapasso, quando è praticamente obbligatorio dirsi addio. A Guglionesi (seimila abitanti, praticamente nessun divorzio e matrimoni che non hanno mai risentito della crisi storica del più sacro dei vincoli), capita che l’addio di mariti e mogli alla vita terrena sia addirittura simultaneo. Come lo è stato per i signori Nicola e Ada, 74 e 71 anni, scomparsi quasi in contemporanea qualche giorno fa. Sono morti a tre quarti d’ora di distanza, nella casa di proprietà dove ospitavano – ironia della sorte – la madre novantenne della signora Ada, una vecchietta con la salute di ferro che ha assistito incredula al duplice decesso. Un infarto, improvviso, ha colpito il genero in piena notte. Per Ada appena il tempo di chiamare il medico e, constata l’impossibilità di un trasporto urgente in ospedale, di telefonare in lacrime ai tre figli e alle pompe funebri. Davvero giusto il tempo di attenersi alla prassi, svolgendo fino all’ultimo il proprio dovere di moglie. Dopodiché un dolore devastante al torace ha colpito anche lei, mentre il povero dottore cercava disperatamente di evitare che il dramma si ripetesse. Tentativi inutili: Ada è morta abbracciata al marito esanime, nel letto della camera matrimoniale.
 
Doppia sfortuna, commentano i più. E davanti alle bare che escono dalla chiesa – due identiche, dirette al cimitero comunale – e al dolore insostenibile della famiglia, il commento è legittimo, addirittura inevitabile. Ma qualcuno ha ricordato, proprio il giorno del doppio funerale, che nel paese esiste da alcuni anni una bizzarra tradizione. E che i signori Ada e Nicola sono solo l’ultimo esempio, in ordine di tempo, di un fatto che si ripete puntuale. “Ma guai a prenderla come una maledizione – ammonisce un cittadino, mentre con lo sguardo segue le bare – è piuttosto una consuetudine poetica. E non è nemmeno così terribile come può sembrare…. Sa quanta gente conosco che non vorrebbe sopravvivere alla rispettiva moglie o al rispettivo marito? Parecchia, e mi ci metto anch’io…”
Una riflessione che, a un’analisi meno superficiale, è condivisa da un bel numero di cittadini. E non è un caso se i residenti guardano senza tristezza ai precedenti delle coppie unite fino alla morte, né se questa strana consuetudine che investe il paese viene raccontata senza paura fuori e dentro le case, supportata dai numeri forniti dagli anziani, che portano il conto dei morti con la naturalezza di chi sa che prima o poi “tutti ce ne andiamo”.
 
Adesso è toccato a Nicola e Ada. L’anno scorso a Luigi e Maria. Lui aveva 94 anni, 13 più della moglie. Eppure era lei quella che stava male. Morì una domenica di aprile, senza nessuna sorpresa. Luigi – raccontano i figli – disse che voleva raggiungerla, che era pronto. Trentasei ore dopo anche lui non c’era più.
“Qua l’amore è eterno” scherzano i meno superstiziosi, e ricordano che l’anno prima, nel 2002, fu la volta di Antonio Benedetto e Maria Galasso. Vivevano a Roma, e morirono a dieci minuti di distanza. Abbastanza poco per guadagnarsi un trafiletto sui quotidiani nazionali, e per sollevare parecchie esclamazioni di meraviglia. Vivevano a Roma, ma erano entrambi di Guglionesi. E per i guglionesani non fu una coincidenza neppure quella.
“E’ già accaduto” dissero i soliti vecchi, quelli che invece di stupirsi alzarono le spalle.  Avevano ragione, era già accaduto. E per ben due volte. Circa dieci anni fa, ad altre due coppie: i coniugi Ludovico e i coniugi Gizzi. I mariti furono stroncati da un infarto, le mogli li seguirono nella tomba per disperazione poche ore dopo.

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