Il cinema? Noi lo vediamo così

La tradizionale rassegna Posto Unico è arrivata (con successo) alla sua decima edizione. Il Presidente del Circolo del Cinema Lumiére, Lino Lapenna, traccia il bilancio dell’attività e svela cosa si nasconde dietro alle scelte dell’associazione e ai gusti del pubblico.

Un anno di cinema con Posto Unico; per il Circolo del Cinema Lumiére, promotore dell’iniziativa, il bilancio delle proiezioni è positivo. Nonostante la retrocessione del pubblico in sala, riscontrata a livello nazionale, lo "zoccolo duro" degli affezionati di Termoli è rimasto immutato rispetto agli anni scorsi e alle rassegne precedenti.
Una bella soddisfazione per i componenti dell’associazione e per il presidente del Circolo, Lino Lapenna, che così commenta il buon successo dell’ormai tradizionale film del mercoledì sera.
"Nonostante il calo di spettatori del grande schermo, Posto Unico ha mantenuto inalterato il suo pubblico. Possiamo contare su circa 50 ’fedelissimi’, presenti a tutti gli spettacoli, e su quattrocento persone che gravitano attorno alla rassegna, anche se non assistono alle proiezioni con frequenza settimanale"

Qual’ è il segreto?
"Nessun segreto. Termoli è cresciuta e avverte la necessità di un cinema in grado di riconciliare il pubblico col cinema ben fatto, di qualità. Nel momento in cui abbiamo rilanciato il Circolo, dopo tre anni di stasi, abbiamo tenuto a mente questa esigenza della città. I fatti ci hanno dato ragione, basti pensare che dal ’99 ad oggi (La rassegna si è conclusa la settimana scorsa, ndr) abbiamo proiettato cento film per un numero complessivo di spettatori pari a 13mila persone. Se 13.000 persone hanno risposto al nostro invito, ciò significa che esiste una forte domanda di film d’autore".

A Termoli esistono tre cinema, che non sono pochi. Considerando anche il fatto che nell’ultimo periodo gli spettatori del grande schermo sono calati, non si rischia una overdose di film che non trova corrispondenza nel pubblico?
"Direi che è vero il contrario. E la prova è che nell’ultima rassegna di Posto Unico, la decima edizione, gli spettatori sono stati superiori alle aspettative. Il fatto che ci siano tre cinema, piuttosto, ci limita nelle scelte, restringendo il campo delle possibilità. Nonostante questo tuttavia posso affermare che le pellicole inserite nella rassegna hanno ottenuto un buon successo. Molti film della nostra programmazione sono stati in seguito premiati nei Festival più importanti. Ma quando abbiamo deciso di proiettarli al Lumiére erano ancora una scommessa".

Come vengono scelti i film, e da chi?
"Il Circolo del Cinema ha un suo direttivo, che si riunisce diverse volte all’anno. I membri del comitato di Presidenza, me compreso, divorano instancabilmente tutto ciò che è cinema, e tutto quanto è legato al cinema. Abbiamo contatti personali con critici importanti, canali privilegiati dove appurare quali sono i film ’da salvare’. Sintetizzando, i parametri di riferimento per scegliere le pellicole di Posto Unico sono questi: i suggerimenti che arrivano dagli esperti del settore, le riviste specializzate come Cineforum, Segno Cinema, Cinema ’60, i Festival più importanti, cioè Venezia, Cannes e Berlino. Ma teniamo conto anche delle rassegne minori. E poi accogliamo le proposte, i consigli degli appassionati, che spesso e volentieri ci segnalano un film".

Quindi il film che proiettate voi non l’avete ancora visto…
"E’ questo il bello. Noi il film lo scopriamo insieme agli spettatori presenti in sala"

E non c’è il pericolo di un flop, di proiettare magari un film noioso e che non piace a nessuno?
"Certo, questo rischio esiste. Ma è una eventualità che dobbiamo mettere in bilancio. Comunque, in sincerità, non capita spesso. Del resto prima dell’inizio dello spettacolo distribuiamo schede informative nelle quali vengono riportati giudizi contrastanti. Perché è giusto che il pubblico si faccia una sua idea della pellicola, senza lasciarsi condizionare dalla critica unilaterale".

Parliamo un po’ di questo pubblico… Qual è il prototipo dello spettatore di Posto Unico?
"Beh, direi che per la maggior parte si tratta di intellettuali. Insegnanti e liberi professionisti con un’età che oscilla tra i 25 e i 50-60 anni. Lo spaccato sociale invece è più difficile da definire".

E i giovani? Gli studenti?
"I giovani frequentano le sale cinematografiche più commerciali, preferiscono film meno impegnativi, e comunque affiliati alle produzioni americane, connotate da effetti speciali, storie poco probabili, insomma, film meno legati alla realtà, che non propongono grandi questioni".

L’obiettivo del Circolo del Cinema, l’ha spiegato prima, è fornire al pubblico locale pellicole più elitarie, per rispondere adeguatamente a una domanda del territorio e consentire ai vostri spettatori di godere di certe proiezioni senza aspettare che quei film escano in cassetta. Ma, a parte questo, non c’è anche la volontà di educare l’occhio e i gusti a film che considerate migliori di altri?
"Sarebbe presuntuoso arrogarci il diritto di educare il pubblico. Posto Unico risponde alla necessità di vedere film di un certo tipo, che pongono certi problemi. Se poi questo contribuisce anche a cambiare l’occhio, vuol dire che abbiamo raggiunto un ulteriore risultato. Noi non vogliamo salire in cattedra a dire quello che si può guardare e quello che non si deve guardare, a separare i film buoni dai film cattivi. Ci proponiamo di essere diffusori della cultura cinematografica con un progetto aperto al pubblico, con un’offerta che si rivolge a tutta la città".

Un desiderio per il futuro del Circolo Lumiére?
"Migliorare, naturalmente, e mantenere le promesse. Ma anche dare l’input per la nascita di nuove associazioni. Penso, per esempio, agli Amici della Musica, agli Amici del Teatro. Termoli è una città che deve crescere, e per migliorare la qualità della vita occorre l’impegno personale dei cittadini. E’ inutile stare alla finestra a lamentarsi che non c’è cultura. Chi ha le giuste competenze, e una necessaria dose di umiltà per mettersi in gioco, deve cominciare a fare qualcosa, senza aspettare che le proposte arrivino sempre dagli altri".

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