"Mammoni" e "indipendenti" a confronto

Due scelte diverse e contrarie. Le motivazioni e i retroscena nell’intervista con due giovani della città che rappresentano queste due categorie.

Hanno all’incirca trenta anni, sono più o meno inseriti nel mondo del lavoro e sono accomunati dal terrore di sganciarsi dalla gonna di mamma per andare a vivere da soli.
Le statistiche parlano chiaro e dicono che gli italiani sono il popolo più "mammone" d’Europa. Se in Olanda, in Germania e in Inghilterra appena spente le fatidiche candeline ragazzi e ragazze "levano le tende" dall’abitazione dei genitori per trasferirsi in qualche appartamento dove iniziare la preziosa esperienza del vivere da soli, nel Belpaese vige una regola piuttosto singolare: a meno che non intervengano fattori eccezionali, come un figlio improvviso o un’occasione di lavoro d’oro a centinaia di chilometri dalla terra natìa, i giovani festeggiano i trent’anni con mamma e papà a fianco.
Il Molise non fa eccezione, (anzi). La percentuale di quanti scelgono di mettersi alla prova e dire addio una volta per tutte alla campana di vetro e ovatta della famiglia d’origine è bassissima. I più, il 90% dei giovani, sono abituati a farsi portare il caffè a letto dalla mammina.
Abbiamo intervistato due campioni dell’una e dell’altra categoria e raccolto qui sotto la loro testimonianza.
Fabrizio ed Emanuele, entrambi termolesi, hanno rispettivamente 31 e 29 anni. Il primo abita in un appartamento da solo, il secondo invece sta a casa dei genitori.

Fabrizio, la prima domanda è scontata: perché hai deciso di andare a vivere da solo?
"In realtà è stata una scelta obbligata, perché nella casa dei miei genitori non avevo lo spazio materiale né le possibilità oggettive di portare avanti il mio hobby preferito, cioè la musica elettronica. Diciamo pure che ogni volta che mi mettevo al computer per provare un suono, venivo rimproverato da mia madre per il casino insopportabile e il fastidio provocato da quelli che tutta la famiglia definiva ’rumoracci’. Così, appena ho avuto la possibilità materiale di prendere in affitto in appartamento, non ci ho pensato due volte.
Insomma, una scelta per amore della musica…
"Beh, non solo la musica, anche se questa mia passione ha inciso parecchio. Credo comunque che sarei andato via in ogni caso. I rapporti, con i miei, non sono mai stati eccellenti e stare sotto lo stesso tetto non facilitava le cose".
E’ cambiato qualcosa ora che abiti in un’altra casa?
"Sì, senza dubbio. Ora le cose vanno molto meglio. Anzi, in confidenza devo ammettere che non mi dispiace per niente fare una visitina a mamma e papà… Ogni volta che li vado a trovare mi sembrano contenti di vedermi, cosa che prima, evidentemente, non succedeva. Questo mi fa stare più tranquillo".
Insomma, i tuoi l’hanno presa bene
"Se fossi andato in un’altra città magari ci sarebbero rimasti male. Ma a Termoli non ci vuole niente per arrivare da un quartiere all’altro, per cui il famoso ’stacco’ è in realtà una cosa molto meno drastica. Ci vediamo tutti i giorni, o quasi".
Anche tu fai parte del "popolo della domenica", cioè quello che non sa rinunciare al pranzo domenicale della mamma?
(Si mette a ridere) "Chiaro! Anche se mi costa un sacrificio notevole, perché il sabato sera faccio tardi e dormirei fino al pomeriggio. Invece, tranne casi rari, mi alzo e vado a pranzare dai miei.
E gli altri giorni?
"Mi arrangio, come la maggior parte dei single. Precotti, cibi pronti, toast e cose del genere. A volte provo anche a cucinare, ma con poco successo. E poi c’è sempre la mensa dell’azienda…"
Non ti limita la necessità di fare fronte a tutte le piccole esigenze quotidiane, dal bucato alla spesa alle bollette da pagare?
"Sicuramente prima era tutto più facile. Però organizzarsi la vita tenendo conto anche di queste cose, che apparentemente sono irrisorie e invece costituiscono la base della giornata, mi ha aiutato moltissimo a maturare, ad affrontare tante responsabilità. Lo dico senza voler essere patetico, ma secondo me è giusto che un ragazzo, a un certo punto, si metta in discussione. Quelli che, pur avendo la possibilità economica, continuano a vivere con i genitori secondo me sono un po’ viziati".
Spiegati
"Viziati, perché non sanno fare a meno di certe comodità. E poi, lo dico senza offesa per nessuno, dietro questa scelta c’è una componente di egoismo. Si vuole tutto, ma senza rinunciare a niente. Conosco delle persone, miei coetanei, che si rendono conto di costituire un problema per gli stessi genitori, ma non accennano ad andarsene. E in più trattano la casa di papà e mamma come un albergo. Insomma, pure i genitori hanno diritto, a un certo punto, a rilassarsi in pace, senza dovere stare sempre dietro ai figli!"

Emanuele non è per niente d’accordo.
Tu fai parte dei cosiddetti "mammoni"?
"Ma che mammoni! Non si tratta di essere mammoni e indipendenti. Qui il problema è un altro, e cioè: a che pro andarsene da casa quando ci si sta ancora bene?"
E tu, evidentemente, ci stai benissimo…
"Certo, e non mi vergogno ad ammetterlo. Quando mi sposerò, fra qualche anno, comprerò un appartamento e ci andrò a vivere. Per ora non ne vedo il motivo. Ho tutto quello che mi serve, e in più i rapporti in casa sono tranquilli"
Non ti manca uno spazio tutto tuo?
"Se parliamo di spazio fisico no. Riconosco di essere fortunato a vivere in una casa molto grande, dove ci sono un sacco di stanze e di posti dove stare. Non ho mai sofferto le limitazioni di chi deve dividere la camera col fratello e il bagno con la sorella. Se parliamo di spazio mentale è chiaro che qualche volta mi sento di scoppiare e vorrei stare completamente solo. Ma questo è uno stato d’animo passeggero, e poi di solito per me si verifica il contrario. Mi piace stare con la gente"
Se avessi una casa tua però potresti invitare chi vuoi senza problemi.
"Guarda, problemi non ne ho neanche adesso. Mi viene a trovare un sacco di gente".
Mi pare di capire che non hai nessuna intenzione di andare a vivere da solo.
"Assolutamente. E poi chi cucina? Chi lava? Chi mi stira le camicie per andare a lavorare? Sono sincero: io non so niente di lavori domestici, e di sicuro non potrei portare ogni due giorni a mia madre il sacco della biancheria sporca".
In realtà lo fanno parecchi giovani…
"Ecco, quelli che vanno a vivere da soli e poi si fanno cucinare e fare il bucato dalla mamma. Oppure si fiondano a casa dei genitori per scroccare il pranzo. Scusa, ma non è peggio così che nel mio caso? Io almeno i genitori li rispetto!"
Ma loro che dicono? Tu un lavoro ce l’hai, quindi dovrebbe essere scontato che ti costruisci una vita per conto tuo…
"Scherzi? Se me andassi di casa ci resterebbero malissimo! Soprattutto mia madre. La verità è che sto benissimo così come sto. Punto".
Un’ultima domanda. La tua ragazza che dice?
"La pensa come me. E poi lei sta finendo l’Università, non si è ancora posta il problema. E non se lo dovrà neanche porre, visto che tra non molto ci sposeremo".
E vivrete dai tuoi genitori…
"Non prendermi in giro. Anche se sai che non sarebbe una cattiva idea?"

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