Nella loro classica passeggiata domenicale a cavallo hanno fatto l’amara scoperta. Una distesa di rifiuti abbandonati, tra cui pannelli di amianto, in un angolo delle strada antica che collega L’Aquila a Foggia, passando per il territorio molisano.
Non solo i rifiuti più “classici” sul tratturo regio: bottiglie, vetri, pezzi di legno, e poi mobili e buste di plastica piene anche di abiti, ma addirittura pezzi e parti di amianto.Pannelli accatastati su quella che era l’antica autostrada del passato utilizzata non solo ieri, ma anche oggi, per trasferire le greggi al pascolo. E proprio su quei tratti, scelti molto spesso da chi ama andare a cavallo nei sentieri molisani, gli angoli sono stati trasformati in discarica a cielo aperto con immondizia affastellata e addirittura bruciata, «forse non qui – racconta chi ha visto davanti agli occhi la scena – ma addirittura spostati dopo il fuoco».
A notare l’ammasso di immondizia, i Garibaldini volontari del gruppo cavalieri del Regio tratturo affiliati con l’Engea, ente nazionale delle guide equestri locali, durante la passeggiata a cavallo di domenica 16 luglio. Per loro un appuntamento costante, ma anche l’occasione – purtroppo – per constatare come gli spazi più nascosti siano scelti per sottrarre alla vista degli occhi dei cittadini sporcizia e detriti di ogni tipo, anche quelli più pericolosi e inquinanti.
L’area è quella a poche centinaia di metri dal luogo in cui si effettua il cambio durante la tradizionale corsa dei carri di San Martino in Pensilis, scendendo verso il cambio sulla sinistra dove si trova il tratturo che collega la Puglia all’Abruzzo passando per il Molise. «A cento, cento cinquanta metri andando nella parte più inoltrata della zona – continuano – abbiamo notato questo cumulo di rifiuti. Ma quello che più ci ha sconvolto sono stati i grandi pannelli di amianto abbandonati lì come se nulla fosse, all’aria aperta e sotto gli occhi di tutti. Ho postato le foto su facebook e alcuni amici architetti e ingegneri hanno commentato che si tratta proprio della sostanza tossica. E’ vergognoso e imbarazzante – aggiungono – perché le persone continuano a morire e invece di salvarle, siamo noi i primi a rovinare l’aria, l’ambiente e il territorio».
«Il problema – continuano – è che non possiamo chiamare nessuno perchè nessuno interviene, non si sa chi sia predisposto a far eliminare quel veleno da lì».
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